Vivere per la proposta di legge Eutanasia Legale

Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

Piano improvisation di Salvatore Maresca Serra

Alba Montori su Facebook

mercoledì 2 luglio 2025

Al via la raccolta firme per l’Eutanasia Legale anche on-line

 


In tutta Italia l'aiuto medico alla morte volontaria è legale grazie alla sentenza 242/2019 sul caso “Cappato-Dj Fabo”. Una persona dipendente da trattamenti di sostegno vitale, affetta da una patologia fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che trova intollerabili, capace di scelte libere e consapevoli, oggi può chiedere al Sistema Sanitario nazionale di verificare le proprie condizioni e di essere aiutata ad autosomministrarsi un farmaco letale.

Da allora, in questi anni, solo 8 persone sono riuscite ad ottenere questo tipo di aiuto.

In assenza di procedura e tempi certi infatti, ci sono persone malate che hanno atteso anche tre anni prima di ottenere una risposta. Solo in Regione Toscana ora esistono regole certe, grazie all'approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare “Liberi Subito” dell'Associazione Luca Coscioni.

Oggi il Governo si è convinto della necessità di una legge, come più volte chiesto dalla Corte costituzionale al Parlamento. Il rischio però è che ora si approva una legge per ridurre i diritti già riconosciuti e tagliare fuori il Servizio Sanitario nazionale, mentre servirebbe una legge che consenta di ottenere l'aiuto alla morte volontaria, eventualmente anche per mano di un medico, anche a chi non dipende da trattamenti di sostegno vitale, così come accade in Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna.

Per questo il 26 giugno abbiamo iniziato la raccolta delle 50.000 firme necessarie a depositare la proposta di legge Eutanasia Legale da noi promossa. Vogliamo depositarla in Parlamento entro metà luglio, in tempo per l'avvio del dibattito sul tema al Senato, nella speranza che si decida al di là delle logiche di partito o di schieramento, proprio come sta avvenendo nel Parlamento francese e inglese.
PDL Eutanasia Legale

Ogni persona deve poter scegliere: al via la raccolta firme per legalizzare tutte le scelte di Fine vita

Una legge chiara, giusta e uguale per tutti. È questo l'obiettivo della proposta di iniziativa popolare Eutanasia Legale, che prevede per le persone affette da una condizione irreversibile o da una patologia con una prognosi infausta a breve termine l'assistenza per porre fine volontariamente alla propria vita mediante autosomministrazione o somministrazione di farmaci per la fine vita.

👉 Firma e fai firmare la nostra proposta di legge con SPID e CIE

Primo caso SMA Toscana

Fine Vita: in Toscana il primo caso dopo la legge “Liberi Subito”

Lo scrittore Daniele Pieroni era affetto da morbo di Parkinson ea causa di una grave disfagia, era costretto a vivere con una gastrostomia endoscopica percutanea (PEG) in funzione per 21 ore al giorno. E' stato il primo caso di morte volontaria assistita in Toscana grazie alla sentenza della Corte costituzionale e alla nuova legge regionale toscana “Liberi Subito”, approvata a febbraio 2025. A dimostrazione della piena applicabilità della norma, nonostante l'impugnazione ideologica da parte del Governo.

👉Per maggiori dettagli leggi l'articolo completo

Disabilità

Ausili per la disabilità: tempi lunghi e costi aggiuntivi. Serve un intervento immediato

Un diritto, quello all'assistenza protesica, che rischia di rimanere solo sulla carta. Abbiamo consegnato alla Commissione nazionale LEA del Ministero della Salute un'indagine pubblica che segnala le gravi criticità nell'accesso agli ausili destinati alle persone con disabilità grave. La realtà di un sistema inefficiente.

👉 Tutti i dettagli sull'indagine svolta, le testimonianze raccolte e l'analisi effettuata nell'articolo completo

Relazione Ministero 2025 su Tossicodipendenze

La Relazione del Governo sulle tossicodipendenze al Parlamento confonde i numeri

E' stato pubblicato sul sito del dipartimento per le Politiche Antidroga il testo della Relazione 2025 sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, ma per approfondire seriamente il fenomeno delle sostanze stupefacenti illecite e il loro impatto sulla società occorre leggere il XVI Libro Bianco sulle droghe.

👉 Perché la relazione ufficiale non basta? Le critiche svelate

A Pavia nasce una nuova Cellula Coscioni: diritti, libertà e autodeterminazione al centro dibattito del pubblico

Un nuovo presidio di libertà prende vita a Pavia. Con l'evento pubblico intitolato Dal corpo delle persone al cuore della politica ha iniziato la sua attività ufficiale la Cellula Coscioni di Pavia. Una serata promossa dal Gruppo Territoriale M5S Pavese con il supporto di ANFFAS, CGIL, UILDM e dell'Associazione Luca Coscioni. Un'occasione importante per riflettere su diritti civili, disabilità e autodeterminazione, ma anche per celebrare la nascita della nuova Cellula Coscioni cittadina, con la partecipazione di Marco Cappato e Cristiana Zerosi.

Rock 'n' Rights: diritti civili, musica e impegno sociale a Passirano con la Cellula Coscioni di Brescia

Un'iniziativa all'insegna della buona musica, dell'ottimo cibo e della battaglia per i diritti civili. Presso il Birrificio Curtense di Passirano (BS) si è svolto il Rock 'n' Rights, una giornata imperdibile dove l'energia della musica rock ha incontrato l'impegno grazie all'organizzazione di realtà come la Ciurma Pastafariana, Amnesty International Lombardia, Brescia per Mediterranea e la Cellula Coscioni di Brescia. Che serata.

FILOMENA GALLO A FUORI TG

I diritti che ci riguardano da vicino sono al centro della trasmissione di Tg3, Fuori Tg durante la quale Patrizia Senatore ha intervistato Filomena Gallo, avvocata e Segretaria dell'Associazione Luca Coscioni

👉 Guarda la puntata
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sabato 14 giugno 2025

Da LA RAGIONE 14 Giugno. Distesa di mine

  Droni russi che attendono le vittime e la minaccia che durerà decenni

 di Alla Perdei e Giorgio Provinciali 

 Pryluky –  I russi hanno iniziato a disseminare la regione di Sumy con una moltitudine di droni ‘dormienti’ che le Forze armate ucraine hanno ribattezzato “Zhduna”. 

Si tratta di dispositivi esplosivi delle dimensioni di colpi d’artiglieria allacciati a un piccolo quadricottero alimentato da una o due batterie grandi quanto quelle delle moto, che a sua volta poggia su staffe artigianali realizzate in modo da massimizzare la superficie d’appoggio di quei congegni. Una volta atterrati, gli “Zhduna” possono rimanere in stato di idle anche per lunghi periodi finché uno o più rilevatori di prossimità posti alle loro sommità non registrano un movimento. A quel punto quei droni si ‘svegliano’ ed entrano in modalità predatoria usando telecamere ad alta definizione, microfoni e tutta la sensoristica di cui sono dotati per ingaggiare scontri mortali con gli esseri umani, anche qualora essi siano a bordo di veicoli o biciclette.

 Similmente a quanto descrivemmo riguardo ad altri Uav russi progettati allo stesso scopo, che anziché poggiare a terra fluttuano a diverse decine di metri da terra, anche questi dispositivi sono in grado d’interfacciarsi fra loro organizzando autonomamente azioni coordinate per fuorviare le proprie prede, rendendo praticamente impossibile la fuga. L’elevatissima rapidità di movimento di questi apparecchi (che sono in grado di schizzare da zero a duecento chilometri orari in appena un secondo) e quella di calcolo dei loro processori (che sfruttano reti neurali addestrate a riconoscere umani ed eventuali autoveicoli da essi impiegati) rendono a dir poco impari quegli scontri. 

Se a questo aggiungiamo che buona parte dei campi dell’oblast’ di Sumy sono stati minati prima dagli ucraini, poi dai russi che l’occuparono nel 2022 puntando a Kyiv e poi ancora dagli ucraini per difenderla, è facile comprendere quanto la vita da queste parti sia estremamente difficile. Per queste ragioni non di rado c’è capitato di vedere mietitrebbiatrici saltare in aria nel periodo della raccolta del grano o agricoltori finire mutilati durante la semina. Per quanto essi dispongano di mappe che l’esercito ucraino gli consegna periodicamente affinché possano evitare l’eventualità di finire su un ordigno esplosivo da loro piazzato, la probabilità che s’imbattano in uno russo sono oggi ancor più elevate, ora che gli occupanti ne stanno facendo piovere centinaia dal cielo. 

Com’è ormai tristemente noto, con oltre 174mila km2 contaminati da esplosivi di vario genere, di fatto l’Ucraina è oggi il campo minato più grande al mondo. 

Già prima che i russi l’infestassero coi droni descritti in quest’articolo, l’Ukrainian Association of Humanitarian Demining aveva stimato che bonificarne i territori richiederà oltre trent’anni. Nel corso d’un interessante scambio a distanza d’esperienze di vita vissuta col reduce della guerra americana nel Vietnam Raymond Hathaway, questi ci ha confidato che, rispetto a quelle attuali in Ucraina, le già orribili minacce che s’è trovato ad affrontare in gioventù sembrano essere molto meno temibili. Il distretto di Krasnopillia è oggi quello maggiormente contaminato dai droni “Zhduna” ma varianti più sofisticate – come quelle descritte nei nostri precedenti dispacci dal fronte – stanno iniziando a comparire lungo strade, sentieri e negli orti dei contadini dei villaggi a Sud di Pysarivka. Con l’incedere degli occupanti verso Sumy, è sempre più probabile che presto anche quel capoluogo diventi inabitabile almeno quanto lo è già Kherson. 

domenica 1 giugno 2025

dicembre 2023"Nei miei incubi rivivo le urla di quella donna" Le testimonianze degli stupri nei kibbutz.

  · Le violenze sessuali di Hamas

TEL AVIV - Le prime testimonianze dettagliate sulle violenze sessuali di massa perpetrate dai miliziani di Hamas il 7 ottobre arrivano da una corrispondenza firmata da Christina Lamb sul Sunday Times di Londra. 

Lamb, giornalista specializza ta in questioni femminili, ha raccolto le testimonianze di chi è uscito vivo dal rave di Reim a Sitria, nei pressi di Tel Aviv, in un luogo allestito specificamente per loro.

Il primo a parlare è Yoni Saadon, 39 anni, sopravvissuto nascondendosi sotto un palco e, soprattutto, sotto il corpo di una ragazza uccisa con un colpo alla testa: «Ho tirato il suo corpo verso di me e ho sparso il suo sangue su di me in modo da sembrare morto anche io. Mi sveglio ogni notte e vorrei dirle che mi dispiace."

 Da li, l'uomo ha assistito all'orrore: "Ho visto questa ragazza con il viso da angelo e otto o dieci uomini che la picchiavano e la violentavano. Lei urlava "uccidetemi e basta": loro ridevano e uno alla fine le ha sparato in testa. Continuavo a pensare che avrebbe potuto essere mia sorella o una delle mie figlie,  Ma non era finita." 

Saadon ha visto anche altri due combattenti che avevano preso una ragazza: "Lei lottava, non voleva essere spogliata. L'hanno buttata per terra e uno ha preso una pala e l'ha decapitata. La sua testa è rotolata per terra. Nei miei incubi vedo anche quella."

Ad assistere Saadon e gli altri sopravvissuti c'è fra gli altri Bar Yu- val-Shani, 58 anni, che il 7 ottobre ha perso sua sorella Deborah e il cognato, Shlomi Matias, entrambi musicisti e attivisti per la pace, uccisi nel kibbutz Holita Lamb ha raccontato che più di un sopravvissuto ha condiviso con gli assistenti lo shock di aver assistito a stupri.

A guardare le cose a posteriori, che il 7 ottobre fossero state commesse violenze sessuali è stato chiaro dall'inizio: lo mostravano le foto e i video che quasi in diretta arrivavano dalle zone attaccate.

 Cadaveri di ragazze seminude con le gambe aperte, una giovane fatta scendere a forza dal retro di un pick up a Gaza con le mani legate dietro la schiena, i piedi nudi, le braccia ferite e una ampia chiazza di sangue sul retro dei pantaloni. Ma in un Paese che per giorni ha faticato a mettere a fuoco la reale entità dell'attacco, tutto ciò si è confuso insieme al resto degli orrori. 

Poi sono arrivate le testimonianze degli uomini della Zaka (l'organizzazione ultraortodossa che ha raccolto i corpi delle vittime) e dell'esercito e infine dei sopravvissuti. E che non si trattasse di casi isolati ha iniziato a diventare chiaro.

Cercando di colmare il ritardo dei primi giorni che ha portato a conseguenze importanti: sui corpi non sono state fatte analisi specifiche per recuperare le prove delle violenze da qualche settimana la polizia israeliana ha aperto l'indagine più grande mai avviata sui crimini contro le donne. Ora ci è chiaro che i crimini sessuali facevano parte della pianificazione e che lo scopo era quello di terrorizzare e umiliare le persone, ha detto qualche giorno fa alla stampa Shelly Harush, comandante della polizia che guida le indagini. Il suo team ha raccolto migliaia di dichiarazioni, fotografie e videoclip: comprese quelle di ragazze con il bacino rotto, tanto erano state violentate». Harush nei giorni scorsi ha parlato in Parlamento.

 In un video diffuso dalla televisione parlamentare díce: Uno dei testimoni, sopravvissuto al Festival di Re'im ha raccontato nella sua deposizione: "Era un ammasso di corpi, ragazze senza vestiti. Donne con i bacini frantumati, gambe a spaccata, per quanto erano state stuprate"

Un altro testimone: "Donne con i jeans allentati fino alle caviglie". (...) C'erano spari ovunque, in particolare sui genitali degli uomini. Ho visto molti seni e molti genitali maschili asportati"»

Un supporto importante al team della polizia è arrivato dalla commissione civile sui crimini di Hamas contro le donne il 7 ottobre guidata da Kokhav Elkayam-Levy, un'esperta di diritto internazionale, che prima ancora delle forze dell'ordine ha iniziato a creare un archivio. Anche lei e il suo team hanno riferito sul loro lavoro in Parlamento.

"La denuncia degli stupri del 7 ottobre non ha suscitato le reazioni che chi ha lavorato per mettere insieme le prove si sarebbe aspettato.

 Come femministe, come specialiste, siamo rimaste scandalizzate dal silenzio della comunità internazionale", ci dice Inbal Berner, terapista specializzata in violenza di genere. 

In realtà pochi giorni fa le agenzie delle Nazioni Unite hanno emesso un comunicato di condanna sulle violenze contro le donne avvenute il 7 ottobre.

 Ma per le israeliane è troppo poco. 

Ed è arrivato troppo tardi: solo dopo che la presentazione del materiale raccolto in Parlamento. E solo dopo che i giornali di tutto il mondo hanno sollevato la questione.

da un post di Vito Laruccia del 5 dicembre 2023



giovedì 8 maggio 2025

Un nuovo diritto conquistato grazie anche a me. Ma nessuno ne parla.

 Diffondo questo messaggio, visto che media e social istituzionali non lo fanno.

Continuiamo a lottare per ottenere pari opportunità per tutti, a 360 gradi e oltre !

AMg

Ciao Alba,

Grazie al tuo sostegno, da gennaio in Italia esiste un diritto rivoluzionario: le persone con gravi disabilità possono finalmente presentare liste elettorali con firma digitale .

È una vittoria storica nata dalla sentenza della Corte Costituzionale ottenuta con il ricorso di Carlo Gentili, fratello di Marco – co-presidente dell'Associazione Luca Coscioni. A Carlo era stato negato di firmare per la lista "Referendum e Democrazia" alle regionali del Lazio 2023.

Questa sentenza ha cancellato norme vecchie di mezzo secolo, avviando una vera transizione digitale dei diritti civili e politici .

Ma c'è un problema serio: a pochi mesi dalle amministrative, questo diritto resta invisibile. Zero informazioni sui siti istituzionali. Nessuna comunicazione per chi potrebbe finalmente esercitarlo.

È inaccettabile. Ed è per questo che ci rivolgiamo a te.

Vogliamo monitorare insieme se e come il governo ei comuni garantiranno il diritto di conoscere questo nuovo diritto .

Un primo passo è stato compiuto: poco prima di Pasqua, grazie alla vicepresidente del Senato Mariolina Castellone, il governo ha approvato un nostro ordine del giorno che lo impegna a informare adeguatamente i cittadini , anche attraverso siti istituzionali e canali Rai. Ora dobbiamo assicurarci che questi impegni diventino realtà.

Nel frattempo stiamo lavorando per estendere questo diritto a tutti:

  • Attivando la piattaforma pubblica per la firma digitale delle liste elettorali, come già avviene per referendum e leggi di iniziativa popolare

  • Promuovendo la lista "Referendum e Democrazia" nei prossimi appuntamenti elettorali, per spingere le istituzioni ad applicare – e allargare – il diritto conquistato

Possiamo contare ancora sul tuo sostegno?

In autunno si voterà in Campania, Marche, Toscana, Puglia, Veneto e Valle d'Aosta. Potremmo lanciare liste civiche con un obiettivo politico chiaro: estendere la possibilità di firmare e candidarsi digitalmente a tutti i cittadini .

Nei prossimi giorni condivideremo i costi di questa battaglia – finora sostenuto anche grazie al tuo aiuto. Oltre alle spese legali dal 2022, alcune regioni ci chiedono di pagare penalità. Li chiamiamo "i costi della non-democrazia" . Ma non ci fermeranno.

E presto,

Marco Perduca

Associazione Luca Coscioni