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venerdì 18 maggio 2012

Arcigay Trieste denuncia: omofobia istituzionale in Friuli

 dal sito  di Arcigay
" All’indomani dell’importante Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia, dobbiamo purtroppo constatare che anche le istituzioni non sono immuni da posizioni omofobe. 
Il 17 maggio a Trieste il Circolo Arcobaleno Arcigay Arcilesbica ha organizzato insieme al Gruppo Interistituzionale contro la violenza ai minori (di cui fanno parte tra gli altri il Comune di Trieste, l’Azienda per i Servizi Sanitari Triestina, l’Ospedale pediatrico Burlo Garofolo, il Ministero della Giustizia e il Ministero dell’Istruzione con l’Ufficio Scolastico Regionale per il Friuli Venezia Giulia), un INCONTRO DI FORMAZIONE su OMOFOBIA: CONTESTI EDUCATIVI, SOCIO SANITARI E MONDO DEL LAVORO.
Tutti gli enti coinvolti hanno diffuso la notizia tra i propri dipendenti affinché potessero iscriversi e partecipare. E così è stato: 100 operatori (infermieri, psicologi, assistenti sociali, educatori, ginecologi,) hanno potuto seguire il corso e formarsi sui percorsi preventivi e di contrasto della violenza omofobica. Ma non c’era alcun insegnante! "
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Posso dispiacermi, indignarmi, ma non posso meravigliarmi del comportamento del Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, dott.ssa Beltrame. La mia esperienza di 45 anni nella scuola Pubblica italiana a vario titolo  mi ha insegnato che lo zoccolo duro della mala/educazione prospera indisturbato proprio nella scuola, privata e confessionale o pubblica e "laica" che sia.  In particolare a partire dagli anni ottanta, poiché prima il livello educativo medio delle famiglie verso i propri figli in età scolare ignorava o stigmatizzava comunque ogni riferimento alla sessualità, o al genere
Questa mala-educazione, tollerata e anzi sempre più incrementata negli ultimi trent'anni troppo spesso da insegnanti e dirigenti scolastici nell'acquiescenza generale, porta i giovani ad alimentare ed esprimere fin da giovani violenza, odio discriminatorio, attraverso ciò che chiamiamo volgarmente comportamenti bullisti. Ma tale mala-educazione, già coltivata dall'ignoranza nella famiglia, si è venuta sempre più alimentando e per così dire perfezionando attraverso i messaggi dis-educativi di tanti, troppi docenti  di entrambi i sessi, magari falsamente progressisti, ma affetti da maschismo e sessismo,  a cominciare da quelli di religione cattolica, i quali così continuano a trasmettere come un virus il pregiudizio e l'odio di cui sono portatori.
 Docenti e organi scolastici sono divenuti di fatto negli ultimi trent'anni i responsabili di una operazione sempre più  DIS-educativa che tende a diventare pericolosa non solo per le persone catalogate come diverse - gay/lesbiche o trans, stranieri, disabili - ma per l'intera società.  Ed essa disgraziatamente ha avuto il suo punto pressoché inamovibile di forza sia nel progressivo impoverimento qualitativo della  professionalità educativa media dei docenti, sia nella impossibilità tecnica di correggerne o sanzionarne l'operato.
 Ben ha fatto il "tecnico" Ministro della P.I. Profumo  a iniziare a scardinare tale pericolosa situazione con il suo appello/invito alla dirigenza della scuola a celebrare adeguatamente la Giornata Mondiale contro l'omofobia. Evento di portata storica nella storia della Repubblica.
 C'è da chiedersi cosa succederà a chi non si adeguerà.  Perchè non è accettabile che un educatore si adoperi per DIS-educare, per giunta contravvenebdo alle indicazioni governative...
Alba Montori

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