Vivere per la proposta di legge Eutanasia Legale

Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

Piano improvisation di Salvatore Maresca Serra

Alba Montori su Facebook

lunedì 7 dicembre 2009

Sic et simpliciter

Ringrazio Tiziana Ficacci e NoGod per aver velocemente più di me aver descritto come da donne ci si pone riguardo a "certe questioni da donne" che ci riguardano, ovviamente, e su cui sono gli uomini della politica e della salute a volere decidere (Genni Roccella e Binetti non fanno parte di nessuna delle due categorie) .

Mi pare che la Edna O'Brien non avesse tutti i torti, ma la mia scelta di nonviolenza mi spinge a promuovere azioni meno cruente...

alba

4/12/09 –

Il vero guaio delle donne è che devono sempre cercare di adattarsi alle teorie degli uomini sulle donne (D.H. Lawrence)
Il voto, pensai, non significa nulla per le donne. Dovremmo armarci (Edna O’Brien)

Secondo il ministro Sacconi la donna che vorrà abortire con la pillola Ru486 dovrà comunque stare tre o quattro giorni in ospedale rimanendoci fino all’avvenuta espulsione del feto. Una decisione che, per il ministro, è determinata dal rispetto della legge 194 che prevede per l’aborto chirurgico una sosta all’ospedale. Al di là dell’impossibilità di applicare questo regolamento - è noto che il malato anche morente può, dietro sua responsabilità, lasciare l’ospedale - è evidente che la questione è un'altra. Si vuole riaffermare che per le donne abortire deve essere faticoso, doloroso, avvilente, snervante, impegnativo, angoscioso, degradante, ignominioso.

La legge 194 contiene la via di fuga per i medici di obiettare perfino nel servizio pubblico. In realtà nella stragrande maggioranza dei casi copre dei medici fannulloni (nel senso offensivo che usa il ministro Brunetta), oppure che vogliono fare carriera senza perdere tempo per interventi non gratificanti per un chirurgo (come un dentista che cava un dente piuttosto che impiantare un bell’incisivo), o ancora che desiderano esercitare in ospedali di enti religiosi, e, per ultimo ma non ultimo, intervenire ambulatorialmente nei loro studi privati dietro sostanzioso compenso.
E’ evidente che l’introduzione della Ru486 scriverebbe la parola fine a queste avvilenti storie.
Ma, il ministro del Welfare (che vuol dire benessere), non vuole consentire alle donne che governa di essere maggiorenni. E allora per giustificare l’ingiustificabile si concentrano in bella sequenza tutti i più frusti, umilianti luoghi comuni sulle donne scervellate che se facilitate abortirebbero un giorno si e un giorno pure.

Riuscirà il ministro Sacconi con la sua ignorante cocciutaggine a tenere l’Italia fuori dal mondo civile? Anche questa volta siamo davanti a scelte ideologiche ma difficilmente applicabili, così come è successo per le ronde o per l’immigrazione clandestina. Sono norme che gettano veleno nella società, e qualcuno si chiederà, se la politica le donne le vede come delle stolte che inghiottono una pilloletta come fosse una zolletta di zucchero, perché non posso permettermelo io che sono il marito e la schiaffeggio, che sono il collega e le faccio mobbing, che sono il corteggiatore respinto e le faccio lo stalking?

Quelle del ministro sono norme fatte per compiacere la Chiesa romana, solo le gerarchie non certo le cattoliche, ma che non impediranno alle italiane di assumere la Ru486 come succede già in alcune regioni e nel resto del mondo.

La politica del ministro del Welfare renderà difficile la vita al personale sanitario intelligente, alle donne più povere, ma nella realtà è stupida e di corto respiro. Perché le donne, e per fortuna sempre in numero crescente, hanno consapevolezza e rispetto di sé, e sanno che nessun Sacconi potrà costringerle ad un ricovero coatto o alle grinfie di un aborto chirurgico non deciso da sole.

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