La rappresentanza popolare nelle istituzioni non dipende dal numero ma dalla possibilità di scegliere più direttamente possibile (e poter conoscere e controllare) chi scegli a rappresentarti, te, i tuoi bisogni, le tue legittime aspirazioni di vita.
Cioè non è la quantità che deve contare, ma la qualità della rappresentanza eletta.
La storia che più siamo più contiamo, come che chi strilla più forte ha ragione, è una favola di democrazia che poco ha a vedere con l'autentica prassi (pratica) democratica. Alimentare meccanismi del genere, oltre ad essere politicamente, culturalmente e costituzionalmente scorretto, tende piuttosto a incrementare la demagogia, creando all'interno delle istituzioni e dei partiti stessi dei capibastone che danno ordini ai peones che li devono eseguire, vanificando di fatto l'espressione della volontà popolare per sostituirla con quella di gruppi di potere e potentati vari, mafia compresa.
Andazzo molto pericoloso, difficile da controllare e impedire, e che per giunta legifera indisturbato sui propri privilegi, attribuendosene di sempre nuovi e sempre più costosi per la cittadinanza, come abbiamo potuto verificare fin dalla metà degli anni 60, senza riuscire ovviamente né a porvi fine, né a ottenere risultati di efficienza e buon governo come è stato più volte denunciato.
Con le ultime elezioni legislative i cittadini stufi, con il M5S, hanno tentato di rovesciare questa prassi consolidata, di fatto profondamente antidemocratica, per restituire la sovranità al popolo, come già tentarono inutilmente i Radicali nel 1976. Ma prevedendo tale possibilità i partiti e i potentati presenti nella precedente legislatura si sono accordati per approvare una legge elettorale (il famigerato rosatellum) che garantisse la vittoria solo a chi si consorziava con altri, gestendo le proprie clientele in cambio ovviamente di favori e propaganda.
Un metodo di tipo mafioso che di fatto ha penalizzato nei numeri degli eletti il gruppo che ha corso da solo, pur se è risultato il più votato dai cittadini, ponendosi come antitesi a tali pratiche antidemocratiche.
Da qui le attuali difficoltà politiche.
Perciò ritengo indispensabile oltre alla ridefinizione del numero dei parlamentari e dei collegi dei votanti, la sostituzione del rosatellum con una legge elettorale di tipo maggioritario diretto, in cui i cittadini, tutti e in tutto il Paese, possano votare per il candidato, sia pure presentato da un qualsiasi partito, che vogliono li rappresenti in Parlamento.
Perchè voglio ricordare che gli eletti in Parlamento, nel nostro ordinamento costituzionale, una volta eletti rappresentano TUTTI i cittadini, non (solo) i partiti che li hanno messi in lista. E devono rispondere del loro operato ai cittadini, TUTTI, non ai soli partiti.
Ma questa (sotto)cultura è sommamente difficile scardinarla, in un paese in cui la scuola pubblica è stata progressivamente svuotata della sua libertà culturale, della professionalità dei suoi docenti e dirigenti, di qualità di preparazione richiesta agli studenti, togliendole fondi, perfino per la manutenzione degli edifici pubblici, a favore delle scuole private parificate, generalmente confessionali.
Il nostro bellissimo Paese è dominato ancora da poche famiglie che accentrano le "loro" ricchezze nelle banche private o nei paradisi fiscali, da chiese che sono potentissime multinazionali della superstizione, da potentati avidi e spietati che gestiscono sia la cosa pubblica, sia la produzione/distribuzione dei prodotti, le costruzioni, e i trasporti, la droga, la tratta degli schiavi, la prostituzione e il gioco d'azzardo. Tutti costoro hanno a disposizione e utilizzano, per mantenere e incrementare i loro poteri, mezzi di propaganda pervasivi, che solo loro controllano, e per giunta la Giustizia è ostaggio di una magistratura la cui lentezza e inefficienza è diventata una barzelletta internazionale.
Le sfide per ridare al Popolo quella Sovranità che dice la Costituzione, che gli è stata tolta, senza che l' abbia davvero avuta altro che forse nel 1946-47-48, sono grandi e davvero difficili.
Ma i cittadini perbene, anche quelli che hanno smesso di andare a votare, perché nessuno a loro avviso li rappresenta, dovranno seriamente schierarsi e collaborare con pazienza e determinazione a vincere qualcuna di queste sfide.
Se vogliono sul serio riprendersi la loro sovranità democratica dovranno smettere di passare il tempo a recriminare, lamentarsi e inveire contro tutto e tutti, sognando rivoluzioni, ghigliottine e patiboli e decidersi a collaborare personalmente in opere, denari e supporto, ovunque si trovino e possano, con chi sta, forse un po’ ingenuamente, provando a cambiare l’andazzo troppo a lungo corrente.
Alba Montori
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