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lunedì 22 maggio 2023

STUDENTI ITALIANI IN TENDA - Come mai ?

 In questi giorni contro il caro-alloggi per gli studenti nelle città sedi italiane  di università si sta svolgendo a macchia d'olio una forma di protesta/denuncia degli stessi che per attirare l'attenzione sul problema hanno occupato con tende gli atenei di mezza Italia.

Come mai ?

Fin dal 1965 noi allora  studenti chiedemmo l'accesso all'istruzione a tutti i livelli  libero e gratuito per tutti,  e lo facemmo attraverso forme di lotta durissima ma purtroppo poco efficaci, troppo tradizionali e facili da neutralizzare da parte di un potere politico in cui tutti i partiti erano ben determinati solo a cambiare qualcosa perché in realtà non cambiasse nulla,  secondo il metodo italico gattopardesco ben consolidato storicamente. 

Del resto non pretendevamo altro che fosse finalmente applicato davvero e per tutti quanto  previsto già nel 1948 dalla Costituzione della Repubblica, ma i partiti politici presenti nel Paese non ci sostennero altro che molto tiepidamente (quelli di sinistra)  quando non ci osteggiarono direttamente o soprattutto tentassero di criminalizzare le nostre rivendicazioni (centristi, democristiani e destre).

 La lotta per l'istruzione libera, gratuita e garantita per tutti andò tuttavia avanti fino ad ottenere la conquista di una legge ad hoc, i cosiddetti Decreti Delegati, assieme alla liberalizzazione dell'accesso all'Università al termine degli studi superiori, salvo il pagamento di tasse di iscrizione di modico importo.

Potremmo dire che fu una stupenda vittoria per la cultura  e l'uguaglianza nel nostro Paese, ma questo frutto meraviglioso conteneva diversi bocconi avvelenati che allora ai più sfuggirono ma che erano destinati addirittura a sgretolare non solo le nuove conquiste, ma anche l'efficacia culturale di tutta l'operazione.  

 Mi riferisco in primo luogo alle impossibilità di strutture, pensate e realizzate per una popolazione universitaria di dimensione ridotta, "elitaria" e in gran parte residente nel territorio dell'Università,  di accogliere una massa di studenti non solo di provenienza cittadina, ma proveniente da tutta Italia e anche dall'estero. Essi avrebbero necessitato non solo di aule, laboratori biblioteche e spazi studio più capienti e adeguatamente organizzati, ma anche di alloggi adatti, gratuiti o a prezzo basso.

Quello che fu realizzato per ovviare a queste necessità fu già allora assolutamente inadeguato e nell'arco di mezzo secolo ciò che è stato realizzato è ancora penosamente carente e ormai carissimo, specie in città come Roma Milano Napoli, dove i tradizionali affittuari di camere per studenti, compresi i conventi,  sono passati in gran numero ad essere gestori di Bed&Breakfast e case/vacanze, molto più remunerativi, con la conseguenza di far lievitare sempre più gli affitti.

Ometto volontariamente la questione del reclutamento e della retribuzione dei docenti, assistenti, ricercatori universitari, che è lontanissima da ogni forma di uguaglianza a pari livello con quelli di altre università occidentali.

Mi corre l'obbligo di promuovere una riflessione  sulla questione partendo da un sistema completamente diverso da quello italiano  e considerato da sempre incredibilmente più efficiente, e per farla è il caso di confrontare qualche dato realisticamente.

Parto dagli USA , con questi dati che recupero dal sito WE-wealt.com 

 VisualCapitalist – basato sui dati di U.S. News & World Report – ha evidenziato quali sono le 50 migliori università americane, dalle Ivy League agli istituti pubblici. 

A livello metodologico, diversi sono stati i parametri che hanno concorso al punteggio finale:

- Tassi di laurea = 22%.

- Reputazione accademica degli studenti = 20%

- Risorse della facoltà = 20%

- Risorse finanziarie per studente = 10%

- Performance del tasso di laurea = 8%

- Selettività degli studenti per la classe d'ingresso autunnale = 7%

- Mobilità sociale = 5%

- Indebitamento dei laureati = 5%

-Tasso medio di donazione degli Alumni = 


Le top 10 università americane 

Si pensa spesso che le università della Ivy League siano le migliori scuole d'America, ma in realtà solo quattro delle magnifiche otto - Princeton, Yale, Columbia, Brown, Harvard, Cornell, Dartmouth, Pennsylvania -  rientrano nella top 10. 



I tassi di ammissione

Tra le prime 10 scuole l'ammissione è molto competitiva e nessuno dei tassi di accettazione supera il 7%. Il Massachusetts Institute of Technology (MIT), l'Università di Stanford e il Caltech sono tra le università più difficili da ammettere, con solo il 4% dei candidati che riceve l'entusiasmante lettera di accettazione. Le università dell'Illinois e del Wisconsin, invece, accettano il 60% dei candidati.


Il costo dell'istruzione americana

Le tasse universitarie statunitensi sono famose per essere inaccessibili. Combinando tutti i prestiti federali e privati del Paese, il debito totale degli studenti ammonta a 1,75 trilioni di dollari: si tratta di un ammontare medio di 28.950 dollari  (.26,758.02 EUR)


La scuola più costosa d'America è la Columbia University, con un costo di ammissione di ben 65.524 dollari, con alcune stime che indicano tassi ancora più alti per l'anno accademico 2022/2023. La meno costosa tra le prime 50 è invece l'Università della Florida, con 6.380 dollari per la retta annua, più di 10 volte più economica della Columbia.

Intendo paragonare questi dati con quelli di altri paesi occidentali.


AMg

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