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lunedì 27 giugno 2022

Mandiamo Putin e i suoi davanti al Tribunale internazionale a rispondere dei loro crimini contro il popolo Ucraino

 

QUI sono racchiusi in ben 71 date gli ultimi 23 anni, dal 1999 al 2022, il lasso di tempo di una generazione: 23 anni in cui, in Italia, i Radicali sono stati l’unica forza politica a denunciare la politica Vladimir Putin contro il suo stesso popolo.


23 anni di evidenti violazioni dei diritti umani e civili in Russia, di negazione della libertà di espressione e di informazione, di repressione violenta del dissenso, culminata con il tentativo di avvelenamento, il processo farsa e la condanna ai lavori forzati comminata al più temibile oppositore di Putin, Alexei Navalny.


23 anni di guerre ai civili in CeceniaGeorgiaSiriaLibia e Africa Centrale (tramite i mercenari della Wagner), e poi le aggressioni dell' Ucraina.


23 anni di incessante politica di destabilizzazione delle democrazie europee, di inquinamento social dell’informazione, di corruzione delle élite (fenomeno che ha interessato soprattutto la Germania e l’Italia).


23 anni e 71 date per dare conto solo di una parte delle iniziative radicali, che dimostrano come fosse possibile accorgersi a tempo debito di chi fosse Vladimir Putin e quale fosse il suo obiettivo.

La seconda aggressione all’Ucraina non è arrivata inaspettata: c'è chi l'ha preparata a lungo, c'è chi non ha voluto vedere, c’è chi ha provato (con i suoi poveri mezzi) a dare l'allarme rispetto a una politica italiana troppo succube del Cremlino,  c’è chi ha preferito legarsi mani e piedi al ricatto energetico russo (un nome per tutti Paolo Scaroni, ex amministratore delegato dell’ENI).


Come riportato nel DOSSIER, nel 2009 quando Giulio Manfredi  si presentò davanti al Consolato russo di Milano con un cartello con scritto “Putin terrorista!”; ne uscirono alcuni funzionari russi che chiesero agli uomini della DIGOS presenti di levargli quel cartello. Non essendo (per fortuna) a Mosca, la DIGOS gli chiese gentilmente di togliere il cartello e   altrettanto gentilmente lui  rifiutò, continuando senza problemi a manifestare.

Oggi anche insigni giuristi discutono tecnicamente se inserire la Russia nell’elenco delle organizzazioni terroriste.


Contro il terrorismo di Stato di Vladimir Putin e dei suoi fedeli esecutori la risposta dell’Occidente deve essere triplice: 

- assistenza e sostegno alla popolazione civile Ucraina

- rifornimento militare all’esercito ucraino tale da impedire ai russi di estromettere completamente l’Ucraina dall’accesso al Mar Nero, per bloccare il piano diabolico di Putin di creare un collegamento diretto fra Russia e Transnistria che porterebbe il confine russo in Europa distruggendo l'indipendenza di quelle popolazioni;

massimo sostegno alla Corte Penale Internazionale dell’Aja per l’incriminazione di tutti i responsabili di crimini in Ucraina, partendo da Vladimir Putin.


Come vent’anni fa per Milošević, il sostegno dei cittadini europei è fondamentale 


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