La legge segue il tracciato del modello svedese di “lotta alla prostituzione” ed è stata approvata dopo un percorso legislativo molto travagliato, bocciata per tre volte dal senato è stata approvata per una manciata di voti, meno di un centinaio. E gli appelli delle associazioni per i diritti delle/dei sex workers e per i diritti umani sono rimasti inascoltati.
L’ideologia abolizionista è ben presente in questa legge: essa continua a propagandare l’idea che la prostituzione sia sempre e comunque una violenza, trattando tutti i lavoratori del sesso che sono autodeterminati e non sfruttati o obbligati da terzi di fatto come mentitori. Oltracciò questa ideologia porta a una gravissima violazioni dei diritti dei principali interessati, le/i sex workers, ridotti a esser usati di fatto come esche per cercare di cogliere sul fatto i clienti. In Svezia si è constatato che questo atteggiamento non solo non ha eliminato il fenomeno, ma ha solo reso di fatto più difficile e più rischioso il lavoro dei/delle sex workers, che hanno subito una riduzione e non un aumento delle tutele.
Per quanto sia stata superata la legge sull' "adescamento passivo" i rilievi critici sono molteplici.
Prevedere un permesso di soggiorno di 6 mesi per le/i sex workers migranti non fornisce alcun tipo di garanzia nel lungo periodo. Cosa succederà alla scadenza? Se non saranno in grado di trovare un lavoro verranno rimpatriate/i nello stesso posto da dove sono stati prelevate/i per essere sfruttate/i?
Se il governo francese vuole realmente tutelare le vittime di violenza e tratta deve prevedere per loro il riconoscimento dello status di rifugiato.
Queste preoccupazioni sono accentuate dalle clausole legate all'erogazione dei fondi previsti dalla legge, 4.8 milioni di euro, un’inezia rispetto al numero di sex workers in Francia, più di 30.000. Solo chi avrà abbandonato il sex work potrà accedere a questi fondi. Dunque, sebbene il sex work sia visto come una violenza sempre e comunque, solo coloro che saranno pentiti potranno accedere alle misure sociali previste dalla legge francese.
Il segretario dell'associazione radicale Certi Diritti, Yuri Guaiana, ne conclude“Ancora una volta l’ideologia ha prevalso sul governo reale delle cose. Il modello francese continua a non prevedere nessuna tutela per il/la sex worker autodeterminato e, allo stesso tempo, mette in una condizione ancora più rischiosa le vittime di tratta a scopo sessuale. La strada per il riconoscimento di maggiori diritti e di tutela sia per le/i sex workers che per le vittime di tratta passa per la decriminalizzazione del sex work e non tramite ulteriori forme di criminalizzazione.”
Queste preoccupazioni sono accentuate dalle clausole legate all'erogazione dei fondi previsti dalla legge, 4.8 milioni di euro, un’inezia rispetto al numero di sex workers in Francia, più di 30.000. Solo chi avrà abbandonato il sex work potrà accedere a questi fondi. Dunque, sebbene il sex work sia visto come una violenza sempre e comunque, solo coloro che saranno pentiti potranno accedere alle misure sociali previste dalla legge francese.
Il segretario dell'associazione radicale Certi Diritti, Yuri Guaiana, ne conclude“Ancora una volta l’ideologia ha prevalso sul governo reale delle cose. Il modello francese continua a non prevedere nessuna tutela per il/la sex worker autodeterminato e, allo stesso tempo, mette in una condizione ancora più rischiosa le vittime di tratta a scopo sessuale. La strada per il riconoscimento di maggiori diritti e di tutela sia per le/i sex workers che per le vittime di tratta passa per la decriminalizzazione del sex work e non tramite ulteriori forme di criminalizzazione.”
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