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Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

Piano improvisation di Salvatore Maresca Serra

Alba Montori su Facebook

venerdì 7 dicembre 2007

Grazie Massimo

MASSIMO CONSOLI, UN CAMMINO IMPORTANTE. QUELLO GIUSTO.

Dobbiamo molto a Massimo per le tante cose che ci ha insegnato: la sua umanità, la coerenza, la profonda onestà intellettuale, la grande capacità di ascolto, la profondità teorica, la sua modestia naturale, quasi schiva, che gli aveva fatto guadagnare il rispetto di tutti. E poi la sua tenerezza, insieme all'ironia sottile, colta, schietta, contro tutti i protocolli.

Per questo cerco di non scadere al rango di celebrazione retorica svuotata perciò di senso e riempita di melensaggini.

Gli anni passati potranno magari confondere cronologie ed eventi ma indelebili rimarranno il ricordo e l’immagine di Massimo che si è sempre espresso in piena coerenza con la convinzione che, con il cambiare dei tempi, la società di un’Italia virile , cattolica e fascista non avesse più alibi di ben altre necessità e chi si occupasse della posizione degli omosessuali e non che non fosse recepita, con mancanza di acume, come trascurabile minoranza.

Con immensa generosità ha sempre messo a disposizione di tutti e tutte le proprie competenze ed esperienze dimostrando uno smisurato impegno e senso di partecipazione e responsabilità.

Anarchico, libero da qualsiasi appartenenza politica, disinteressato delle alchimie partitiche, è sempre stato competitivo nei pensieri e nelle azioni. La sua vita è e rimane un soggetto pasolinianamente “eretico”.

Da sincera persona rispettosa [dico rispettosa e non superficialmente e spocchiosamente “tollerante”] di ogni identità, di ogni minoranza che fa la nostra ricchezza di individui non posso che cercare di continuare a dare il mio modesto contributo affinché si sollecitino le coscienze per rimetterle duramente in discussione.

Massimo è riuscito a farci commuovere, indignare, inorridire e riflettere. Noi siamo oggi, confessiamocelo, molto più fortunati, almeno nel nostro contesto occidentale, e con tutte le ovvie riserve che ben conosciamo [discriminazioni latenti, violenze e attacchi gratuiti].

Tutto ciò invita tutti noi a riprendere il vigoroso e speranzoso ottimismo dell’azione, della mobilitazione e dell’impegno.

Occorre coraggio, serio senso critico, lucida coscienza morale di quanto accade ancora oggi. Voltarsi e far finta di nulla significa veramente annullare il senso più autentico dell’esistenza di Massimo.

Facciamo si che valori come la giustizia, la libertà, i diritti civili e sociali siano globali, così come globale dovrebbe essere il riconoscimento dei valori fondanti la dignità e i diritti della persona, e sia pure declinati nelle varie realtà e nelle varie culture.

Ebbene, io credo di sì, credo valga veramente la pena rimettersi in discussione e riprendere il cammino di Massimo. La priorità è riconquistare voce e vivere in una società laica, libera e dirittuale.

Oggi, il bimbo di Lorenzo e Milica, porta il nome del nonno. Massimo appunto.

Anche per questi motivo, oggi, Massimo è ancora vicino a noi.

Ciao Massimo. Hai fatto il cammino giusto.

PAOLO VIOLI
8 novembre 2007

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