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martedì 26 aprile 2011

LEGITTIMO IMPEDIMENTO VERO OBIETTIVO DI BERLUSCONI, VUOLE FAR SALTARE IL QUORUM


La Repubblica - 23 aprile 2011
Bonino: una prassi che viene da lontano
di Francesco Bei
Emma Bonino, in campagna elettorale con la sua lista a sostegno di Pisapia sindaco, ferma la macchina per commentare l'ultimo attacco ai quesiti del 12 giugno. «Vi stupite? Sono 40 anni che cercano di far fuori i referendum, Berlusconi è solo l`ultimo di una lunga serie, il suo obiettivo è far saltare il quorum sul legittimo impedimento». I Radicali stavolta non figurano tra i promotori dei tre referendum - nucleare, acqua pubblica, legittimo impedimento - ma già quindici giorni fa, prima che il governo provasse a far saltare il quesito contro l'atomo, loro denunciavano «il tentativo di impedire illegalmente il raggiungimento del quorum».
Le solite cassandre radicali? «Bastava prestare un pò d'attenzione alla Rai. Lei ha forse visto in tv un dibattito sui referendum?».

Così presto? «Presto? La legge prevede che il sistema Rai apra il dibattito dal momento della convocazione dei comizi elettorali, 45 giorni prima del voto. Un obbligo quasi mai rispettato, neppure oggi: i referendum sono stati indetti per il 12 giugno e ancora la commissione di Vigilanza non ha fatto neppure il regolamento. Il bavaglio all'informazione è parte integrante del sabotaggio dei referendum».

Un istituto mai troppo amato da chi sta al governo... «Il referendum abrogativo è stato sempre osteggiato dai signori al potere sin dalla sua istituzione: destra, centrodestra, sinistra, centrosinistra, tutti uguali. Per ripristinare un minimo di legalità tante azioni lunghe e non violente ci hann o visti impegnati. Anche in questigiorni con lo sciopero, per ora della fame, di Marco Pannella».

Berlusconi procede in maniera scientifica: prima il nucleare, adesso l'acqua. L'obiettivo è far saltare il quorum sul legittimo impedimento?
«Mi pare evidente. Ma non c'è solo il "diavolo" Berlusconi, è storia e prassi che viene da lontano».
Intanto si è dovuto aspettare il 1972 per avere la legge istitutiva dei referendum. «Sì, e poi ci s'è messa la Corte costituzionale che, per farli fuori preventivamente, ha inventato i criteri i più improbabili e fantasiosi rispetto al dettato costituzionale che prevede solo 3 fattispecie di inammissibilità: trattati internazionali, amnistia, provvedimenti fiscali».

Invece quali sono i filtri? «C'è di tutto e di più: a volte dice no perché si creerebbe il vuoto legislativo, avolte perché il quesito è troppo complesso, altre volte ancora perché il quesito e troppo specifico. Uno stesso tema (il nucleare), dichiarato inammissibile nel 1979, è diventato ammissibile nel 1986 dopo Chernobyl. E via inventando, tanto da far dire a Livio Paladin che l`unica certezza era l'incertezza».

Anche convocare i cittadini a metà giugno è una bella furbata perfar fallire il quorum, non crede?

«Per fortuna oltre il 15 giugno per legge non si può, altrimenti li metterebbero ad agosto. Fanno paura persino quelli locali, i quesiti ecologisti milanesi che questa maggioranza non ha voluto abbinare alle elezioni comunali del 15 maggio».

Nel 2000 il Cavaliere invitò proprio all'astensione, ricorda? «Scherza? Il primo fu Craxi, poi arrivò Berlusconi. Disse più o meno così: i temi posti dai referendum radicali sono giusti, ma voi andate al mare, che le cose le regolo io quando vincerò. In effetti vinse nel 2001 e di quelle riforme liberalizzatrici non si vide neppure l'ombra. O vogliamo parlare della mobilitazione delle gerarchie vaticane sulla legge 40: sulla vita non si vota, cioè votano solo i parlamentari. I cittadini, meglio che si abbronzino».

Una storia che si ripete. La sconfitta dei referendum è inevitabile? «Bisogna lottare, come sta facendo Pannella. Vale la pena ricordare la frase di Gandhi: prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci. Forse, o meglio ci proviamo».

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