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mercoledì 6 maggio 2015

CARROZZELLA ROMANA CHE PASSI....

Da qualche tempo è in corso una grandissima querelle  a proposito dei cavalli che trainano le poche carrozzelle in giro in pochissime strade del cuore di Roma storica per la gioia dei turisti.

Nell'articolo Le botticelle devono rimanere, si o no ?  si parla del fatto che le associazioni animaliste si sono mobilitate per "la tutela dei cavalli" e la "riconversione delle licenze in altre attività di trasporto più green".

A parte il fatto che come mezzo di trasporto sicuramente la carrozza a cavalli è quanto di più green ci sia, visto che il combustibile per la "macchina" da trazione è la biada del cavallo, che come ognun sa è verde, questa questione puzza di pretestuosità lontano chilometri.

E che dire della tutela dei cavalli se non ricordare che nella tradizione esiste da sempre un profondo rispetto e affetto del vetturino nei confronti del proprio cavallo, proprio perché è il suo compagno prezioso di lavoro?
 Semmai sarebbe opportuno e richiesto un po' più di supporto veterinario e logistico per tutti e tre
( vetturino, cavallo e carrozza), stalle e rimesse ben tenute ed efficienti senza invadere le ville storiche con nuove costruzioni costose e ingombranti utilizzando le strutture degli ippodromi cittadini. Insomma invece di strillare sempre contro il maltrattamento degli animali sarebbe bene ricordarsi che il cavallo è un animale forte e intelligente, ama essere un collaboratore dell'uomo e  trainare una carrozzella per lui/lei è infinitamente meno faticoso e pericoloso che partecipare agli allenamenti e alle corse negli ippodromi o nei maneggi.


 E poi posso pregare tutti di piantarla di chiamare "botticelle " quelle che i romani hanno sempre chiamato "carrozzelle" o "landò", vetture di piazza trainate da un solo cavallo, che sono a tutti gli effetti il tipo di carrozza " Piccolo landò o Landaulet", dotato di capote?
La "botticella" ormai non esiste più in circolazione fin dall'inizio degli anni sessanta.
Come si evince dal nome era il piccolo carro da trasporto che fin dall'epoca romana serviva a trasferire le piccole botti di vino ( prevalentemente dai Castelli o da Olevano Romano) per la distribuzione alle osterie e trattorie, ed era generalmente trainato da due (2) muli. Ed erano dei piccoli carri, dipinti di rosso minio, più lunghi che larghi, con le botticelle di forma oblunga e non rotonda, con la testa blu cerchiata di rosso scarlatto ammonticchiate a piramide sopra, mentre i muli erano infiocchettati e impennacchiati, con i sonagli sul collare e il cocchiere sedeva sopra la piramide di botticelle con la sua lunga frusta che non gli ho mai visto usare...

 Da romana mi da veramente fastidio veder attribuire un nome completamente inappropriato a qualcosa che è legato profondamente con la storia di Roma come il landò o carrozzella e la botticella.

Al proposito  voglio citare la canzone "Carrozzella romana" di un grande cantante, Claudio Villa, romano de Roma:

CARROZZELLA ROMANA CHE PASSI
DI GIORNO E DI SERA
CON LE COPPIE DI SPOSI D’AMANTI
E DI GENTE STRANIERA

QUANTI RICORDI CARI DI GIOVENTU’....


E infine a proposito dei cavalli e dei vetturini vale ricordare che nella tradizione esiste da sempre un profondo rispetto e affetto del vetturino nei confronti del proprio cavallo, proprio perché è il suo compagno prezioso di lavoro.
Semmai sarebbe opportuno un po' più di supporto veterinario e logistico per tutti e tre ( vetturino, cavallo e carrozza) e invece di strillare sempre contro il maltrattamento degli animali ricordarsi che il cavallo ama essere un collaboratore dell'uomo e che trainare una carrozzella per lui/lei è infinitamente meno faticoso e pericoloso che partecipare agli allenamenti e alle corse negli ippodromi o nei maneggi.

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