Che è questa smania di "punire gli omofobi", politici gay felloni e soprattutto velati?
E' vero, l'omofobia e la sessuofobia che affliggono la stragrande maggioranza dei nostri politici italici, molta gente dello spettacolo addirittura icone gay, è troppo spesso usata da costoro come arma impropria contro le sacrosante rivendicazioni di parità delle famiglie formate da donne che amano donne e uomini che amano uomini, per non parlare della questione trans, ma lo è ancora ancor più spesso per cercare di nasconder meglio la loro omosessualità. E naturalmente questa è una ulteriore offesa nei confronti del popolo gaylesbicotrans, che è parte del popolo tutto, e complica talvolta drammaticamente e inestricabilmente la vita di un bel pezzo di italiane ed italiani.
Ma possiamo legittimamente pensare di riaffermare i diritti che ci spettano in questo modo? E soprattutto possiamo seriamente invocare la legittima difesa nel volere ripagare la loro violenza con un atto, a nostra volta, violento?
O si tratta (solo) di vana voglia di rivalsa, puerile volontà di vendetta, che può solo continuare nuocere a tutt** distraendo l'attenzione e le forze da obbiettivi reali e realistici di parità, e che di odio in giro ce n'è anche troppo?
Mi sembra che solo pochi nell'omoarcipelago si vogliano render conto di star mostrando di diventare "fobici" a propria volta.
E quei pochi che pretendono seriamente di pesare comunque forme, prevedibili conseguenze e responsabilità di azioni di outing non incontrano gran favore popolare, anzi.
Devo constatare dall'alto ( si fa per dire) della mia esperienza di tutta una vita passata a combattere per i diritti di ognun* ad esser rispettato per come è, comportamento e cosiddetto genere sessuale compreso, i peggiori nemici di sé stessi li continuo a trovare proprio tra coloro che si considerano gay, ovvero froci, lesbiche e trans.
Tuttavia mi chiedo: come può essere scoppiata proprio ora un'epidemia così improvvisa?
Non è che sbandierando in piazza il proprio orgoglio o GAYPRIDE solo una volta all'anno si tenta di nascondersi di essere strazeppi di pregiudizi, anche contro la propria stessa identità, durante tutto il resto dell'anno ?
Non sarà che più che per l'azione degli "omofobi" sia proprio questo il motivo principale per cui per quei famosi diritti di parità di cui tanto si parla in realtà non ci sono e non si attualizzano, mantenendo il gayo arcipelago e l'intero nostro paese al livello di incultura e di inciviltà diffusa tra quelli più illiberali e antiumani del pianeta?
Non sarà perchè i propri diritti, d'esistenza, e di identità e di sentimenti e relazioni sesssuoaffettive essendo tali per natura e non per scelta o grazia divina, mica bisogna chiederli e aspettare che qualcuno, chissà chi, te li conceda?
Sono e rimangono, malgrado lo stigma, la repressione, la paura e la proibizione, diritti umani, individuali, naturali e inalienabili: basta prenderseli, tutti i giorni, ogni minuto, dovunque e con chiunque, accettando il rischio di doverli pretendere e difendere solamente contro chi pretende di avere il potere di concederli.
Certo è più impegnativo assumersi le proprie responsabilità e le proprie scelte, doversele combattere ogni minuto ovunque si sia, che scaricarne la colpa su chi ci dimostra solo la sua paura di essere e dimostrare di essere ciò che è, negandoci il suo rispetto, perché non rispetta neanche sé stesso.
Certo, costoro e le loro azioni ( queste sì contro natura) rendono certamente la nostra vita estremamente più difficile di quel che legittimamente ci spetta, ma se siamo consapevoli di ciò che ci appartiene di diritto, che è la nostra identità, niente e nessuno può riuscire veramente a togliercelo. Come non può concederci nulla di ciò che è solo nostro: le leggi sono fatte per gli esseri umani da esseri umani, ma la nostra identità è nel nostro DNA e nel nostro diritto naturale, che non è soggetto ad altra legge che quella della Natura. E manco inventandosi infinite divinità che a loro volta possano inventarsi nature inverosimili e fantastiche ciò può essere modificato o legificato, da nessuno: il fatto indubitabile che siamo ancora qui, malgrado le perecuzioni, le mistificazioni, talvolta la morte, e che intendiamo continuare ad esserci, ne è la prova.
Sono profondamente convinta che non c'è alcun fine, causa, metodo, obiettivo, afflato o ideale che giustifichi l'uso di mezzi inappropriati e in qualche modo violenti contro la persona, contro qualsiasi persona.
Pertanto ritengo inutile e per giunta inappropriato, e comunque violento, rivelare a popolo e comune informazioni sulla sessualità di chiunque altro, sia che sia in forma soft (pettegolezzo o gossip), sia in forma più diretta di pubblica denuncia, quello che con un termine molto in voga ultimamente nel BelPaese viene chiamato OUTING.
Ebbene non sono affatto convinta che, chiunque sia la persona oggetto di tali rivelazioni, i suoi convincimenti e le sue azioni, anche le più aggressive e nefaste, anche dichiaratando lo scopo di screditarne la credibilità evidenziandone le ipocrisie e le contraddizioni, tale azione non si rivelerebbe assurda e inutile oltre che arrogantemente e biecamente moralistica.
Però vorrei evitare di continuare a fare confusione più di quanta non ce ne sia già e ritengo necessario una volta tanto metter in chiaro i significati delle parole OUTING e COMING-OUT, onde evitare di usarle in modo inappropriato, spesso confondendo l'una con l'altra ( è capitato anche a me anni fa) come ho visto fare ultimamente anche troppo spesso, con risultati orribili.
"Fare l' OUTING" (*) di qualcuno significa né più né meno denunciare pubblicamente le abitudini sessuali (omo- bi ecc) del medesimo/a, in quanto diverse da quelle (in genere etero) dal medesimo/a sbandierate dallo stesso/a altrettanto pubblicamente usandole politicamente come arma per attaccare i gay. Lo scopo dichiarato dell'outing è quindi di evidenziare altrettanto pubblicamente la contraddizione ipocrita del personaggio in questione.
Chi è così illuso da pensare che un ipocrita incallito, abituato a mentire dalla mattina alla sera possa essere spinto a diventare improvvisamente sincero e leale qualora la sua personale intimità venga messa in piazza ?
Ritengo che azioni di questo tipo non possano produrre in chi ne è oggetto alcuna reazione utile a rivedere i propri comportamenti sessuofobi, semmai il contrario.
E non credo che in nessun caso possa renderne orgoglioso chi ne è autore o promotore, né tantomeno possa essere utilizzata come arma di pressione politica: l'essere oggetto di stigma non può autorizzare a rendere oggetto di stigma chi ti stigmatizza. Oltretutto l'oggetto di outing difficilmente imparerebbe a prender coscienza di sé ed ammetterlo, rischierebbe solo di far la parte della vittima. E di vittime siamo già stufi, in una "guerra che non ci appartiene
Ben altra questione è il fare COMING-OUT(**), atto personale e individuale di chi per libera scelta decide di rinunciare a nascondere il proprio orientamento e le proprie scelte/abitudini sessuali e si assume su di sé la responsabilità totale del renderli pubblici, come fattori determinanti e irrinunciabili del proprio stile di vita personale e politico ( il tutto naturalmente è fonte di fierezza della propria identità = PRIDE). Come tale ovviamente non può e non deve essere imposto a nessuno, sarebbe una contraddizione in termini, né tantomeno usato come fine a se stesso.
E non mi stancherò mai di aiutare con affetto, con solidale affetto, chi decide di affermare la propria identità superando le paure indotte socialmente.
Perfino postulato come forma di disubbidienza civile, fatto collettivamente e con dichiarato intento politico, presenta a mio avviso molti aspetti discutibili: l'outing di disubbidienza civile, di uno o di cento, andrebbe realizzato/pubblicato in prima persona, mettendoci la faccia cioè non anonimo, opportunamente corredato con dati e prove obbiettivamente circostanziate, non semplicemente con ipotesi o sentiti dire. Ed è del tutto evidente che ciò potrebbe solo essere frutto di una indispensabile operazione di spionaggio, che oltre ad essere obbiettivamente difficile e complessa è configurabile comunque come un reato, anzi una serie.(*)
Chi si dovrebbe assumere l'impresa di detective allo scopo di raccogliere "prove" della fellonia di uno qualsiasi o più dei presunti gay nascosti? Sarei veramente curiosa di saperlo, ma in ogni caso rischierebbe di essere una sorta di operazione di schedatura, degna di forme politiche deliranti di tristissima memoria.
Essere gay, come avere comportamente sessuali non strettamente procreativi, non è un reato, neanche se nascosto o negato, oppure no ?
Per quanto ne so non lo è, per la legge italiana, non ancora.
Però non è neanche un reato essere ipocriti e neanche mentire per nascondere la propria vita sessuale o semplicemente per non volerla mettere in piazza. Al massimo può esser considerato socialmente riprovevole, o per chi è cattolico, può essere "peccato" di cui pentirsi e informare il proprio confessore per ottenerne il perdono divino, previo penitenza !!!
Potremo essere d'accordo o no, ma è nella esclusiva responsabilità personale di ciascuno dar conto delle proprie azioni; non mi risulta ci sia alcun obbligo ancora in Italia e in Europa ( e menomale, la pratica dei processi dell'Inquisizione o più recentemente staliniani o cubani è anche troppo viva) che la propria vita sessuale o le proprie appartenenze di genere siano dati obbligatoriamente condivisibili "democraticamente" ovvero di dominio pubblico.
Sono e rimango laicamente libertaria e nonviolenta, anche nelle scelte di azione politica.
E ribadisco che mentre sostengo da sempre il valore politico forte, anzi insostituibile, del coming-out, non attribuisco alcun valore positivo, tantomeno politico, all' outing, sia pure per personaggi che si caratterizzano per la pervicacia e la virulenza delle loro azioni omofobe e/o sessuofobe.
alba
(*) (**) appendice
(*) da Massimo Consoli, Giovedì 2 febbraio 2006,
2 febbraio 1945.
Oggi muore Adolf Brand (era nato il 14 novembre 1874), sotto i bombardamenti alleati, insieme alla moglie Elise Behrendt.
Costretto a lasciare l'insegnamento ed a fare il libraio e poi l'editore, la sua importanza risiede soprattutto nel fatto che fu lui a creare, all'età di 22 anni, il primo giornale omosessuale della storia. Era "Der Eigene" (tradotto in maniera sommaria con "L'Unico"), nel 1896. Una pubblicazione che uscirà, in maniera molto irregolare, con varie pause, in formati sempre diversi e con sottotitoli in continua evoluzione, fino al 1931.
Il titolo era ispirato dal più famoso libro dell'anarchico Max Stirner, "L'Unico e la sua proprietà" e, in effetti, il giornale nasce come giornale anarchico e solo dopo due anni "diventa" completamente omosessuale.
Il contributo degli anarchici è unico, negli anni a cavallo tra l'Ottocento ed il Novecento. Nessuno più di loro interverrà a difesa del diritto dell'individuo a seguire il proprio istinto anche in campo sentimentale o sessuale, con una coerenza che, invece, mancherà ai socialdemocratici tedeschi ed anche ai socialisti italiani.
Su Der Eigene pubblicano i più bei nomi dell'epoca, dal pittore e poeta Elisar von Kupffer, a Erwin Bab e John Henry Mackay, il fotografo Wilhelm von Gloeden e il pittore Fidus (Hugo Hoeppener).
Inoltre, fra il 1902 ed il 1903, insieme a Benedict Friedländer, Paul Brandt (alias Hans Licht), Wilhelm Jansen, Peter Hille, Lucien von Roemer, Ewald Tscheck, fonda la Comunità degli Unici, votata all'amicizia ed alla libertà, che sarà la seconda associazione omosessuale al mondo, subito dopo il Comitato Scientifico-Umanitario di Hirschfeld del 1897.
È sempre Brand a "inventare" l'outing, dapprima accusando il Cancelliere Bernard von Bülow di essere un ipocrita perché con la scusa dell'omosessualità attacca Eulenburg, quando pure lui ha una relazione con un suo assistente, e poi rivelando che anche al leader del Partito Cattolico del Centro, Kaplan Dasbach, piacciono i ragazzi... E per questo sconterà 18 mesi di prigione! Altri 2 mesi li farà per aver pubblicato una poesia di Friedrich Schiller ritenuta oscena... mentre innumerevoli volte verrà processato per aver osato pubblicare disegni e foto di ragazzi nudi.
All'inizio lavora con Magnus Hirschfeld poi finisce per litigarci perché le loro visioni dell'omosessualità sono troppo diverse. L'omosessuale che lui ha in mente è diverso da quello teorizzato da Ulrichs e da Hirschfeld: è non solo maschio, ma ipervirile e superiore all'eterosessuale in tutti i campi. È anche maschilista e d'orientamento pederastico, pieno di disprezzo per la "crescente femminilizzazione della società tedesca, messa sotto assedio dalla democrazia".
Il 30 gennaio del 1933 Hitler arriva al potere e le organizzazioni e i giornali gay vengono vietati il successivo 23 febbraio. Le SA perquisiscono la sua casa cinque volte, sequestrando tutto quello che possono trovare, collezioni immense di foto, libri, giornali, opuscoli, volantini… e riducendolo sul lastrico.
Brand, comunque, non subisce particolari persecuzioni, forse perché non è ebreo, o non è visto come un militante di sinistra, forse perché, coerentemente con le sue idee, si è sposato o perché è protetto da un nazista sufficientemente potente da potersi permettere un rischio del genere. Fatto sta che dopo una vita così avventurosa, morirà "banalmente" insieme alla moglie Elise Behrendt, nella sua abitazione, bombardata dagli aerei americani proprio alla fine della guerra, il 2 febbraio del 1945!
Massimo Consoli
(**) Il più eclatante esempio di coming-out è senza dubbio quello di Karl Heinrich Ulrichs nel 1867 a Monaco di Baviera il 29 agosto 1867 : egli dichiarò pubblcamente la propria omosessualità: fu il primo gay dichiarato a parlare pubblicamente dei diritti omosessuali quando richiese al congresso dei giuristi tedeschi a Monaco una risoluzione che sollecitasse l'abrogazione delle leggi anti-omosessuali ( il famigerato paragrafo 175). Così lo descrisse egli stesso:
"Fino al momento della mia morte
guarderò con orgoglio indietro a quel giorno, 29 agosto del 1867, quando
trovai il coraggio di lottare faccia a faccia contro lo spettro di
un'antica idra irata che da tempo immemorabile stava iniettando veleno
dentro di me e dentro gli uomini della mia stessa natura. Parecchi sono
stati spinti al suicidio perché tutta la loro gioia di vivere era
sciupata. Infatti, sono orgoglioso di aver trovato il coraggio di
assestare a questa idra il colpo iniziale del pubblico disprezzo".
(**) Il più eclatante esempio di coming-out è senza dubbio quello di Karl Heinrich Ulrichs nel 1867 a Monaco di Baviera il 29 agosto 1867 : egli dichiarò pubblcamente la propria omosessualità: fu il primo gay dichiarato a parlare pubblicamente dei diritti omosessuali quando richiese al congresso dei giuristi tedeschi a Monaco una risoluzione che sollecitasse l'abrogazione delle leggi anti-omosessuali ( il famigerato paragrafo 175). Così lo descrisse egli stesso:
Le sue richieste vennero zittite dalle grida indignate
dei presenti. Nel giro di un paio d'anni Ulrichs se ne andò in esilio fino alla sua morte a l'Aquila, dove ogni anno viene celebrata la ricorrenza dagli amici del movimento di liberazione omosessuale, nella domenica immediatamente vicina alla data del 28 agosto.
4 commenti:
Chi è pro e chi è contro l'outing dei parlamentari intimamente omosessuali e pubblicamente omofobi. Un bel dilemma. Anche io pensavo che fare l'elenco dei parlamentari velatamente omosessuli fosse una buona idea. Mi chiedo : svelare la vita intima di un parlamentare serve alla causa dei diritti degli omosessuali? Certamente no. Anche avendo le prove che quel parlamentare sia omosessuale, lui continuerebbe A BLATERARE CONTRO GLI OMOSESSUALI confermando la sua ipocrisia.Allora conviene lottare giorno per giorno,ora per ora,minuto per minuto per ottenere cosa? Non il riconoscimeto dei diritti degli omosessuali che non sarà mai fatto. Allora sono gli omosessuali che se ne debbono strafregare unirsi tra di loro,frequentarsi conoscersi,non per fare una setta, questo giammai,isolati nella società,ma per aiutarsi l'un l'altro. Rapportarsi tra omosessuali è fondamentale,soprattutto per gli omosessuali più deboli,come me,per esempio.L omosessuale deve fare coming out? Dipende dalla persona. Certo il farlo dimostra che la persona ha coraggio e poi è una VERA liberazione DA UNA SOCIETà ETEROSESSISTA. Non aver paura a dirlo a parenti, amici,conoscenti,sul posto di lavoro,stando sempre attenti a chi si dice,perchè ci sono persone così chiuse mentalmente che non capirebbero mai. Io ho una sorella e Un cognato talmente bigotti e ignoranti ( nel senso che non hanno studiato nulla)ai quali non conviene dirlo. la vera liberazione sta nell'omosessuale stesso,deve convincersi che innamorarsi di un uomo o di una donna,o anche solo fare sesso con un uomo o una donna è naturale come tra gli eterosessuali.
Comunicato Stampa dell'Associazione Radicale Certi Diritti:
L'OUTING ALL'ITALIANA DIVENTA AZIONE SENZA RESPONSABILITA', NEMMENO AZIONE DI RIVENDICAZIONE, DOVE ACCUSATORI ANONIMI FANNO I NOMI DI PERSONE CHE CHIEDEREBBERO POI SCUSA AL PAPA. LO STRUMENTO E’ CONTRADDITTORIO E NON AIUTEREBBE NESSUNO.
Comunicato Stampa dell'Associazione Radicale Certi Diritti:
Roma, 23 settembre 2011
Dopo tanto tam-tam è stato diffuso un elenco di personalità politiche, presunte gay, e omofobe, su un sito anonimo, depositato all'estero. Le reazioni a questa iniziativa sono la più varie, sia all'interno della comunità LGBT che in tutta la società.
L'outing è uno strumento di per sè contraddittorio, utilizzato solo in alcune delle nazioni che sono all'avanguardia nella lotta dei diritti civili di gay e lesbiche, e sempre con risultati ambigui.
Siamo certi che se l'Italia fosse stata una nazione capace di trattare con dignità le persone omosessuali (in politica come nelle religioni, nelle istituzioni laiche così come nei media) si poteva risparmiare questo episodio che sicuramente non sarà ricordato come la punta di diamante della conquista dei diritti civili in Italia per le persone gay e lesbiche. Quali sarebbero gli effetti? Per alcune/i della comunità lgbt si soddisferebbe un bisogno di vendetta che nulla porterebbe né agli accusatori (rigorosamente anonimi) né tantomeno alle vittime (cambierebbero?).
In particolare colpisce l'assoluta mancanza di responsabilità (e addirittura di identità) da parte di chi accusa. Cosa che inoltre fa pensare che le accuse non potranno essere corredate delle necessarie prove, oltre che del contraddittorio che ci si aspetta in simili contesti. Messa così, tutta questa operazione potrà apparire esclusivamente pretestuosa, come già fu per il famoso caso Boffo.
Nessuno potrà poi dimenticare che le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender sono state esse stesse, per millenni, vittime di delazioni e comportamenti vili che avevano l’obiettivo di denigrare e mettere all’indice la loro esistenza. E’ mai possibile che una riflessione su questo i responsabili anonimi non riescano a farla? Almeno una riflessione. In Italia, poi, ci sono altri aberranti precedenti che lasciano ipotizzare che operazioni di outing saranno inclini al fallimento. In alcuni casi si è avuto come esito il rafforzamento della vergogna e dello stigma di un comportamento che invece meriterebbe di emergere con trasparenza, alla luce del sole. All'outing non è mai seguito, almeno qui da noi, un sereno esame di coscienza nè la valutazione coraggiosa e limpida dei propri comportamenti sessuali. Al contrario abbiamo assistito addirittura a pubbliche scuse davanti alla persona del papa, e chissà poi perché? Come se del proprio orientamento sessuale si debba dare di conto ad una autorità religiosa. Ma, appunto, siamo in Italia.
Il commento di anonimo ha detto del22 settembre ore 22.10 manca di un elemento cioè ii mio nominativo completo che mi è sfuggito di mettere per sbadataggine e che desidero appaia.
Grazie Luigi, dei tuoi commenti e come immagini apprezzo molto che tu non voglia che appaiano anonimi! Chi seriamente lotta per la libertà, compresa quella sessuale,non ama rifugiarsi dietro l'anonimato, anzi lo ritiene politicamente scorretto !!!
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