Vivere per la proposta di legge Eutanasia Legale

Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

Piano improvisation di Salvatore Maresca Serra

Alba Montori su Facebook

lunedì 23 aprile 2007

GAYA CsF NEWS DEL 23 APRILE 2007

NOTIZIARIO GAYA CsF
23 APRILE 2007
Tornano le news dei Gaiysti senza
frontiere.
Buena Vida a tutti
Gaya CsF

TRANS UCCISO IN CASA: AVEVA TESTA FRACASSATA.

PESCARA:
Un transessuale di 37 anni è stato ucciso la scorsa notte a Pescara, nella sua abitazione, presumibilmente con dei colpi alla testa. La vittima è Emanuela Di Cesare, Marco prima del
cambio di nome.
Non è stata trovata l'arma. La Polizia ritiene che conoscesse il suo aggressore e che si sia trattato di un omicidio d'impeto. In casa è stata trovata un'agenda con appuntamenti e tariffe
di prestazioni sessuali. Il corpo di Emanuela, nudo, era riverso su un divano. La testa era fracassata e sul viso è stato trovato un cuscino.
Prima di morire la vittima aveva preparato un caffé per due persone ed aveva avuto un rapporto sessuale. E' stato trovato il gas aperto.
Dall'abitazione mancano due o tre telefoni cellulari, un computer portatile del quale si è trovata solo la custodia e, probabilmente, dei soldi. L'appartamento è situato al primo piano di uno stabile di cinque. Il corpo è stato trovato nel corso di un intervento dei vigili del fuoco, chiamati dai vicini che avevano avvertito un forte odore di gas. Le indagini sono coordinate dal pubblico ministero Aldo Aceto che nelle prossime ore o al massimo domani deciderà per l'autopsia. FONTE ANSA


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COMUNICATO STAMPA GAYA CsF
23.01.07
UN FIORE DI LOTO PER EMANUELA
Emanuela è l’ennesima vittima dell’omofobia diffusa nel nostro
paese, necessitano urgentemente concrete misure di prevenzione e leggi
anti-discriminazione, perché mentre tutti pensano alla salvaguardia
della famiglia (più che altro delle loro famiglie), mentre si continua
a predicare la castità e l’amore eterosessuale come unica espressione
del Dio Vivente; la gente comune continua a morire…. Emanuela è stata
brutalmente uccisa da qualcuno che forse conosceva bene, è stata uccisa
anche dalla perpetua ignoranza e dal disinteresse di certe forze
politiche che hanno come unici interessi, quelli di ignorare l’
esistenza di tutte le altre forme di vita che non corrispondano ai loro
rassicuranti canoni di “moralità”. E dunque, mentre viene difesa questa
falsa moralità, ci sono degli esseri umani che muoiono in nome dell’
ignoranza e dell’indifferenza altrui. Ciao Emanuela, noi di Gaya CsF,
ti promettiamo che nulla resterà intentato affinché un giorno ci sia
una vera e propria giustizia per qualunque essere umano. Un abbraccio.

Gaya CsF L’Aquila.
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COMUNICATO STAMPA
MANNU, BRABU ANGIUS!
Spiragli di luce al Pala Mandela di Firenze.
Gavino Angius, leader della terza mozione presentata all’ultimo Congresso della Quercia, si richiama alla laicità dello Stato e critica l’intervento della Chiesa e difende le persone omosessuali, “che per noi non sono persone innaturali, sono cittadini uguali e che
come tali devono essere rispettati, come accade in tutte le democrazie del mondo”. Secondo Angius i ripetuti inviti delle gerarchie ecclesiastiche ai politici di rispettare e garantire il magistero della Chiesa si configurano quasi come una violazione della Costituzione, che
afferma che lo Stato è libero e sovrano.
Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli ringrazia di cuore il Senatore Gavino Angius
per le belle parole spese in favore della comunità glbt e a tutela della laicità dello Stato Italiano, laico e sovrano, che non deve essere sottomesso a nessuna ingerenza politica esterna. Consideriamo inoltre l’importanza delle parole del Senatore Angius in un contesto di evidente discriminazione delle persone omosessuali, le cui differenze vengono colpevolmente considerate un disvalore anziché il valore aggiunto della comunità glbt e della gran parte della società civile
che ambisce invece ad una cultura delle differenze solidale e di sicuro arricchimento politico e sociale per tutti.
Auspichiamo che l’appuntamento del Gay Pride Nazionale Unitario del 9 giugno a Roma sia
il momento dell’incontro di tutte le anime accomunate dal desiderio di ottenere pari dignità, la parità dei diritti e la laicità dello Stato.

Mànnu, brabu Angius!

Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
Rossana Praitano – Presidente
Sergreteria Politica tel. 06/5412985 fax 06/5413971 339/7126198
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ERO UN VIVISEZIONISTA
Riportiamo un articolo pubblicato il 31 marzo 2007 dal quotidiano inglese "The Guardian". Dalla voce di un ex-vivisettore, tutto l'orrore di questa pratica, e il perche' continua a esistere e a essere insegnata nelle universita' come fosse cosa dovuta e normale. Iniziò tutto quando ero
uno studente universitario di medicina. Venimmo abituati gentilmente; iniziammo guardando video di esperimenti su conigli anestetizzati e prendendo nota dei risultati. In seguito effettuammo esperimenti sulle zampe delle rane e poi sui cuori. Prendevamo la cosa seriamente e 15 anni dopo ricordo ancora i principi fisiologici che imparavamo in quegli esperimenti. Così sembrava ne valesse la pena. Quando iniziai il dottorato, dovetti frequentare un corso che insegnava a occuparsi degli animali sotto anestesia e ucciderli con umanità. Gli esperimenti sugli animali sono rigidamente normati in Gran Bretagna; è necessaria una licenza dal Ministero degli Interni e si devono fare esami e test pratici per dimostrare la propria competenza. Il corso fu spaventoso.
Guardavamo un video su come uccidere gli animali - gente con maschere e camici da laboratorio che sbattevano gli animali sul lato di un tavolo o gli spezzavano il collo - e poi discutevamo tranquillamente di etica, come se tutto avesse senso. Il problema è che non ce l'aveva - ma devo essermi perso il pezzo in cui ci incoraggiarono a metterlo in dubbio.
Quando iniziai a lavorare nel laboratorio di ricerca, venne il mio turno. Eravamo attentamente supervisionati e non ci veniva fatta fretta di uccidere animali prima che fossimo sicuri di poterlo fare in modo appropriato. Ma non mi sembrava giusto fare gli esperimenti senza compiere anche l'uccisione. Riuscivo a sentire il battito frenetico del cuore della cavia quando la presi in mano; non era l'unica ad essere nervosa. E poi lo feci. Le sbattei la testa sul lato del tavolo per
tramortirla, poi le tagliai la gola e morì dissanguata. Il rumore del cranio che sbatte contro il tavolo non mi lascerà mai; 10 anni dopo sobbalzo ancora quando sento un suono simile. In alcuni laboratori, il danno psicologico che questa tecnica infligge sullo staff è ben noto e agli animali viene perciò iniettata una dose mortale di anestetico. Ma questo è molto più doloroso per l'animale e può danneggiare il tessuto sul quale si vuole sperimentare. Così li colpivamo sulla testa e vivevamo con il suono di crani rotti. Presto divenne più facile. Ciò che all'inizio mi aveva scioccato fu all'improvviso molto normale e banale. Sbattere la nuca delle cavie e poi tagliare loro la gola non mi faceva davvero più effetto. E sembrava non fare alcun effetto a nessun
altro. I colleghi mi dissero che era una strategia del tutto naturale per farcela, che semplicemente non lo avresti potuto fare senza razionalizzarlo nella tua testa. Gli amici immaginavano che stavo facendo sicuramente della ricerca medica che valeva disperatamente la pena per giustificare un tale comportamento, che stavo per scoprire la cura per l'AIDS o per le malattie cardiache. La verità è che il lavoro di ricerca procede spesso per tentativi ed è solo il senno di poi che ci permette di giudicare quali erano le scoperte utili. Nel frattempo il palazzo nel quale lavoravo era sotto assedio da parte degli antivivisezionisti. Un importante leader per i diritti degli animali stava facendo lo sciopero della fame in prigione. I suoi sostemitori avevano fatto circolare una lista di accademici che avrebbero ucciso per vendetta se il leader fosse morto. Eravamo circondati da barriere di acciaio e da poliziotti a cavallo dalle facce severe. L'auto del
dipartimento aveva uno specchietto su un'asta, così da poter controllare se sotto c'erano bombe. Ma a volte avere un nemico contro il quale unirsi rende più facile non mettere in dubbio ciò che si sta facendo. E una volta che ci sei dentro è difficile uscirne. Quando ebbi terminato il mio dottorato triennale, me ne andai. Ero diventato un uomo che pensava fosse normale uccidere animali quotidianamente e non soffrirne, il che non era esattamente ciò che volevo essere. Un anno dopo che avevo terminato presi in mano di nuovo una cavia. Era una di quelle molto pelose, la cui testa e coda erano difficilmente distinguibili. Non dissi al suo proprietario cosa facevo una volta.
Avevo un irrazionale timore di andare fuori di testa all'improvviso e colpire il povero animale. Non lo feci, ma dovetti nascondermi le mani, che tremavano quando lo rimisi giù. Ora mi considero riabilitato. Ho ucciso solo due animali da allora: un uccello selvatico senza una zampa
e brulicante di vermi e un coniglio mezzo morto con una mixomatosi.
Entrambe le volte poi ho vomitato di puro orrore. Ma questa è una reazione naturale e ne sono felice.
Fonte:The Guardian, I was a vivisectionist
Da AgireOra Network: www.agireora.org
INVIATO DA Promiseland.it
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COMUNICATO STAMPA
“IL LIBRO VOLANTE”
Sono usciti, come supplementi della rivista Il libro volante diretta da Andrea Panerini, due libri della collana Biblioteca del '900 curata da Tiziano Arrigoni in collaborazione con l'Archivio storico della Città di Piombino. I due volumi sono Sulle tracce di Mazzini nell'Europa del
novecento di Tiziano Arrigoni e Garibaldi socialista di Ezio Bartalini.
Sulle tracce di Mazzini nell'Europa del novecento è un saggio innovativo e non scontato di Tiziano Arrigoni sulle influenze mazziniane nell'europa novecentesca. “Mazzini è difficile da
classificare ideologicamente e politicamente” scrive un suo recente biografo, R.Sarti, così come P. G. Zunino, parlando dell’ideologia fascista, riconosceva a Mazzini “una innegabile poliedricità (che) aveva fatto del genovese un ispiratore di uomini e tendenze diversissime”.
Questo ha fatto in modo che nel novecento il pensiero mazziniano abbia seguito strade divergenti e talvolta inaspettate. In base alla documentazione contenuta nel fondo Bartalini dell’Archivio Storico della città di Piombino, Arrigoni cerca di seguirne alcune, che dall’Italia portano verso l’Inghilterra e la Turchia. Il nostro viaggio con Mazzini attraverso il novecento non può non partire da Genova (dove Bartalini ha trascorso la sua giovinezza), in particolare da un simbolo della nuova Italia post risorgimentale, ossia quel monumento a Mazzini, eretto nel Parco della Villetta nel 1882, il Mazzini cantato da Algernon Charles Swinburne (“Italia, mother of the souls of men…”). Il percorso ideale prosegue nell’Italia liberale prefascista e nel primo
dopoguerra quando il Mazzini progressista venne in gran parte messo “ai margini dalla crescita del movimento socialista”, tanto che ormai “più di Mazzini era temuto Marx”, così come nella geografia elettorale italiana i repubblicani mazziniani avevano un seguito consistente solo
in certe aree del paese come la Maremma toscana, la Romagna e le Marche.

Garibaldi socialista è una raccolta di articoli che Ezio Bartalini, pubblicista socialista, pubblica tra gli anni quaranta e cinquanta del novecento per analizzare e commemorare la figura del grande condottiero italiano. Un Garibaldi laico e socialista è il filo conduttore che attraverserà gli scritti di Ezio Bartalini sul generale fin dagli inizi del secolo e che riproporrà anche sull’ “Ordine Nuovo” di Gramsci, associando il socialismo di Garibaldi a quello di Mazzini.
A questo proposito poneva l’accento sopra alcuni aspetti della biografia di Garibaldi, in particolare l’incontro con il gruppo di socialisti sansimoniani, guidati da Emile Barrault, a bordo della nave “Clorinda” che li trasportava a Costantinopoli nel 1833. Il gruppo costituiva la cosiddetta “Mission des compagnons de la femme” e cercava una nuova terra dove poter sperimentare la “religione” sansimoniana.
Un'opera preziosa e non comune riesumata grazie al paziente lavoro di Tiziano Arrigoni che intende in questo modo onorare i bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi.
Ogni supplemento è ordinabile presso l'editrice La Bancarella (http://www.bancarellaweb.eu -
labancarella@aruba.it ) al prezzo di euro 6,00 per le copie cartacee e di euro 3,00 per i volumi in formato e-book.
Prossimamente per la collana Biblioteca del '900 curata da Tiziano Arrigoni (supplementi
alla rivista Il libro volante diretta da Andrea Panerini) testi preziosi e talvolta inediti di Gabriele D'Annunzio, Giuseppe Garibaldi, Pietro Nenni, Ada Negri, Antonio Gramsci e molti altri...
Supplementi al n. 1 de Il libro volante
Dir. Resp. Pino Bertelli
Direttore Andrea
Panerini
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COMUNICAZIONE
AZIONE GAY E LESBICA
RESENTA: "ROBOTIKA"
siluri transfasici, (straccetti di)laicità e pari opportunità!
MARTEDI’
24 APRILE, AUDITORIUM FLOG Via Mercati, 24/b Firenze Con Ravamarah e
Bigsur dj Staff Kupidoidi Cyborg Venus Freak Performance…. Durante la
serata, promozione campagna UNO STRACCIO DI LAICITA’ a tutti/e/* coloro
che lo vorranno, sarà dato uno straccetto "di laicità"! APERTURA CASSA
ORE : 22.30 INGRESSO : 10,00 Euro Ridotto : 8,00 Euro Soci/e/* ARCI
Ridotto speciale : 5,00 Euro Soci/e/*

Azione gay e lesbica
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NESSUNO
TOCCHI CAINO
21.04.2007
PENA DI MORTE. I RADICALI SULLA MORATORIA -
19 aprile 2007: i soggetti dell’area radicale Nessuno tocchi Caino,
Radicali Italiani, Partito Radicale Transnazionale e Associazione
Coscioni hanno emesso il seguente comunicato: “Con lo sciopero della
fame ad oltranza, giunto oggi al terzo giorno, di Marco Pannella,
Sergio D’Elia, Valter Vecellio, Guido Biancardi, Claudia Sterzi e Lucio
Bertè, chiediamo al Governo italiano di ottemperare ai mandati ricevuti
e agli impegni assunti presentando una risoluzione per la moratoria
universale all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in corso
patrocinata, oltre che dall’Italia e altri paesi europei, dai paesi
rappresentativi di tutti i continenti che ne condividono l’obiettivo.
E’ infatti assolutamente opportuno che si connoti non come iniziativa
dell’UE in quanto tale, rischiando di relegare in tal modo l’
universalità della richiesta di moratoria ad un vecchio schema non più
presentabile e degno di tale grande obiettivo. Diamo atto con
soddisfazione al Sottosegretario Stefano Boco della chiarezza politica
e correttezza istituzionale con cui oggi a Montecitorio ha inteso
intervenire, a nome del Governo, sulla questione della moratoria Onu
delle esecuzioni capitali, questione che ha palesato anche un
atteggiamento irrituale e costituzionalmente poco corretto del Governo
nei confronti del Parlamento. Intervenendo in sede di replica al
dibattito generale sulla abolizione della pena di morte dalla
Costituzione, Boco ha detto due cose importanti: la prima, che il
Governo è tenuto ad “attuare e non interpretare le scelte del
Parlamento”, chiaramente e unanimemente volte alla presentazione all’
Assemblea Generale dell’Onu in corso di una risoluzione sulla
moratoria; la seconda, che il Governo italiano non è assolutamente
vincolato a un preventivo “consenso europeo”, anzi deve essere il
“locomotore” dell’iniziativa all’Assemblea generale dell’Onu. Lo stesso
Segretario Generale Ban Ki-moon ha ribadito ! ieri il suo sostegno
“all'iniziativa del Governo italiano di presentare la proposta
all'Assemblea Generale Onu perché sia raggiunta una moratoria globale
sulla pena di morte", invitandolo – e questo è sicuramente molto
significativo - a "rafforzare e moltiplicare le consultazioni con gli
altri Paesi membri dell'Onu per raggiungere il sostegno necessario."
Altro che “consenso europeo” del quale sentiamo parlare da fonti
governative anche rispetto alla prossima riunione del Consiglio Affari
Generali dell’UE prevista per il 23 aprile. Già in parlamento si
precisò dovesse trattarsi di mera CONSULTAZIONE. Il “consenso europeo”
sarebbe un’artificiosa preclusione alla universalità dell’iniziativa di
sapore almeno eurocentrico se non proprio avvertibile come paleo o neo
colonialistico.”
MORATORIA.
BAN, ITALIA MOLTIPLICHI CONSULTAZIONI CON MEMBRI ONU -
18 aprile 2007: "Mi auguro che il Governo italiano e la
delegazione italiana alle Nazioni Unite possano rafforzare e
moltiplicare le consultazioni con gli altri Paesi membri dell'Onu per
raggiungere il sostegno necessario" all'iniziativa per la moratoria
sulla pena di morte. Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni
Unite, Ban Ki-Moon, intervenendo di fronte alle commissioni Esteri
riunite di Camera e Senato a Montecitorio. Ban ha ricordato di avere
"accolto con favore l'iniziativa del Governo italiano di presentare la
proposta all'Assemblea Generale Onu perché sia raggiunta una moratoria
globale sulla pena di morte". "Ho dato il pieno sostegno a questa
tendenza della comunità internazionale perché venga abolito del tutto
il sistema che prevede la pena di morte, credo che la vita umana sia un
bene prezioso da salvaguardare", ha aggiunto l'ex ministro degli Esteri
sudcoreano. A seguito delle dichiarazioni del Segretario generale Onu,
Sergio D'Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino e Deputato della Rosa
nel Pugno, in sciopero della fame ad oltranza dal 16 maggio con Marco
Pannella, Valter Vecellio, Guido Biancardi, Claudia Sterzi e Lucio
Bertè per la presentazione della risoluzione pro moratoria
all'Assemblea Generale dell'ONU in corso, ha diffuso il seguente
comunicato: "Il Governo italiano si faccia forte, dopo le delibere
unanimi del Parlamento italiano, quella a stragrande maggioranza del
Parlamento europeo, le manifestazioni di opinione pubblica come la
Marcia di Pasqua e le iniziative nonviolente che i radicali stanno
conducendo da tempo, e dall'altro ieri con lo sciopero della fame ad
oltranza, si faccia forte dicevo, ora anche delle parole del Segretario
Generale dell'ONU Banki-Moon il quale ha detto di sostenere
l'iniziativa del Governo italiano all'Assemblea Generale per la
moratoria universale delle esecuzioni capitali e accolga l'invito a
rafforzare e moltiplicare le consultazioni con i membri dell'Onu e
quindi a non cercare solo il consenso europeo."
MORATORIA.
D’ALEMA, RISOLUZIONE PASSA PER CONSENSO UE -
17 aprile 2007: al Consiglio Europeo Affari Generali (Cagre) di lunedì 23 aprile a Bruxelles, si
verifichera' se vi e' un consenso europeo per presentare adesso
all'Assemblea Onu la risoluzione sulla moratoria per la pena di morte
oppure se attendere la prossima sessione a settembre. E' quanto ha
spiegato il ministro degli Esteri Massimo D'Alema a margine della sua
visita ad Algeri. "Siamo impegnati a raccogliere le adesioni attorno
alla dichiarazione europea - ha detto il titolare della Farnesina
descrivendo i passi nei quali e' impegnata l'Italia. I Paesi Ue hanno
presentato una dichiarazione per l'abolizione della pena di morte e
intanto per la moratoria delle esecuzioni intorno a questa
dichiarazione si vanno raccogliendo le adesioni che attualmente sono
arrivate a 89, una quota elevata anche se ancora non raggiunge la
maggioranza assoluta dei paesi membri dell'Onu". "La prima condizione
e' questa -ha sottolineato D'Alema- se noi avremo un'adesione molto
larga e nettamente maggioritaria questo certamente aprira' la strada
perche' poi la risoluzione possa essere adottata dall'Assemblea
generale dell'Onu. Nello stesso tempo abbiamo posto in sede europea
l'urgenza della presentazione della risoluzione. Si tratta di decidere
se ci sono le condizioni per avere un consenso europeo e presentare la
risoluzione nel corso dell'attuale sessione dell'Assemblea generale,
oppure se attendere la prossima sessione a settembre. Questa credo
sara' fondamentalmente la discussione che si sviluppera' lunedi' al
Consiglio Affari Generali.
KAZAKISTAN. LE INIZIATIVE DI NESSUNO TOCCHI CAINO PRESENTATE ALL’EURASIA MEDIA FORUM AD ALMATY -

18 aprile 2007: Il presidente del Kazakistan, Nursultan Nazarbayev, inaugura giovedì 19
aprile ad Almaty lo Eurasian Media Forum, tre giorni di discussione dedicati alla politica internazionale con la partecipazione di politici ed esperti di tutto il mondo.
L’agenda include in particolare i temi della sicurezza, dell’energia e della libertà dei media. Nel corso della prima sessione, dedicata al futuro dell’Iraq e presieduta dal
produttore di Al Jazeera per gli Stati Uniti Riz Khan, Antonio Stango a
nome di Nessuno tocchi Caino illustrerà l’iniziativa “Nessuno tocchi
Saddam” e la campagna per una moratoria universale della pena di morte.
Intervengono fra gli altri l’ex Primo Ministro della Federazione Russa
Evgeny Primakov, l’ex ministro per i diritti umani dell’Iraq Bakhtiar
Amin, il deputato britannico George Galloway, il giornalista israeliano
Tzvi Yehezkeli, Richard Perle, già sottosegretario alla Difesa degli
Stati Uniti, e Richard Holbrooke, ambasciatore degli Stati Uniti all’
ONU nel periodo 1999-2001. In Kazakhstan è in vigore la moratoria delle
esecuzioni dal 2003. I prigionieri dei bracci della morte sono 28. Nel
corso di diversi incontri promossi da Nessuno tocchi Caino nell’ultimo
anno, le autorità di governo si sono dimostrate disponibili a sostenere
le iniziative del governo italiano per la moratoria alle Nazioni Unite,
anche se il Kazakhstan non ha ancora firmato la Dichiarazione di
Adesione indirizzata alla Presidenza dell’Assemblea Generale.
AFRICA.
RUANDA FIRMA LA DICHIARAZIONE PER LA MORATORIA
- 16 aprile 2007: l’ex Rappresentante Speciale dell’Ue per la Regione dei Grandi Laghi, Aldo
Ajello, incaricato dal Governo italiano di trovare sostegni in Africa
all’iniziativa contro la pena di morte, ha convinto il governo ruandese
a firmare la dichiarazione internazionale sulla moratoria delle
esecuzioni in vista l’abolizione della pena di morte. Lo rende noto
“Nessuno tocchi Caino”, che riporta un articolo del quotidiano ruandese
“The New Times” del 15 aprile. “Ho discusso la questione della firma da
parte del Ruanda con il Presidente Kagame, che sostiene il processo”,
ha detto Ajello, aggiungendo che la firma della dichiarazione vedrà il
Ruanda unirsi a una lunga lista di paesi che riconoscono il valore dell’
iniziativa umanitaria. Ajello ha notato che “oltre a porre il Paese in
una miglior posizione globale rispetto alle riforme giudiziarie, l’
adesione all’iniziativa di NtC aiuterà il paese a fare le riforme
necessarie per assicurare alla giustizia i responsabili del genocidio
del 1994.” Il cambiamento interno consentirà ai paesi che hanno
arrestato responsabili del genocidio ma che sono contrari alla pena di
morte di estradarli in Ruanda. L’adesione alla iniziativa per la
moratoria universale della pena di morte avviene in un momento in cui
il Ruanda sta per approvare in Parlamento una legge per l’abolizione
della pena di morte. Questa settimana, due commissioni per i diritti
umani, in Kenia e in Nigeria, hanno esortato i loro governi a muoversi
in senso abolizionista. Il 16 aprile, la commissione nigeriana
presidenziale sulla riforma dell’amministrazione della giustizia ha
presentato al presidente Olusegun Obasanjo una serie di
raccomandazioni, che comprendono la liberazione per chi è nel braccio
della morte da più di 15 anni e la revisione dei casi per chi si trova
nel braccio da più di 10 anni, oltre che per gli ammalati e per chi ha
disturbi mentali. La commissione propone inoltre la commutazione in
ergastolo per tutti gli altri condannati a morte e il rilascio per
tutti i detenuti da più di cinque anni i cui fascicoli sono andati
persi. “E’ necessaria una moratoria ufficiale sulla pena di morte”,
aggiunge Olawale Fapohunda, Segretario della Commissione. “La
Costituzione consente la condanna capitale, ma stiamo studiando come la
carta fondamentale possa essere cambiata per commutare tutte le
condanne a morte in ergastolo, così come è successo in Sudafrica”,
spiega Fapohunda. Anche in Kenia, in un documento rilasciato il 18
aprile, la Commissione Nazionale per i Diritti Umani (KNCHR),
raccomanda al governo di abolire la pena capitale. Il Parlamento del
Kenya dovrebbe con urgenza muovere passi per abolire la pena di morte
nel paese, inoltre un provvedimento presidenziale dovrebbe sospendere l’
esecuzione di condanne capitali già emesse per poi commutare in
ergastolo le condanne dei prigionieri del braccio della morte. Queste
sono alcune delle raccomandazioni contenute nel documento Position
Paper n°2/2007 della KNCHR. Istituita dal Governo nel 2002, la
Commissione ha il compito di sviluppare promozione e protezione dei
diritti umani nel paese, formulando sul tema raccomandazioni all’
esecutivo. Per la Commissione, il Parlamento dovrebbe emendare le leggi
che attualmente consentono la pena di morte, incluse le sezioni 204, 40
(3) e 296(2) del codice penale, i capitoli 63 e 75 della Laws of Kenya,
il codice di procedura penale, oltre ad alcune parti del Bill of Rights
della Costituzione keniana.

BUENA VIDA

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