Vivere per la proposta di legge Eutanasia Legale

Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

Piano improvisation di Salvatore Maresca Serra

Alba Montori su Facebook

lunedì 23 aprile 2007

Gaya CsF NEWS DEL 20 APRILE 2007

Arrivano le news dei gayisti senza frontiere
Buena Vida
Gaya CsF


NOTIZIARIO GAYA CsF 20 APRILE 2007
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COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
VERDI ABRUZZO – GAYA CsF 20 Aprile 2007
IL GRUPPO VERDI ABRUZZO E GAYA CsF, PRESENTANO:
ADELINA, LA SUA STORIA, IL SUO LIBRO.

Adelina è ragazza albanese rapita a due passi da casa, dal raket della prostituzione, quand’era ancora un’adolescente, portata in Italia, costretta a prostituirsi, violentata, torturata e seviziata in ogni maniera. Adelina è fuggita dai suoi aguzzini, denunciandoli, e racconta la sua storia nel libro: “LIBERA …. Dal raket della prostituzione”, redatto da “Iaculano Editore”, costo 12 euro. L’evento verrà annunciato in conferenza stampa il giorno 24 aprile 2007, ore 11.30, presso la sala Ignazio Silone Regione Abruzzo (Palazzo dell’Emiciclo), via Michele Iacobucci, 4; alla presenza di rappresentanti politici locali e nazionali.
La presentazione si terrà presso i locali dell’agenzia di promozione culturale, in via Roio N°12, il giorno 26 Aprile, alle ore 17.30.
Presenterà il doppio incontro: Carla Liberatore (Ufficio Stampa VERDI Regione Abruzzo); relatori: Walter Caporale (Capogruppo Regionale dei VERDI Abruzzo) e Cristiana Graziani (Gruppo Consiliare VERDI Regione Abruzzo).
INFO: Carla Liberatore Tel 329/4913797 - Cristiana Graziani Tel. 347/0128040Uff. Stampa VERDI Regione Abruzzo 0862/4005213 Fax 0862/400215

NOTA DELL’AUTRICE:
Adelina: sono un’ex schiava del sesso, da vittima a testimonial contro il Racket per aiutare tutte le donne rese schiave da questo tipo di criminalità. Autrice del libro “Libera … dal racket della prostituzione”, m’impegno ad ogni livello comparendo nei network locali e nazionali, per raccontare la mia storia, promuovere iniziative contro il racket e per promuovere il progetto “Tricarico” che consiste nell’apertura di una casa d’accoglienza per le donne che si ribellano al racket della prostituzione.
Dedico il progetto “Tricarico” a tutte le forze dell’ordine e in particolare alla Compagnia dei Carabinieri di Tricarico in provincia di Matera ed in special modo al Maggiore Mario Tusa del 10° Battaglione Carabinieri di Napoli e al Colonnello Giacomo Vilardo della regione Basilicata; essendo stati loro stessi degli eroi del nostro tempo poiché grazie alla loro tenacia dal 1998 al 2002, sono state sottratte più di 500 donne alla criminalità organizzata e salvate dalla schiavitù. Quando chiesi al Maggiore Mario Tusa, il 26 novembre scorso, nell’ambito di una iniziativa in Basilicata, cosa provano loro Carabinieri quando salvano queste donne, lui rispose: “Per tutto il lavoro che abbiamo fatto ci ha guidato la mano di Dio, altrimenti non avremmo potuto svolgere un lavoro così grande a livello nazionale”. Aggiunse ancora: “Tutti i bambini e le donne che abbiamo salvato, li dedichiamo a nostro Signore Gesù e alla Madonna”.
Questo è uno dei principali motivi per cui io dedico il mio progetto al Maggiore Tusa e al Colonnello Vilardo, anche perché li ritengo un esempio da seguire.
Adelina.
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COMUNICATO STAMPA
Napoli, 18/4/2007ARCIGAY “ANTINOO” DI NAPOLI, AL CAPRI FILM FESTIVAL

E’ centrato sul tema della diversità - con lo slogan "La diversità: diversi ma uguali" – la prima edizione del Capri Film Festival (http://www.caprifilmfestival.it), che dal 19 al 21 aprile porterà sull'isola azzurra decine di cortometraggi in un concorso per giovani registi che ha come presidente di giuria la regista Liliana Cavani.
La tematica della diversità è stata fortemente voluta dagli organizzatori del festival per la sua attualità ma anche per l’innegabile rapporto con l’isola, che proprio sul mito della diversità ha costruito nel tempo la sua fortuna. Nel corso della mattinata di venerdì 20 aprile, presso l’auditorium del Palazzo Congressi di Capri, sede del festival, in vico Sella Orta, 3, si parlerà anche di omosessualità con un dibattito a cui interverrà tra gli altri, il presidente dell’Arcigay di Napoli Salvatore Simioli e vedrà la partecipazione degli studenti delle Scuole Superiori dell’isola. “Nelle scuole italiane spesso i ragazzi che sono o sembrano essere omosessuali sono emarginati ed oggetto di prevaricazioni ed aggressioni", afferma Salvatore Simioli, "Avere l’occasione di discutere con gli studenti delle superiori di diversità durante il festival del cinema di Capri può essere quindi un utilissimo contributo alla formazione delle nuove generazioni al valore del rispetto dell’altro”.
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COMUNICATO STAMPA OPEN MIND CATANIA
L’ Open Mind, centro di iniziativa gay lesbica bisessuale e transessuale, ritiene inaccettabile l’ordine del giorno del consiglio comunale di Catania, avente come oggetto la manifestazione del family day che si svolgerà a Roma il 12 Maggio, col quale si impegna l’amministrazione comunale ad aderire alla manifestazione in rappresentanza dell’intera città di Catania.
Non ci sentiamo rappresentat* come persone GLBT da esponenti di partiti del Centro Destra che, in difesa della famiglia “normale”, discriminano le altre forme di relazioni e affettività possibili.
Diffidiamo l’amministrazione comunale ad aderire al family day, evento che raggruppa la parte più retriva, omofoba, e fascista del panorama politico “civile” del nostro paese.
Reputiamo falsa e ipocrita che il pensiero discriminatorio e omofobo possa rappresentare l’INTERA città di Catania.

Nella nostra città vivono persone libere e democratiche che non possono essere rappresentate dai fautori di tale pensiero.
Se qualcuno di questi esponenti politici volesse aderire al family day, lo faccia privatamente, e non in rappresentanza della città. Catania non merita un simile affronto.

OPEN MIND centro di iniziativa gay lesbica bisessuale transessuale
via gargano 33, 95129 – Catania
tel./ fax 095.532685 - http://www.openmind.too.it
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COMUNICATO STAMPA VERDI PER AREZZO
Si terrà venerdì 20 Aprile alle ore 21.15 presso il Circolo Culturale Aurora in piazza S. Agostino n 20 ad Arezzo un incontro, promosso dai Verdi, con il giovane regista torinese Daniele Salaris, (http://www.myspace.com/danielesalaris ) che presenterà il suo ultimo documentario "Fuori Fuoco". Si tratta di tre episodi di difficile confronto tra diverse identità: etnica, religiosa, politica e di orientamento sessuale.
Quattro ragazze lesbiche israeliane parlano della loro esperienza nell'esercito; un gruppo di religious queers si riunisce da tutto il mondo in occasione del World Pride ridimensionato a causa della guerra contro il Libano; un gay arabo racconta se stesso davanti allo specchio, prima diesibirsi nella sua performance da drag queen.
Tre mondi e tre modi di vivere una terra così difficile, quella israelo-palestinese.
Otre al regista saranno presenti Fabio Roggiolani, Consigliere Regionale, Pilar Mercanti, Presidente Commissione Pari Opportunità della Provincia, Marco Tulli Co-portavoce Verdi Arezzo.
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COMUNICAZIONE GRUPPO DEL GUADO
IL GESU' DI BENEDETTO XVI
Sabato 21 Aprile 2007 - Ore 17.00:
«Ho voluto fare il tentativo di presentare il Gesù dei Vangeli come il Gesù reale, come il Gesù storico in senso vero e proprio» una figura«storicamente sensata e convincente». Questo è quello che il papa ha detto nel presentare il libro che pubblica il 16 aprile. Parlandone insieme vedremo se ci è davvero riuscito o se, invece, magari senza volerlo, ha creato le premesse per una serie di argomentazioni che possono aiutarci quando sosteniamo il nostro pieno diritto di dirci cattolici pur non condividendo affatto molte affermazioni che il Magistero fa quando parla delle nostre vite.

Gruppo del Guado - Cristiano Omosessuali Milano
Via Soperga 36 (MM1 Loreto, MM2 Caiazzo, MM3 Centrale)
Telefono: 346 308 19 01 -http:// www.gaycristiani.it
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DIRAMATO STAMPACo.Di.Pep.
“ EFFETTO SERRA SULLE "PROSTITUTE"

La ricetta repressiva e regolazionista-oppressiva proposta in tema di “prostituzione” dal prefetto di Roma, Achille Serra, è pregiudizievole, irresponsabile, autoritaria e, soprattutto, pericolosa e storicamente superata. I clienti non si “scoraggeranno” con dei semplici divieti normativi, specie se protendono a soluzioni regolazioniste, dato che il fenomeno è essenzialmente culturale e di costume. Ridurre un fenomeno, che assomma in sé atti di abietta e “libera” violenza, a tema di decoro e di ordine pubblico, prevedendo rebus sic stantibus soluzioni cooperativistiche, è faciloneria e moralismo. Propagandare le false “ricette miracolose” d’oltralpe è abuso della fede pubblica. L’ “insofferenza della gente” e lo sfruttamento si possono validamente affrontare e risolvere già oggi; manca semplicemente la volontà istituzionale, degli organi inquirenti e delle forze dell’ordine. Parlare in questo modo, infine, del delicato tema delle MTS (Malattie Sessualmente Trasmissibili) è un censurabile atto di attentato alla salute pubblica da crassa ignoranza. Noi donne e “prostitute” temiamo per la nostra incolumità e denunciamo pubblicamente chi, come il prefetto Serra, cerca di istituzionalizzarci come oggetti di sfogo maschile e macchine da soldi per chi ci sfrutta. Speriamo che il prefetto si ravveda e si convinca a confrontarsi finalmente anche con noi.

AGENZIA SULLE DICHIARAZIONI DEL PREFETTO Roma, 13:43
- PROSTITUZIONE: SERRA, VIETARLA IN STRADA, SI' A ZONE DEDICATE - Una modifica normativa al codice penale che vieti l'esercizio della prostituzione in strade e piazze. L'ha proposta il prefetto di Roma, Achille Serra, durante i lavori della conferenza regionale sulla sicurezza. Una modifica di questo tipo - ha spiegato Serra - "utile a scoraggiare i clienti", ma sopratutto "a ripristinare condizioni di decoro per le vie della citta'", lascerebbe spazio ad alternative come "la nascita' di cooperative tra donne e l'individuazione di zone particolari per garantire le minime condizioni di decoro, come avviene peraltro in molte altre metropoli europee". Si tratta di soluzioni - ha concluso il prefetto - che potrebbero anche assicurare "una limitazione all'insofferenza della gente; una riduzione dello sfruttamento della prostituzione; l'azzeramento del problema della clandestinita' legata al fenomeno; la garanzia di minime condizioni igieniche, tenendo sotto controllo pericolose malattie infettive".

Ufficio Stampa Co.Di.Pe.P. – ROMA (Coordinamento per la Difesa delle Persone Prostitute). Contatto Stampa: Ornella Cell.: 347 18 47 469 e.mail: codipep@yahoo.com
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COMUNICAZIONE ARCIGAY SALUTE
CORSO DI ALTA FORMAZIONE IN STUDIO LGBT UNIVERSITA’ DI BOLOGNA

Un'iniziativa molto interessante per chi desidera approfondire a livello scientifico le tematiche LGBT. Vi segnalo che l'Università di Bologna ha approvato il Corso di AltaFormazione "Welfare state e cittadinanza: gay, lesbiche, bisex,trans (GLBT)": http://www.unibo.it/NR/exeres/097124C8-F780-43A4-8856-F0EED1FD8336.htm?WBCMODE=PresentationUnpublished
Gli insegnamenti sono: Sociologia delle sessualità; Psicologia della salute e del rischio; Identità e coming out in gay, lesbiche, bisessuali e trans; Servizi socio-sanitari dedicati; Salute e MTS (malattie sessualmente trasmissibili).
Scadenza pre-iscrizioni: 17 maggio
Monte-ore: 125
Costo: 400 euro.
Benché sperimentale e con ulteriori spazi di miglioramento, ci pare già ora un'iniziativa davvero importante e da sostenere.
Maggiori info (obiettivi, docenti, modalità didattiche e di ammissione, contatti) qui: http://www.modidi.net/lgbt/locandina.pdf
- Raffaele Lelleri Responsabile nazionale Salute e Diversità di Arcigay
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ABUSI SESSUALI, STUPRI, SILENZI, CONNIVENZE E LA NOSTRA FORTE E DETERMINATA RIBELLIONE
Mentre all'Università di Verona si indottrina alla "normalità": maschio possiede donna, eterosessualità normativa e schifezze similari con un ciclo di conferenze organizzato dal collegio universitario Don Nicola Mazza (e vale pure 2 CFU! I prodigi della Moratti non finiscono mai di stupire) http://www.collegiomazza.it/news/news.asp?idnews=161 gli abusi, anche e specie sessuali, a danno delle donne vengono perpetratri liberamente dai maschietti in dolce connivenza culturale e di sitema.

Vi preghiamo di unirvi al nostro grido di ribellione e speriamo di avervi presenti insieme a noi alla manifestazione di Bologna. -
COMUNICATO STAMPA
MFPR – PALERMO- VIOLENZA CHE OFFENDE, CHE UMILIA, CHE SCHIACCIA, CHE UCCIDE!
E ancora vittime, ogni giorno, donne adulte, donne giovani, piccole donne come la giovanissima tredicenne di Taranto che si e’uccisa ieri gettandosi nel vuoto da un balcone schiacciata da una vita diventata insopportabile, una piccola vita distrutta dagli abusi sessuali subiti, dal non esserecreduta dalle istituzioni che l'avrebbero dovuta proteggere, difendere e invece l'hanno uccisa imprigionanadola in un istituto perchè considerata fragile psichicamente. Ma e’ appena di alcuni giorni fa un’altra notizia dell’arresto di un uomo, in provincia di Palermo, che per anni aveva violentato la figlia, oggi di appena otto anni.
Siamo arrabbiate, indignate! Dinanzi all’aumento sempre maggiore di gravi episodi di violenza, di abusi sessuali non possiamo non sentirci ancora di più tutte violentate, tutte offese!

E’ questa società marcia che genera la violenza contro le donne, che le stupra, che le uccide, creando contro di esse un clima da moderno medioevo, le violenze che toccano tutte le donne sono la punta di un’attuale situazione di peggioramento generale delle loro condizioni di vita, di continua oppressione, di un riaccentuarsi del maschilismo che tocca tutte le donne.
Che ogni episodio di violenza trovi forte la nostra denuncia e protesta! Non e’ possibile lottare contro la violenza verso le donne senza lottare per rovesciare questo sistema sociale cha la alimenta. In questa lotta vogliamo mobilitarci per conquistare le donne alla lotta organizzata, per trasformare la nostra oppressione, la nostra rabbia in ribellione, rivoluzione.

Movimento femminista proletario rivoluzionario
mfprpalermo@email.it

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COMUNICATO STAMPA - QUELLE CHE NON CI STANNO
- Il 14 e il 21 Aprile sono stati organizzati 2 concerti al circolo Asi di Selargius - comune poco distante da Cagliari – per raccogliere fondi per pagare le spese legali di Francesco Liori e Federico Fildani gli autori dello stupro di gruppo avvenuto a Bologna il 24 Settembre 2006 in zona Cerenaica.
Questa iniziativa sostiene apertamente e rivendica la cultura dello stupro, riproponendo il modello che tende a riabilitare gli stupratori e a criminalizzare la donna.
Ancora una volta è l’uomo qualunque, il “bravo ragazzo”, che agisce il privilegio di maschio con il consenso non nascosto, ma anzi dichiarato, dei suoi amici e parenti.
Chi violenta e uccide è sempre maschio, garantito e protetto dall’appartenenza al genere maschile.
Ancora una volta assistiamo all’esplicita ostilità che la società dimostra alla vittima e alla donna “emancipata”.

Noi donne e lesbiche del gruppo “quelle che non ci stanno” esprimiamo la solidarietà alla ragazza della Cirenaica che ha avuto il coraggio di denunciare. Uccidere una donna e una lesbica oggi in qualsiasi parte del mondo è possibile grazie alla copertura continua fornita da chi riconosce in questo metodo lo strumento più efficace per zittire, annientare e rendere invisibile ogni forma di reazione che le donne attuano.
La forza della denuncia è efficace solo se ci sono relazioni fra donne, relazioni che interrompono la complicità con il patriarcato, con le sue manifestazioni private e pubbliche, da quelle più sottili a quelle più abnormi.
Questa donna non è sola, è sostenuta da tante donne e non è mai stata in silenzio. Ogni donna deve sapere che può contare sulle altre e che ribellarsi è possibile.

Il 20 Aprile 2007 invitiamo tutte le donne e lesbiche a manifestare con noi in Via Libia n. 38, Bologna Officina di Studi, Arte e Politica
website: http://www.fuoricampo.net e-mail: info@fuoricampo.net
phone/fax: +39 051349969 mobile: +39 3387322219 -

INVIATO DA Ornella Serpa Gaya CsF
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NORME NORMALI
Assemblea di Facciamo Breccia lunedì 23 aprile ore 21 presso la Sede di Azione Gay e Lesbica in Via Pisana 32 rosso Firenze.

"Norme normali".......Il Ministero della Famiglia lancia la prima Conferenza Nazionale sulla Famiglia che si terrà a Firenze dal 24 al 26 maggio.
Nel momento attuale caratterizzato dall´ormai insopportabile ingerenza della chiesa cattolica nella politica italiana centrata sul tentativo di limitare le iniziative legislative che riconoscano l´autodeterminazione dei corpi e degli stili di vita (aborto, diritti riproduttivi, unioni affettive e sessuali ...), la ministra Rosy Bindi organizza una Conferenza che dovrà segnare la linea delle politiche governative a partire dalla riflessione sulla famiglia "come soggetto titolare di diritti". La Conferenza, lanciata in concomitanza con la convocazione del family day, è una chiara risposta a chi tenta dare visibilità alle istanze politiche di donne, lesbiche, gay, trans e di tutte le soggettività non conformi ad un modello sociale eteropatriarcale proclamato come unico dall´ondata integralista e oscurantista che investe il nostro paese. Rosy Bindi stessa chiarisce quale concetto di famiglia è sotteso all´iniziativa ministeriale: "ci vogliamo occupare delle famiglie semplici, delle famiglie normali" tanto che il logo della Conferenza ritrae un uomo e una donna (incinta) con un bambino in braccio ed una bambina per mano nel quale, visto che mediamente i nuclei familiari italiani non sono certo composti da tre figli, si può anche leggere un sostegno alla prolificità di triste memoria. Dietro a questa definizione di "normale" emerge in controluce l´attacco di Ratzinger agli "amori deviati" e le dure parole di Bagnasco, presidente della CEI, contro il concetto di autodeterminazione: "Una società che codifica l'assoluta libertà di ciascuno su se stesso, ad esempio con l'autodeterminazione senza alcun limite rispetto allla morte, si pone sulla via dell'implosione: l'assoluta libertà sciolta da ogni vincolo è la premessa per qualsiasi forma di violenza, sopraffazione, conflitto". Inoltre la Conferenza Nazionale sulla Famiglia non ha obiettivi limitati all´Italia, anzi propone un´Alleanza per la Famiglia, sulla scia dell'appello lanciato a livello europeo dalla attuale presidenza tedesca dell´Unione europea, tanto che è prevista a Firenze la presenza della ministra tedesca per la Famiglia,, Ursula von der Layen, oltre a quella di altri rappresentanti europei interessati al progetto. Riteniamo importante costruire a Firenze in occasione di questa iniziativa ministeriale una mobilitazione che ponga al centro del dibattito l´autodeterminazione di tutte e di tutti, la necessità di politiche sociali non legate ad una lettura ideologica e integralista, la richiesta di cancellazione di leggi confessionali a livello nazionale (in particolare la legge 40) e locale (la criminalizzazione dell´interruzione volontaria di gravidanza portata avanti dalla Regione Lombardia attraverso la legge sull´obbligatorietà del seppellimento del feto) ma anche europeo (principalmente in Polonia dove stanno per essere varate delle leggi fortemente discriminatorie verso donne, lesbiche, gay e trans).
Pertanto invitiamo tutte e tutti ad una prima assemblea lunedì 23 aprile, alle ore 21 presso la sede di Azione gay e lesbica in via Pisana 32 rosso Firenze
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COMUNICATO STAMPA ASSOCIAZIONE 2 AGOSTO 1980

Il 19 aprile nell’approfondimento del TG2 delle 20,30 è stata messa in onda un’intervista a terroristi pluriomicidi, i fascisti Valerio Fioravanti e Francesca Mambro esecutori tra l’altro della strage di Bologna del 2 Agosto 1980 che causò 85 morti e 200 feriti. Tutto questo a corollario del libro scritto, dal giornalista Andrea Colombo portavoce del Partito della Rifondazione Comunista.
In studio erano presenti, l’autore Andrea Colombo e i senatore Paolo Guzzanti ex presidente della già discussa Commissione Mitrokhin. A pochi giorni dalla sentenza della Suprema Corte di Cassazione che ha condannato il terzo esecutore della strage alla Stazione di Bologna, il terrorista Luigi Ciavardini, tutto ciò appare strumentale e depistante. È scandaloso che il servizio pubblico si presti a simili manovre per favorire i terroristi impedendo con tesi falsamente innocentiste un reale approfondimento dei fatti e facendo passare come vittime gli esecutori di quell’orrendo massacro. I processi si fanno nei tribunali! Sarebbe bene che il servizio pubblico smettesse di alimentare le polemiche contro i giudici, si documentasse sulle numerose sentenze avvenuti dall’88 ad oggi e smettesse di farsi paladino ancora una volta dei terroristi. I terroristi Mambro e Fioravanti oltre agli 85 morti e i 200 feriti causati con l’attentato alla stazione di Bologna, hanno ucciso altre 12 persone e hanno sempre cercato di utilizzare al meglio la loro notorietà acquisita col sangue di vittime innocenti. È inutile lamentarsi sul fatto che a distanza di 27 anni non si sia ancora arrivati ai mandanti se anche il servizio pubblico contribuisce a creare disinformazione su ciò che di certo c’è: i nomi degli esecutori ,quello dei depistatori e gli appartenenti alla banda armata finalizzata alla strage. Riteniamo che simili comportamenti debbano essere censurati in modo esemplare dalla Commissione di Vigilanza responsabile di un corretto svolgimento del servizio pubblico.

Il Presidente Paolo Bolognesi
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COMUNICATO STAMPA
ASSOCIAZIONE “LIBERO PENSIERO GIORDANO BRUNO”
Giornata della Terra – Vissuta con intelligenza
22 aprile 2007
– Ronciglione (Vt) – Inizio h. 16.30.

Il 22 aprile si celebra la Giornata della Terra, un momento di riflessione sulle condizioni del pianeta e sulle sue risorse naturali. Il 22 aprile 1970 il Senatore democratico Gaylord Nelson invitò alla mobilitazione per la salvezza del nostro pianeta. Venti milioni di americani risposero al suo appello e così il 22 aprile divenne la giornata internazionale del pianeta terra, oggi celebrata in ben 174 paesi. Anche la rivista National Geographic si è fatta promotrice di questa iniziativa e nella Tuscia l’evento viene organizzato a Ronciglione con l’incontro fra varie associazioni che si occupano di ecologia. Dovendo parlare della vita sulla terra non possiamo trascurare il suo elemento per noi più vitale, ossia l’acqua. Infatti tra tutti i beni naturali che il sottosuolo della nostra Provincia detiene ve n’è uno altamente prezioso ed unico: l’acqua. La “nostra” terra viene inquinata in vari modi, con le onde elettromagnetiche della condotta di Radio Vaticana, con le discariche nelle cave dell’Agro Falisco, con le ciminiere di Montalto e Civitavecchia, con i pesticidi usati nelle monocolture, con la mega antenna che Raiway vuole istallare a Blera, con gli espropri di orti biologici per farne capannoni espositivi a Ronciglione, etc.. Ma ci sono anche gli scarichi fognari non depurati di vari comuni, pozzi artesiani non controllati e soprattutto la continua asportazione di acque profonde, utilizzate dall’industria delle acque minerali (a Nepi e Capranica) che impoverisce le falde e consente all’inquinamento di scendere sempre più in profondità. Di fatto succede che il nostro territorio tende pian piano a desertificarsi e ad accumulare sempre più veleni nei serbatoi geologici, inquinati dalle infiltrazioni di acqua superficiale che percola nelle falde. Se vogliamo che la vita su questa terra di Tuscia possa essere possibile anche per i nostri figli e nipoti è giunto ora il tempo di scelte improcrastinabili, legate all’alimentazione, al tipo di beni di consumo utilizzati, al nostro approccio generale nei confronti della vita. Il riconoscimento del valore del nostro habitat è semplicemente necessario in quanto noi non siamo separati dalla terra, che usiamo così brutalmente, ma parte di essa. Tutto ciò che vien fatto di male a lei lo facciamo a noi stessi.
Un libro ed un video sull’11 settembre. Presentazione il 22 aprile a Ronciglione.
Era davvero un Boeing da 100 tonnellate quello che si è schiantato contro il Pentagono? Dov' è finito il secondo Boeing che è stato " visto" cadere in un campo della Pennsylvania? Come possono tre torri, alte centinaia di metri crollare da sole su se stesse, senza toccare nessun edificio accanto, in tempi ed in modi molto simili a quelli delle demolizioni controllate, a causa di semplici incendi da kerosene? Come possono 4 persone che non hanno mai guidato un jet nella loro vita, impadronirsi di 4 aerei di quelle dimensioni e condurli con facilità assoluta verso i loro bersagli, senza commettere, lungo il loro tragitto, il benché minimo errore? Come può la difesa più potente del mondo, permettere quello che hanno fatto i dirottatori, restando a guardare per quasi 2 ore, senza riuscire, in tutto questo tempo, ad intercettare nessuno dei quattro aerei? Sembrerebbe che, in questo caso, si tratta di una grande allucinazione collettiva di gente che subisce indistintamente, una mistificazione simile nella sostanza a qualsiasi forma di religione deteriore. Su questo argomento si dilunga un libro recente, del giornalista Massimo Mazzucco, corredato da un DVD definitivo, che verrà presentato ed illustrato da Giorgio Vitali, in occasione della Festa della Terra che si tiene a Ronciglione.

“Cerchio sciamanico di consapevolezza” 22 aprile 2007
– Villa Lina – Ronciglione h. 16.30 -
Visita al giardino botanico storico e riflessione ecologista. h. 17.00 -
Condivisione di esperienze e di progetti concreti per la salvaguardia della nostra terra. h. 18.00 - Intervallo musicale e poetico. h. 18.30 -
Proiezione del video sull'11 settembre. h. 20.00 -

Vegetariano VV.TT. - Associazione Nazionale Libero Pensiero Giordano Bruno, sez. di Viterbo

Info: liberopensierovt@libero.it - circolo.vegetariano@libero.it
Tel. 0761-587200 - 3398192438
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TARANTO: BAMBINA DI 13 ANNI SI SUICIDA A SEGUITO DI UNA VIOLENZA SESSUALE SUBITA
Aveva subito una violenza sessuale da parte del vicino di casa e per questo si è uccisa gettandosi dall'ottavo piano di una palazzina. La piccola aveva solo 13 anni.

Una tragedia, avventuta a Taranto, dai contorni ancora oscuri. Secondo gli investigatori la ragazzina aveva anche grossi problemi psichici. Ieri era con la mamma e col papà quando a un certo punto è andata in bagno, un ambiente con una finestra in alto su una parete: si è arrampicata e si è gettata nel vuoto. Senza lasciare alcun messaggio. La ragazzina, sei mesi fa, era stata messa in istituto per disposizione di un giudice minorile. Don Di Noto: "Il suicidio di questa bambina, innocente e pura, somiglia alla cronaca di una morte annunciata, una martire della pedofilia."

FONTE Libero.it
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COMUNICATO STAMPA
MOVIMENTO RADICALI L’AQUILA

IL MOVIMENTO RADICALI L’AQUILA, DIVENTA: “ASSOCIAZIONE RADICALE”.

Dopo oltre 30 anni di solitaria militanza radicale, vivace ed antagonista, vogliamo organizzarci in associazione per impegnarci direttamente anche su tematiche locali oltre che transnazionali. Per esempio vogliamo impegnarci per garantire un rapporto più democratico tra cittadini ed amministrazione con la trasmissione via tv e via web delle sedute di consiglio comunale. L’elettore potrà così verificare se il politico per cui ha votato rispetta o tradisce ciò che ha promesso. E il politico non potrà fingere. Anche i sordi devono poter seguire i lavori del Consiglio comunale attraverso un traduttore simultaneo. Certificati e le varie pratiche devono potersi rilasciare anche via web. È prioritario dare ai giovani (cittadini fin qui ignorati) un Centro Polifunzionale per attività culturali, sportive, ricreative ove possano anche trovare lavoro. Utile anche organizzare un Bibliobus (biblioteca itinerante per frazioni e quartieri). I fondi potranno essere ricavati da una drastica riduzione dei costi della politica !

Altre iniziative saranno proposte e votate in assemblea ma non ultima sarà l’impegno nella campagna “o lo scegli o lo sciogli” per raggiungere l'obiettivo dei 5.000 iscritti per il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, e dell'immediato raddoppio di quelli di Radicali Italiani.
Ci è sembrato doveroso nel fondare a L’Aquila un’associazione di radicali e simpatizzanti pensare a Silone e dedicare gran parte delle nostre attività a diffonderne il pensiero ed a rivificarlo attraverso varie iniziative politiche e culturali. Una delle prime sarà proprio promuovere per l’anno 2008 le celebrazioni per il trentennale della sua morte che culminino nella Perdonanza con una prestigiosa rappresentazione teatrale de “L’avventura di un povero cristiano” e un meeting internazionale dedicato alla riforma dell’Onu con la partecipazione dei titolari di Master of Peace Studies e dei rettori delle università che li hanno istituiti.
PER ISCRIVERSI ALL’ASSOCIAZIONE
TEL. AL 348 1018898
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PRIMO SCANDALO ANTI -OMOSESSUALE NELL’ITALIA CONTEMPORANEA
ARTICOLO DI Massimo Consoli
Roma: Amor greco in salsa teutonica

47 anni fa, nell’aprile del 1960, scoppiava un grande scandalo nell’Italia del boom economico. Il primo grande scandalo che riguardasse l’omosessualità. Ancora manca una ricostruzione di quel fattaccio. Invito, perciò, gli storici del nostro movimento, a farsi vivi, a scriverci sopra un libro. Intanto, vi mando il capitoletto che ho pubblicato sul mio “Manifesto Gay”, Malatempora editrice, Roma, 2005, pagine 19-20 per rinfrescarvi la memoria.
Massimo Consoli

- Konstantin Feile era uno scultore tedesco, trapiantato nella capitale dalla fine della guerra, che aveva messo su un fiorente giro internazionale di prostituzione di minorenni. Nell'aprile del 1960 scoppiò lo scandalo. Gli sequestrarono 3000 foto e più tardi lo condannarono a 3 anni di reclusione. I quotidiani (nel frattempo mi sembra di ricordare ch'era morto) dettero grande risalto alla notizia che tenne banco per un periodo piuttosto lungo. Ogni giorno andavano pubblicando foto di ragazzi in calzoncini corti, in costume da bagno, sulla spiaggia, davanti a qualche monumento... tutti con una "pecetta" in faccia per impedirne il riconoscimento. Gli articoli spiegavano con orrore che questi ragazzi erano «di buona famiglia», studenti in vena di arrotondare con qualche extra la magra paghetta settimanale. Ed il tedesco, che aveva italianizzato il suo nome in Costantino, era generoso con loro, non gli faceva mancare nulla, li trattava praticamente (orribile dictu) «come figli»! Non avevo nemmeno 15 anni, eppure compravo i quotidiani tutti i giorni per seguire quella storia che, mi sembrava di capire, aveva a che vedere in qualche modo con me, non fosse altro perché, al di là della pecetta, quei ragazzi mi piacevano, ed io fantasticavo per un po' di essere un ricco americano in arrivo a Roma, per un altro po' di stare in mezzo a loro per metterli in guardia contro l'immoralità della prostituzione, e per un ultimo po' d'incontrarne qualcuno per la strada per farmi raccontare, o meglio, per farmi vedere cosa faceva co 'sti turisti. [1]Quell'episodio ebbe delle conseguenze. Il Ministero degli Interni emanò una circolare[2] nella quale parlava della "tendenza, sia pure incipiente, ora manifestatasi, di iniziare ed invischiare nel torbido ambiente scolari ed in genere giovanissimi privi di discernimento", la quale impone "che gli organi di polizia svolgano la loro azione intesa a reprimere con ogni possibile mezzo manifestazioni di pervertimenti sessuali, ed eventuali conseguenze come quelle innanzi citate". La circolare invitava gli organi di Polizia alla "repressione di manifestazioni esteriori di pervertimento", e a "individuare e sottoporre a costante vigilanza persone affette da omosessualità", sottolineando che si aveva motivo di ritenere "che un non indifferente apporto all'incremento del triste fenomeno sia dato da stranieri residenti o soggiornanti nel nostro paese"[3].
Il governo istituì una commissione, composta da giuristi e medici, per vedere s'era il caso d'introdurre anche in Italia una normativa antigay. Esattamente un anno dopo, il 29 aprile 1961, il socialdemocratico Bruno Romano presentava una proposta di legge (N° 2990), che comminava da sei mesi fino a dieci anni di detenzione a chiunque avesse avuto rapporti omosessuali, che arrivavano fino a vent'anni in caso di aggravanti! L'iniziativa faceva seguito ad un precedente tentativo di cattolici democristiani e neofascisti del Movimento Sociale del 22 gennaio 1960 (N° 1920), che così si esprimeva: "Chiunque ha rapporti sessuali con persona dello stesso sesso è punito con la pena della reclusione da sei mesi a due anni… Se dal fatto deriva pubblico scandalo, la pena è aumentata… ecc."
Questa legge venne poi ripresentata tale e quale il 14 novembre 1963 (N° 759).
Grazie al cielo, non se ne fece niente!

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PARROCO DI BORGARELLO (PV), CONDANNATO PER PEDOFILIA

L’ex parroco di Borgarello (PV) don Abbiati è stato condannato a sei anni di reclusione per abusi sessuali nei confronti di tre minorenni.
I ragazzini avevano all’epoca 13, 14 e 15 anni, e due di loro sono fratelli. In concomitanza dell’episodio più grave, un rapporto sessuale quasi completo, la difesa ha presentato un alibi, ma il giudice dell’udienza preliminare Fabio Lambertucci non ha avuto dubbi.
Il parroco era stato arrestato nel dicembre 2004, dopo che i ragazzini erano stati interrogati dai carabinieri su richiesta dei genitori, e avevano ammesso i fatti: il sacerdote li conduceva in piena campagna e lì otteneva prestazioni sessuali. L’avvocato del parroco ha già annunciato che faranno ricorso alla Corte di Appello.

FONTE UAAR.IT
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I NOMI DEI PADRI
di Emilio Carnevali
Quello che segue è un breve elenco dei casi conclamati di pedofilia da parte di ecclesiastici in Italia negli ultimi 6 anni.

Caro Ratzinger, come la mettiamo con l'amore debole dei tuoi uomini?

L'arresto avvenuto ad Assisi lo scorso 5 aprile di don Marco Agostini - religioso della Congregazione degli Oblati di San Francesco di Sales - ha riportato alla luce la questione della pedofilia e delle disattenzioni della Chiesa italiana su queste gravissime vicende.
Insieme a don Marco, attualmente agli arresti domiciliari nella sua casa di Roma, sono indagati per favoreggiamento anche Ennio Di Giampasquale, ex parroco di San Benedetto a Pomezia, e Germano Agostini, parroco di San Michele Arcangelo, sempre a Pomezia, ed ex padre provinciale della stessa Congregazione degli Oblati di San Francesco di Sales.
Le accuse a carico di don Marco si riferiscono a violenze sessuali a danni di minori perpetrate a partire dal 1993, anno in cui il religioso prestava servizio presso la parrocchia Beata Vergine Immacolata di Torvajanica, una località vicino Roma, ed era animatore del centro giovanile "Ragazzi Nuovi". Nel 1998 don Marco, a seguito delle prime voci che erano cominciate a circolare sul suo conto, viene trasferito a Pomezia, dove diventa parroco di san Benedetto.
Nel 2002 viene infine mandato ad Assisi a gestire una casa di accoglienza della Congregazione.
L'inchiesta è scattata due anni fa a partire dalla denuncia di un giovane di Torvajanica, attualmente 26enne.
Sono seguite altre venti denunce di altrettanti ragazzi.
Secondo le testimonianze fin qui raccolte, le vittime degli abusi si sarebbero rivolte anche all'allora vescovo di Albano, monsignor Agostino Vallini (recentemente nominato cardinale da Benedetto XVI): "Siamo andati a raccontargli cosa ci aveva fatto don Marco, ma ci disse che erano solo chiacchiere".
Una storia molto simile a ciò che è accaduto nel 2000 ad Agrigento, con mons. Carmelo Ferraro, vicenda sulla quale si tornerà più avanti. Del resto il caso di don Marco Agostini non è nemmeno l'ultimo in ordine di tempo, sebbene sia uno dei pochi che ha conquistato visibilità sui giornali e sulle televisioni. Negli ultimi anni, casi di questo genere si sono infatti susseguiti con una frequenza preoccupante. Eppure - se si è parlato ampiamente dello scandalo della pedofilia con riferimento ad esempio al clero americano - la Chiesa italiana sembra assolutamente immune, secondo il quadro disegnato dai media e dagli stessi vescovi, da questo tipo di problema.

Il 21 maggio del 2002 il segretario della Cei, mons. Giuseppe Betori, dichiarava che il fenomeno della pedofilia nel clero italiano "è talmente minoritario che non merita attenzione specifica", non più "di quanto non vada riservata ad altre categorie sociali".
Per questo motivo "il Consiglio permanente della Cei non ha mai parlato di casi di pedofilia, alla Cei non c'è nessun elenco in proposito, non abbiamo né casi in evidenza né una procedura di monitoraggio". I dati che seguono - che si riferiscono a condanne (per la maggior parte di primo grado) e procedimenti di indagine (che quindi non sono ancora giunti ad una sentenza) successivi al 2000, dunque solamente agli episodi più recenti - possono forse contribuire ad un esame più realistico della situazione.
Solo in pochi casi, infine, si è potuto risalire all'attuale condizione canonica dei sacerdoti coinvolti. Pressoché totale è stata la mancanza di disponibilità delle varie curie a fornire informazioni a riguardo.

2000: Foggia, Ferrara, Napoli, Torino, Modena, Milano
Il 10 gennaio è condannato a sei anni e sei mesi di reclusione don Giorgio Mazzoccatto per violenza sessuale a danni di minorenni. I fatti si riferiscono alla metà degli anni '90 quando don Giorgio era parroco di Arpinova, una frazione a una decina di chilometri da Foggia. L'arresto era invece scattato nel 1998, quando il sacerdote era passato a dirigere la parrocchia di Castelluccio dei Sauri, sempre in provincia di Foggia, dove don Giorgio - tuttora sacerdote - e attualmente residente.
Sette giorni dopo questa sentenza viene condannato a 1 anno e 9 mesi di reclusione un altro sacerdote. Sessantadue anni, residente nella provincia di Ferrara, il prete (di lui, come di alcuni altri, non sono state rese note le generalità) viene riconosciuto colpevole di molestie sessuali ai danni di due bambini di 9 anni che frequentavano il catechismo.
Ancora pochi giorni dopo, il 23 gennaio, un lungo applauso nella chiesa di S. Maria della Sanità a Napoli, accompagna la salma di don Giuseppe Rassello, sacerdote di 49 anni condannato nel 1991 a tre anni e sei mesi per abusi sessuali su Antonio B., un ragazzo di 14 anni (sentenza confermata anche in appello nel 1996 pur con la diminuzione della pena a 2 anni e un mese). La cerimonia è presieduta dal card. Michele Giordano e vede la partecipazione, oltre che di numerosissimi fedeli, anche del vescovo ausiliare Vincenzo Pelvi, di mons. Bruno Forte e dell'avvocato difensore della vittima, Enrico Tuccillo, in veste di diacono. Durante la preghiera dei fedeli, lo stesso Tuccillo interviene con queste parole: "Signore, ho difeso te innocente e calunniato in padre Rassello. Ora fa di lui il difensore dei giovani, dei deboli, dei suoi figli amatissimi del rione Sanità".
Siamo al 10 febbraio, quando don Marco Gamba, parroco a Chiusa San Michele in provincia di Torino, viene condannato a quattro anni e mezzo di reclusione per abusi sessuali nei confronti di due giovanissimi chierichetti. Le perquisizioni effettuate dagli investigatori hanno inoltre rivelato il possesso da parte del sacerdote di quattromila immagini pedo-pornografiche scaricate da Internet, oltre che di alcune polaroid scattate a bambini di 11 e 12 anni, assidui frequentatori della parrocchia: "All'inizio erano solo piccoli amici", ha dichiarato don Marco, "poi ho cominciato ad accarezzarli, sempre meno castamente".
Il 20 maggio, sempre del 2000, muore di infarto don Giorgio Govoni, parroco 59enne di Staggia di San Prospero (Modena). Il sacerdote era stato accusato di far parte di una banda di pedofili che praticava violenze a danni di minori nell'ambito anche di riti satanici presso il cimitero di Massa Finalese, nel modenese. Dopo un'inchiesta giudiziaria caratterizzata da trecento testimonianze, 57 udienze, 5.000 pagine di atti, sette interrogazioni parlamentari, la corte ha pronunciato 14 condanne, fra i 2 e i 19 anni di carcere, e due assoluzioni, confermando così l'impianto accusatorio dei pubblici ministeri Andrea Claudiani e Carlo Marzella. Questi ultimi avevano chiesto per don Giorgio una condanna a 14 anni, ma il decesso del prete pochi giorni prima della sentenza ha indotto i giudici a non pronunciarsi sul suo conto "per morte del reo".
Tra i condannati anche genitori, zii e nonni dei bambini vittime delle violenze, già da tempo sottratti alle rispettive famiglie. Tra i più strenui sostenitori dell'innocenza di don Giorgio vi era, fra gli altri, il vescovo di Modena mons. Benito Cocchi e l'ex vicepresidente della Camera Carlo Giovanardi, che, dopo le richieste dei pubblici ministeri di 130 anni complessivi di reclusione per gli imputati coinvolti nel processo, aveva così commentato: "è terrificante che un pm si basi solo sui racconti di bambini, strappati alle famiglie".
A novembre un sacerdote milanese viene infine condannato con rito abbreviato a 4 anni e 2 mesi di reclusione per violenza sessuale su alcuni ragazzini ospitati della comunità che dirigeva. Nel corso delle indagini svolte dalla polizia è emerso, oltre al fatto che i ragazzini sarebbero stati intimoriti e indotti al silenzio da chi all'interno dell'istituto sapeva, che il religioso nei primi anni '90 aveva abusato anche di una bambina di 7 anni.
2001: Genova, Milano
Il 29 gennaio 2001 il tribunale civile di Chiavari condanna don Pino Carpi al pagamento di 30 milioni di lire per le molestie ai danni di una ragazza 14enne all'epoca dei fatti. Don Pino, allora parroco di Santa Margherita Ligure, era stato prosciolto nella prima fase processuale per un vizio di forma, pur essendo stato riconosciuto colpevole nella motivazione della sentenza. Attualmente il sacerdote e parroco della Basilica di S. Maria di Nazareth a Sestri Levante (Genova). Il 26 giugno don Renato Mariani, parroco di San Giuliano Milanese, è condannato a 4 anni di reclusione per violenza sessuale su giovani, violenza privata e appropriazione indebita. Attualmente il sacerdote è residente con incarichi pastorali a Garbagnate Milanese.
2002: Napoli, Milano
Il 14 settembre è arrestato in Messico, nel convento di Iztapalapa, nelle vicinanze della capitale del Paese, un sacerdote messicano che tra il 1999 e il 2000 era stato viceparroco in una chiesa del napoletano. Don Gaudencio, questo il nome del prete, è stato accusato di abusi sessuali a partire dalla denuncia di una bambina che all'epoca dei fatti aveva dieci anni e frequentava il catechismo. Secondo le indagini della procura di Napoli si sarebbe di fronte a "un quadro allarmante" in ordine all'ampiezza del numero di minori coinvolti, suddivisi dal sacerdote in "gruppi distinti per età e conseguentemente per tipologia e prestazioni sessuali". Il 30 dicembre 2002 vengono arrestate sette persone su mandato del gip del tribunale di Bari Maria Mitola per il reato di divulagazione di materiale pedopornografico via internet. Tra gli accusati c'è anche un parroco 37enne della provincia di Milano al quale sono state sequestrate diverse immagini pedopornografiche.
2003: Bergamo, Milano, Teramo, Palermo, Cuneo, Oristano
Il 6 maggio un'indagine condotta dal commissariato di Rapallo in collaborazione con la questura di Genova, porta all'arresto di una banda di pedofili costituita da quattro persone, fra cui il parroco di una chiesa di Bergamo (D. B., 56 anni). La banda adescava ragazzini maschi tra gli 11 e i 17 anni offrendo loro regali costosi e proponendogli viaggi all'estero. Così Claudio Sanfilippo, capo della squadra mobile di Genova, e Carlo Di Sarro, dirigente del commissariato di Rapallo, hanno descritto le attività del gruppo: "In poco più di sei mesi abbiamo osservato decine e decine di adescamenti. La banda sceglieva soprattutto ragazzini provenienti da famiglie in situazioni di disagio socio-economico. Le prestazioni dei bambini e dei ragazzi venivano anche pagate dai 30 agli 80 euro: alcuni venivano avviati alla prostituzione, altri si intrattenevano con il sacerdote e i suoi complici. Era il sacerdote che forniva spesso i soldi per le spese necessarie ad adescare i ragazzini". Il 27 maggio un frate ex insegnante di un istituto privato di Milano è condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione per molestie sessuali ai danni di cinque bambine della scuola elementare. Il 25 luglio viene arrestato don Bruno Tancredi, 59 anni, originario di Giulianova (dove aveva servito come diacono nella parrocchia San Flaviano) e parroco della chiesa della frazione di Monticelli in provincia di Teramo. L'accusa è di violenze ai danni di due minori, uno dei quali disabile, dell'età di 14 e 16 anni. Don Bruno sarà condannato dopo un processo con rito abbreviato a 6 anni di reclusione per pedofilia. Attualmente è sacerdote in diocesi senza ricoprire alcun incarico. Il 17 settembre il Gip della Procura della Repubblica di Palermo impone il divieto di soggiorno nel capoluogo siciliano e nella provincia a don Paolo Turturro, parroco antimafia della chiesa di Santa Lucia di fronte all'Ucciardone. Don Paolo è fondatore dell'associazione "Dipingi la pace". Le indagini sono partite dalla denuncia dei genitori di due bambini di dieci anni. Nel corso del processo, tutt'ora in corso, i difensori dell'imputato hanno inserito nella lista dei testimoni l'ex procuratore di Palermo Giancarlo Caselli, l'ex sindaco Leoluca Orlando e un altro sacerdote antimafia, Giacomo Ribaudo, parroco della Magione. L'1 ottobre la Corte d'Appello di Torino conferma la condanna inflitta in primo grado a don Luciano Michelotti, ex parroco di una frazione di Vicoforte (Cuneo) per la detenzione di materiale pedopornografico. A novembre viene arrestato un parroco di Oristano, in Sardegna, con l'accusa di pedofilia. L'inchiesta della Procura della Repubblica di Oristano è scattata sulla base di due denunce, una delle quali riguarda una ragazza minorenne, su fatti che sarebbero avvenuti in parrocchia.
2004: Forlì, Torino, Roma, Varese, Grosseto, Nuoro, Agrigento, Alessandria, Bari, Savona
Dopo aver ammesso alcune responsabilità, è condannato a 2 anni di reclusione per pedofilia un prete della parrocchia dei Romiti di Forlì. Un anno e 8 mesi, più il pagamento di 45.000 euro per risarcimento de danni morali, e la condanna inflitta a don Roberto Volaterra, parroco di Castagnole Piemonte in provincia di Torino arrestato il 2 febbraio 2004 per violenza sessuale nei confronti di una bambina di 13 anni che frequentava l'oratorio. Al momento dell'arresto il parroco era stato difeso con forza dai cittadini del suo paese che non avevano creduto alla tesi della famiglia della vittima. Lo stesso sacerdote aveva però confessato durante l'interrogatorio dei magistrati inquirenti: "Avevo perso la testa per quella ragazzina, le sue accuse nei miei confronti sono vere". Attualmente don Roberto è cappellano di S. Andrea a Savigliano (Cuneo). Una ventina di giorni dopo l'arresto del prete di Castagnole, il 25 febbraio, viene arrestato anche il parroco della chiesa di San Gioacchino di Colleferro, in provincia di Roma. Don Paolo Pellegrini, di 52 anni, era già stato segnalato ai carabinieri nel '98 dal padre di una giovane di Colleferro per essersi denudato di fronte alla ragazza. Ora l'accusa è di violenza sessuale aggravata su un minorenne, e le perquisizioni effettuate dagli investigatori portano alla luce filmati e foto che inchiodano il parroco, il quale conservava questo materiale in canonica. L'11 giugno don Paolo è condannato con rito abbreviato a 6 anni di reclusione, più il pagamento di una provvisionale di 60.000 euro, per violenza sessuale e istigazione all'uso di sostanze stupefacenti. Condannato in ottobre a 3 anni e 4 mesi don Roberto Mornati, sacerdote di Gavirate (Varese), accusato di atti di pedofilia nei confronti di dodici ragazzi del paese. Il prete ha goduto di attenuanti sia per il riconoscimento della seminfermità mentale, sia per il pagamento di 280mila euro come risarcimento per le vittime. Don Roberto era arrivato a Gavirate negli anni '80, trasferito dalla Curia dopo aver già subito un processo per molestie. Patteggia una pena di soli 2 anni e 6 mesi don Felice Cini, condannato l'1 luglio per aver molestato sessualmente alcuni bambini della piccola parrocchia di Arcille, una frazione del comune di Campagnatico (Grosseto). E a 4.600 euro ammonta la multa comminata il 20 aprile - dopo patteggiamento - al rettore del seminario vescovile di Lanusei (Nuoro) don Pietro Sabatini per aver comprato con carte di credito via internet immagini a contenuto pedopornografico. Ricorre al patteggiamento anche don Bruno Puleo, sacerdote condannato il 7 luglio a 2 anni e 6 mesi di reclusione per abusi sessuali nei confronti di 7 ragazzi che frequentavano il seminario di Agrigento. Una delle vittime degli abusi, Marco Marchese, è attualmente impegnato in numerose iniziative di lotta alla pedofilia ed è animatore dell'Associazione per la Mobilitazione Sociale. Marco ha raccontato di aver cominciato a subire violenze all'età di 12 anni, appena entrato in seminario. Le violenze si protraggono per 4 anni, fino a quando il ragazzo trova la forza per andare a parlare con il vice rettore, don Silvano Castronovo, ed il rettore del seminario, don Gaetano Montana, che però gli rispondono di stare tranquillo e in silenzio. Marco si rivolge allora al vescovo di Agrigento, mons. Carmelo Ferraro: è il novembre del 2000. Anche il vescovo non prende alcun provvedimento e nel frattempo don Bruno continua ad abusare anche di altri ragazzi. Rivoltosi ad un avvocato, Marco riceve l'offerta di 45 milioni di lire dalla curia, ma in risposta decide di presentare un esposto alla procura della Repubblica. Il giorno dopo la condanna di don Bruno, Marco invia una lettera a mons. Ferraro (pubblicata sul n. 54 di Adista del 17 luglio 2004). Eccone un breve stralcio: "Scrivo a lei, Eccellenza reverendissima monsignor Carmelo Ferraro, arcivescovo metropolita della Chiesa Agrigentina. Scrivo proprio a lei che, una sera di novembre del 2000, ha ascoltato, quasi con indifferenza, il mio racconto. Forse lei non immagina nemmeno quanto mi sia costato, in quell'occasione, rivivere i momenti più brutti della mia vita. Ma a lei che importa? Scrivo a lei perché sono addolorato e profondamente amareggiato dal suo silenzio. Non per lei, di cui mi importa ben poco, ma per questa povera Chiesa, che si ritrova ad essere guidata da una persona che non ha saputo dirigere il gregge affidatogli, soprattutto i piccoli e gli indifesi". Ancora attraverso patteggiamento il 14 luglio è condannato a poco più di tre anni di reclusione per pedofilia padre Domenico Marcanti, 48 anni, animatore del doposcuola alla scuola media dell'Istituto Don Orione di Alessandria. Bambini tra i sei mesi e i sei anni erano invece i protagonisti di una collezione di foto pedopornografiche trovata il 3 marzo nell'abitazione di un padre domenicano, Giancarlo Locatelli, 44 anni, segretario dell'Istituto di teologia ecumenica "San Nicola" di Bari e uno dei referenti della parrocchia di San Nicola presso l'omonima Basilica. Infine, il 15 ottobre viene condannato a 3 anni e mezzo di reclusione don Giorgio Barbacini per aver compiuto atti sessuali nei confronti di un minorenne extracomunitario, con l'aggravante di averne avuto la custodia e la tutela. I fatti risalgono al 2000, quando don Giorgio era responsabile della comunità "Migrantes" di Savona, istituita dalla Curia per tutelare i giovani extracomunitari con problemi di ambientamento. Attualmente don Giorgio è stato trasferito in un'altra diocesi; nei suoi confronti non è mai stata avviata alcuna procedura ecclesiastica.
2005: Como, Cuneo, Arezzo, Napoli
Il 20 maggio viene arrestato il parroco di Laglio (Como) don Mauro Stefanoni, 37 anni. E' accusato di violenza sessuale su un ragazzo di 14 anni affetto da un lieve ritardo mentale e di detenzione di materiale pedopornografico. Il processo, inizialmente fissato per il 28 marzo 2006, è stato rinviato al 31 ottobre dopo che i legali della difesa hanno presentato un certificato medico che attesta l'impossibilità dell'imputato di essere presente. Attualmente don Mauro è vicario parrocchiale presso la parrocchia SS. Crocifisso a Ponte Tresa (Varese). Prende il nome dal titolo di un recente film di Pedro Almodovar, La mala educaciòn, l'operazione condotta dalla questura di Cuneo che nell'estate del 2005 porta all'arresto di don Renato Giaccardi, 42 anni, sacerdote monregalese, originario di Magliano Alpi (Cuneo), responsabile della preparazione religiosa, in qualità di "vicario moniale", di alcuni istituti della diocesi di Imperia e di Albenga. Le accuse sono induzione alla prostituzione, favoreggiamento e sfruttamento di minorenni. Secondo quanto hanno affermato gli inquirenti, i minorenni coinvolti sarebbero una trentina, italiani ma soprattutto extracomunitari, tra i 13 e i 17 anni. Le "prestazioni" dei ragazzi venivano poi ricompensate dal sacerdote con biglietti cinematografici, gelati e dolci. Per ogni nuovo amico presentato, il premio era invece una banconota da 10 euro. Più di trenta - tra giovani e giovanissimi - sono le vittime di don Pierangelo Bertagna, parroco di 44 anni dell'abbazia di Farneta (Arezzo), arrestato l'11 luglio del 2005. Il parroco ha confessato davanti ai giudici della procura di Arezzo tutti i reati di violenza sessuale segnalati dalle famiglie dei bambini della sua parrocchia, più altri risalenti a periodi precedenti, quando Bertagna, originario del bresciano, ancora non era entrato in seminario. Il 15 novembre inizia un procedimento civile che vede coinvolta la Curia arcivescovile di Napoli citata in giudizio dai legali di un ragazzo (14enne all'epoca dei fatti) che avrebbe subito violenza sessuale da un sacerdote dei Quartieri Spagnoli. Quest'ultimo era stato prosciolto nel 2002 per incapacità di intendere e volere nel momento in cui sarebbero stati commessi gli atti. Ora Luciano Santoianni, uno dei legali del ragazzo, denuncia: "Riteniamo che la Curia debba rispondere per la condotta tenuta da un suo sacerdote per una vicenda che richiama molto da vicino quelle accadute negli Stati Uniti. Crediamo infatti che questa vicenda si sarebbe potuta evitare se, a monte, la Curia avesse esercitato una funzione di controllo e verifica psico-attitudinale su quel sacerdote".
2006: Roma, Ferrara, Lecce
Oltre all'arresto di don Marco Agostini, di cui si è già parlato, da segnalare per questa prima parte dell'anno anche l'avvio del processo a un sacerdote ferrarese di 60 anni, accusato di violenze sessuali su dieci bambine dell'asilo che gestiva nella sua parrocchia. All'apertura del processo, avvenuta lo scorso 23 marzo, i giudici del tribunale collegiale di Ferrara hanno però respinto la richiesta delle parti civili (ben 17 tra genitori ed educatrici) di citare come "responsabili civili", per l'eventuale risarcimento di danni morali e materiali, la Curia di appartenenza del sacerdote, la parrocchia che gestiva, il ministero dell'Istruzione e il Csa (exprovveditorato): secondo le parti civili, nonostante fossero state date segnalazioni chiare della situazione dell'asilo (lettere di genitori alla Curia), nessun ente è intervenuto e, soprattutto, ha sottovalutato le segnalazioni stesse. Infine, lo scorso 3 maggio, viene arrestato don Donato Bono, parroco 44enne di Sternatia, in provincia di Lecce. Il sacerdote era stato messo agli arresti domiciliari un mese prima, dopo essere stato trovato in auto con un minorenne impegnato in atti osceni. Durate gli arresti domiciliari, però, don Donato si sarebbe adoperato per inquinare le prove a suo carico, facendo esercitare pressioni sui genitori del minorenne e sul ragazzo stesso. A questo punto il pm titolare dell'inchiesta, Francesco Polino, ha disposto un inasprimento del provvedimento originario. Secondo i primi accertamenti i ragazzi coinvolti dalle 'attenzioni' del sacerdote sarebbero una dozzina, tutti maschi e minorenni.

FONTE Indymedia.org
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NON E’ MAI ESISTITO UN GESU’ FIGLIO DI GIUSEPPE E MARIA
di Giancarlo Tranfo

Antefatto flash - L’amico Giancarlo Tranfo, attento studioso di cristologia, dopo aver letto e ascoltato le assurdità di Bisconti su radio Vaticana, si è sentito toccare il nervo scoperto della “non storicità di Cristo”, nervo sensibilissimo anche per tutti noi. Tranfo, dopo avere sollevato il quesito e averlo posto a Bisconti, ci ha scritto (a Luigi Cascioli e a me) per farci partecipi di ventura dell’importante tema. Eccomi pronto al fronte. E’ ora che gli uomini con le gonne, del Vaticano, diano a tutti una risposta invece di fingere di non sentire. Invitiamo chiunque a scrivere e telefonare loro affinchè ci diano la risposta che attendiamo. In molti hanno telefonato in Vaticano (tel. 06698921) per chiedere spiegazioni senza ottenere nulla: una voce femminile, forse una suora novizia, ha detto, impassibile, di chiedere alla Cei al telefono: 06663981. Abbiamo cambiato sportello. Sembra che siano loro, la Cei, i deputati a poter parlare e fornire prove dell’esistenza storica di Cristo. Magari facendoci passare al telefono il sig. Bagnasco (ma va bene chiunque di loro) forse potremmo avere l’agognata risposta. Per chiamare gratis la Cei e il Vaticano tutti i giorni a tutte le ore basta usare il sistema gratis http://www.jajah.com .

Il Vaticano dovrebbe dotarsi di un Numero Verde e di un Call center così da occuparsi dei clienti “soddisfatti-o-rimborsati” come fanno le altre multinazionali. Con tutti i miliardi di euro e di dollari di cui dispone il Vaticano, uno straccio di linea telefonica gratis potrebbe pure metterla! Ma ora godiamoci il prezioso documento di Tranfo, da stampare e appendere al muro, una fosforescente pennellata di intelligenza nel mare buio dell’oscurantismo.
ARTICOLO DI Ennio Montesi

GIANCARLO TRANFO SCRIVE A BISCONTI ATTRAVERSO RADIO VATICANA

Al prof. Fabrizio Bisconti:
Il messaggio sotto è stato inviato a radio Vaticana agli indirizzi: sic8@vatiradio.va ; sic14@vatiradio.va ; sic21@vatiradio.va
- Da: Giancarlo Tanfo -

Vi prego di inoltrare questa mia direttamente al prof. Fabrizio Bisconti, segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.

Egregio professore, Ho letto l’intervista da lei rilasciata in merito alla scoperta definita di “fanta archeologia” della presunta tomba di Gesù di Nazaret. Concordo pienamente con Lei sugli evidenti fini mediatici e sensazionalistici (con conseguente ritorno in termini commerciali) sia della notizia della scoperta (per altro non recente) chedell’annunciata realizzazione cinematografica di un documentario. Innanzitutto, mi presento, non per sfoggiare titoli accademici che non ho, ma semplicemente per darle modo di cogliere il motivo e il senso di questa mia.
Mi chiamo Giancarlo Tranfo e sono l’autore di una ricerca storica (mi autorizza a definirla tale anche se la mia storia non collima con la sua?) o pseudo storica come lei preferisce, sul personaggio di Gesù di Nazaret e sulla nascita del cristianesimo (il mio lavoro è consultabile al sito web http://www.yeshua.it .
Per farle, poi, ben comprendere la portata dell’abisso ideologico posto tra me, studioso dilettante, e lei, stimato professore dai titoli roboanti, le accenno al percorso storico e culturale (scusi, pseudoculturale) che mi porta a ritenere “fantascientifica” la scoperta, esprimendo quindi un giudizio finale conforme al suo (quale onore…).
Partiamo dalla fine: la scoperta secondo me non è attendibile perché non è mai esistito un Gesù figlio di Giuseppe e Maria ma sono esistiti, semmai, combattenti messianisti, ai quali veniva riconosciuta dal popolo ebraico dignità profetica e regale, che, nel nome della legge mosaica, spesero la propria vita per combattere contro Roma e riscattare la propria libertà! Uno di questi (che fu poi usato come controfigura storica nella costruzione del mito di Gesù di Nazaret, una volta ripulito dalla matrice storica giudaico eversiva), fu il figlio primogenito di Giuda il Galileo, discendente davidico e fondatore della setta degli zeloti. A parlarci di Giuda e dei suoi figli è Flavio Giuseppe ed è grazie a lui che ci accorgiamo che i fratelli del “messia” ribelle avevano gli stessi identici nomi degli apostoli (strano…vero?).
Il resto del mito di Gesù di Nazaret, viene dall’assemblaggio (evidentissimo) della figura di questo “re che non regnò” con gli archetipi appartenenti agli antichi culti misterici (dallo zoroastrismo e dal mitraismo al culto diIside/Osiride/Horus, dai misteri dionisiaci a quelli eleusini, dal culto di Soter a quello di Attis ecc. ecc.), con le filosofie spirituali di stampo ellenistico (Platone, Pitagora ecc.): il tutto calato in un “minestrone” sincretico conciliato in un “unicum” reso a tutti i costi armonico, coerente e credibile dall’impostazione letteralista della cultura farisaica di Paolo di Tarso, dal suo immaginario teosofico e dalla zelante opera di “costruzione mirata” e “demolizione censoria” di “tutto ciò che non quadrava” (leggi eresie) da parte dei ”padri della chiesa” nei primi secoli. Abbandoniamo “la coda” del discorso e torniamo alla “testa”.
In passato ero un fervente cattolico con il pallino dello studio storico.
Anni fa, indignato per le blasfemie provenienti dall’ambiente dello scetticismo laico, decisi di addentrarmi nello studio delle antiche fonti e dei più significativi riscontri di archeologia cristiana, allo scopo di realizzare una ricerca tesa a confermare la storicità del Gesù dei vangeli. Con infinita delusione, mi resi presto conto che più cercavo riscontri alle mie aspettative, più mi imbattevo nella fragilità delle argomentazioni storiche a sostegno della storicità di Gesù, sostenute dall’ambiente accademico del quale Lei fa parte nonché dagli apologisti cristiani di tutti i tempi. Senza entrare a fondo nella mia ricerca (se vuole… divertirsi è a portata di mano), Le rammento (perché tanto già lo sa) che: 1) non sono “storia” i vangeli in quanto narrano vicende terribilmente inconciliabili tra loro. Non ci crede? Bene. Un austrolopiteco sottoculturato come me, può permettersi di suggerirle un esercizio dal “banco degli asini” in fondo alla classe? Provi a conciliare tra loro i seguenti passi neotestamentari: - Mt. 3 : 13 -17 + Mr. 1 : 9 -11 + Gv. 1 : 29 - 34 + 3 : 25 – 30 con: Mt. 11 : 2 -3 + Lc. 7 : 18 –20 - Mt. 26 : 32 + 28 : 7, 10, 16 + Mr. 14 : 28 + 16 : 7 con: Mr. 16 : 15, 20 + At. 1 : 4 -Mt. 10 : 21 – 23 con: Mt. 16 : 21 + Mr. 9 : 30 - 32 + 12 : 10 - Mr. 15 : 24 – 25 con: Gv. 19 : 14 - Mt. 28 : 1 + Mr. 16 : 1 – 2 con: Gv. 20 : 1 - Mr. 16 : 5 con: Mt. 28 : 2 - 4 + Gv. 20 : 11 – 12 -
Se ci riuscirà mi leverò il cappello, mi inchinerò e la ossequierò fino a che avrò vita!
2) è, invece, storia IL SILENZIO dei quaranta e più storici del tempo (primo tra tutti Flavio Giuseppe) che pur avendo assistito (loro o i loro padri) agli straordinari miracoli del vostro Gesù, non ne hanno fatto cenno alcuno: erano ciechi o non c’era niente da vedere e riportare…? Pare che nessuno abbia visto nemmeno strane stelle comete, straordinarie resurrezioni o spaventosi terremoti con epicentro il Golgota e conseguenti eclissi. Certo è molto strano se pensiamo che storici come Filone d’Alessandria o Giusto di Tiberiade, che avrebbero potuto inciampare con le vesti di Gesù di Nazaret, non abbiano notato nulla…
3) non esiste un solo riscontro archeologico, degno di essere considerato tale, a conferma della storicità di Gesù. Le risparmio l’elenco (tanto conosce anche quello…) degli improbabili reperti provenienti da scavi e di quelli (più o meno riconosciuti come storici dal vaticano) passati di mano in mano nei secoli (detti reliquie). Non le parlo, dunque, della lancia di Longino, del velo della Veronica, delle pietre che compongono la casa di Loreto, dell’urna di Giacomo, dei frammenti di legno della croce con i quali è stato calcolato che se ne possono costruire circa una trentina e di tutte le altre centinaia di “bufale” (perfino il santo prepuzio!!!) sulle quali si fonda la vostra … “scienza” (sic!). Mi soffermo soltanto su quello che fu per secoli l’oggetto più venerato dai fedeli in quanto considerato prova autentica della storicità della passione e del martirio di Cristo: la sindone. La datazione inconfutabilmente espressa dalla prova del carbonio 14 ha posto la parola “fine” su ogni vostra speranza! Un discorso a parte andrebbe fatto per i ritrovamenti di Qumran e Nag Hammadi che vi sono caduti sulla testa come docce gelate (avreste fatto carte false per ricacciarli sotto terra…) e sui quali vi siete affannati (come padre de Vaux insegna), attraverso le vostre commissioni di studio, a stendere un improbabile velo di tranquillizzante “normalizzazione” facendo passare per pazzo chiunque avesse visto, in tali documenti,… quello che c’era effettivamente da vedere (leggi R. H. Eisenmann).
C’è dell’altro? Non mi sembra. Se mi sbaglio me lo rammenti. Potrei continuare per ore, visto che la mia confutazione “pseudo storica” stampata su carta occupa circa 400 pagine… ma mi fermo qui.
Ora, egregio Professore, tutto ciò premesso, mi consenta di citare un passo della sua intervista: “Sì! In passato si ritenne di aver trovato l’Arca di Noè, altre scoperte così... “fantasmagoriche”... Io credo che il fenomeno vada inquadrato nel momento storico, no? Ora è il momento dei grandi “scoop”, delle grandi ricostruzioni, restituzioni pseudo-storiche, ma si tratta di fanta-archeologia! Questo fenomeno di dire altro rispetto alla verità storica, è un fenomeno che incomincia con il cristianesimo, praticamente. Quindi, dobbiamo abituarci a queste false scoperte, a queste false notizie...”
Mi sa dire, per cortesia, a quale “verità storica” si riferisce parlando del suo cristianesimo? Quali sono, invece, le “false notizie” e le “restituzioni pseudo storiche” considerate “altro” rispetto alla sua “verità storica”? Egregio Professore, il “fenomeno di dire altro rispetto alla verità storica” non “incomincia con il cristianesimo”. Diciamo che è più corretto rovesciare questo periodo: il (vostro) cristianesimo incomincia con la pretesa di santa romana chiesa di dire altro rispetto alla verità storica, per poi distruggere con ogni mezzo tutto ciò che non “faceva quadrato” con quanto essa andava costruendo!
Egregio professore, se lei avesse parlato di “fede” nessuno avrebbe potuto dirle niente in quanto chiunque è libero di credere a ciò che vuole: si può credere a Cappuccetto rosso come a Pinocchio purchè si abbia il buon gusto di non parlare di storicità di questi personaggi.
Lei invece, non solo considera “storia” incontestabile la sua, ma denigra quella degli altri definendola “pseudo storia”.
Benissimo, scendiamo dal piano della “fede” a quello della “storia” e sentiamo quali prove può esibire a sostegno delle sue “verità”! Non voglio, infatti, mancare di rispetto alla sua straordinaria preparazione, ma devo rammentarle che quando si parla di “verità storiche” si deve anche essere pronti a dimostrarne la fondatezza abbandonando i modelli fideistici ed accostandosi a quelli della metodologia scientifica. In tal senso, può fornirmi, per favore, UNA SOLA PROVA seria dell’esistenza storica del suo Gesù di Nazaret tra quelle a sua disposizione che, a giudicare dalla certezza che ostenta, dovrebbero essere migliaia? Me ne lanci una (una qualsiasi) con distacco, come farebbe con un “osso al cane”, e vedrà che finirò di abbaiare. Immagino che Lei pensi “ma chi se ne importa se uno sconosciuto abbaia, tanto, diversamente da me non ha il “megafono” della notorietà accademica, quindi anche se abbaia nessuno lo sente…”. Se pensa questo, egregio professore, si sbaglia.
Il suo silenzio (del quale sono quasi certo) suonerà come una tromba assordante in tutto il mondo web dei siti laici e anticlericali.
Migliaia di persone leggeranno questa mia (avendo io intenzione di dare ad essa la massima diffusione e il massimo risalto) e tireranno le loro somme dall’assenza di una sua risposta.
Il mio sito, sul quale questa mia sarà pubblicata, in due anni ha ricevuto 77.000 visite, mentre gli altri, ai quali invierò questa lettera, vantano mailing list con decine di migliaia di iscritti.
La sa una cosa professore? Alla fine saranno più le persone che leggeranno questa mia e tireranno le somme dal suo silenzio che quelle che leggeranno la sua intervista sulla “pseudo” storia e la fanta archeologia.
Ha mai sentito parlare dello storico Luigi Cascioli? Sono anni che vi provoca lanciandovi la stessa sfida che io sto lanciando adesso a lei: avesse mai incontrato un accidenti di qualcuno che abbia quantomeno tentato di metterlo a tacere!!!! Adesso vi ha addirittura trascinato dinnanzi alla corte europea a Strasburgo dove, a questo punto per forza, sarete prima o poi chiamati a fornire uno straccio di prova storica sull’esistenza di Cristo, altrimenti, caro professore, per voi verranno tempi duri: se Cascioli otterrà la condanna per abuso della credulità popolare del parroco del suo paese che ha affermato la storicità di Cristo sul giornale parrocchiale, quello che ne conseguirà potrebbe essere per voi disastroso e perfino la somministrazione dell’eucarestia potrebbe diventare un atto illecito in quanto fondato sulla pretestuosa esistenza concreta (il corpo e il sangue) di un personaggio che una sentenza avente valore di legge considera mai esistito!
Ecco perché io penso che lei non mi risponderà mai!
Non perché non mi consideri degno (anche se le piacerà pensare questo) ma perché proprio non saprebbe come farlo se non citando inutilmente fonti estranee alla storia e alla scienza quali gli scritti dei padri della chiesa (dal II- III secolo in poi) o al massimo il “testimonium Flavii” che è ormai universalmente ritenuto un falso di Eusebio o, ancora, il passo degli Annali di Tacito che, seppure lo vogliamo considerare autentico, non attesta l’esistenza di Cristo se non sul piano del “sentito dire” ma, casomai, quella di un movimento ad esso ispirato durante gli anni di Nerone (comunque lontani da quelli dell’autore)...
Se, invece, dovessi sbagliarmi e un giorno, aprendo le email yeshuamail@yeshua.it dovessi trovare una sua, mi impegno fin d’ora a dare ad essa la stessa risonanza che per ora darò a questa mia. Se poi saprà essere anche convincente fìnirò di abbaiare… finiremo tutti di abbaiare… e ci inginocchieremmo dinnanzi al tabernacolo!
Glielo prometto solennemente per me e mi permetto di farlo anche a nome di tutti coloro che pubblicheranno questa mia negli spazi web (siti, blog e forum) e nelle newsletters di loro pertinenza.
La ossequio.
dott. Giancarlo Tanfo (pseudo storico a tempo perso)
yeshuamail@yeshua.it - www.yeshua.it -
Per sapere del caso di Luigi Cascioli autore del libro denuncia "La favola di Cristo - Inconfutabile dimostrazione della non esistenza di Gesù" il cristologo che ha denunciato la Chiesa cattolica nella persona di un suo ministro per i reati di "abuso della credulità popolare" e "scambio di persona" e del processo al Tribunale dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo vai su www.luigicascioli.it http://nochiesa.blogspot.com -
FONTE Axteismo Press
Buena VidaGaya CsF

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