Vivere per la proposta di legge Eutanasia Legale

Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

Piano improvisation di Salvatore Maresca Serra

Alba Montori su Facebook

lunedì 7 gennaio 2008

In ricordo di Benazir Bhutto… Ed era “solo” una donna

Grazie, Tiziana.

>>Sarà stato difficile per la ragazza uscita da Oxford, fresca di laurea in Relazioni internazionali, corteggiata per la sua bellezza e intelligenza, incontrare in cella per un ultimo saluto il padre Zulfikar Ali prima di vederlo penzolare da una forca. Difficile deve essere stato arrivare a Karachi nel 1977 nel tentativo di domare un colpo di Stato che lacerava una fragile democrazia di un paese in via di sviluppo. Nel 1981 finisce in una cella di isolamento in una prigione del Sindh, il feudo dei Bhutto dove rimase fino all’84 quando ottenne l’espatrio per Londra.

La città che l’aveva vista studente intenta a molare il suo accento british upper class, a levigare la visione laica moderna e moderata dell’islam, fu la palestra dove la giovane donna preparò la sua riscossa. Nel 1988 tornò a Lahore tra ali di gente in festa per lei e per la fuga dell’odiato generale Zia ul Haq. E fu premier finalmente: prima donna in un paese islamico.
La bella 35enne, elegante nel costume tradizionale, ebbe un grande impatto mediatico, grande quasi quanto le speranze di chi l’aveva eletta. Fu cacciata dal governo nel 1990 e riuscì a tornarci nel 1993 dopo una campagna elettorale durissima.

Nel ‘94 al Cairo, durante la Conferenza delle Nazioni Unite sulla Popolazione e lo Sviluppo, parlava delle donne del suo paese alle quali stava dando la dignità di decidere del loro corpo attraverso la possibilità di scegliere contraccezione e aborto sicuro.
Ma la bellissima donna nel suo abito rosa, non aveva perso il suo accento, e il suo elegante inglese era rimasto strascinato come quello di tutti gli asiatici. E a quel ritmo lento ondeggiavano le teste dei primi ministri ammirati dalla sua regalità e decisione.

Nella sua biografia Figlia del destino, racconta del suo matrimonio combinato. Non aveva tempo la giovane donna di cercare un marito, perciò scelse suo cugino, un playboy giocatore di polo che pure gli creò qualche problema. Ma che gli diede tre figli. La giovane donna fece degli errori che pagò e che riconobbe: “è una delle cose di cui mi pento e che non rifarei”.

In un paese come il suo, l’arte della mediazione è un rischio, e lei per governare senza i generali contro i fondamentalisti, doveva avere un amico importante. Ma il suo amore per le libertà civili e la democrazia, non piacevano a Nawaz Sharif che, mascherato da moralizzatore, nel 1996 la scalzò.

Tornò a Londra, poi nella più sicura Dubai da dove partì di nuovo per il suo paese: perché si può morire ma non ci si può arrendere. Arrivò a Karachi il 18 ottobre scorso e qualcuno subito provò ad ucciderla. Per poi riuscirci il 28 dicembre.
Benazir Bhutto è stata la prima donna a guidare un paese islamico, il Pakistan, la terra dei puri, il paese dove è scorso il sangue della sua famiglia. Ed era solo una donna. <<


Scritto da Tiziana Ficacci - tizianaficacci@hotmail.com
lunedì 07 gennaio 2008
Questo articolo è stato pubblicato anche sul sito alteredo e su direfarepensare

Nessun commento: