"Nel 2005 proprio in questo periodo, in molte eravamo impegnate nella campagna di referendum per abrogare alcune parti della legge "40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita ... Mentre cercavano di informare su argomenti ostici per la maggioranza delle "persone ... dicevamo che il problema non era solo il "si" o il "no" ma il "come". Provavamo a spiegare che il tema non era tanto schierarsi "di qui o di la, "pro life" o "pro scienza" ma era quello di come si costruisce una scelta consapevole in un mondo in cui il DNA è oggetto di "brevetti commerciali, la maternità oggetto di desiderio (e non più destino biologico) e la genitorialità forse, anche, uno status symbol .
"Lo spazio che abbiamo provato ad occupare era scomodo. Oggi possiamo dire che la battaglia culturale l'abbiamo persa, e non solo "perchè i referendum non hanno raggiunto il quorum. L'abbiamo persa perchè sulla maternità/paternità in provetta la disinformazione "c'era, e c'è ancora. Perchè il faticoso stare nella complessità è stato puntualmen te travolto dal tritatutto mediatico. Perchè un corpo che "non può generare figli è ancora un tabù...... Se quella culturale è in stallo, altre battaglie sono state invece vinte : quelle giudiziarie. Il "referendum non ha raggiunto l'obiettivo di modificare le parti più discriminatorie e pericolose per la salute delle donne, mentre ci stanno "riuscendo i ricorsi delle coppie infertili.
"Erano stati il tribunale amministrativo del Lazio e quello di Firenze a dare ragione nel 2008, adue coppie di ricorrenti, e portare la legge "40 davanti al giudizio della Corte Costituzionale che il 31 marzo 2010 ... dichiarava incostituzionale l'obbligo di creare un numero "massimo di tre embrioni e di trasferirli in utero tutti in una volta, introducendo il principio secondo cui il trasferimento deve essere "effettuato senza pregiudizio per la salute della donna". La parte più punitiva della legge 40 veniva cancellata, grazie alla volontà di "alcune coppie molto determinate e dal lavoro fatto dal Collegio Legale nazionale composto da Ileana Alesso, Maria Paola Costantini, "Marilisa D'Amico e Sebastiano Papandrea.
"Lo stesso collegio ha messo a frutto un altro bel risultato aggredendo il divieto alla fecondazione eterologa cioè quella realizzata con "gamete (ovulo o seme) di donatore o donatrice esterna alla coppia. Nei prossimimi mesi la Corte Costituzionale esaminerà infatti le "questioni sollevate da una sentenza del Tribunale di Catania dell'ottobre 2010 e del Tribunale di Milano del gennaio 2011 ... "
Eleonora Cirant, editoriale
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