In Italia, su 35mila bambini con malattie inguaribili, solo il 5% ha accesso alle cure palliative: è questa la notizia più sconvolgente di questi 15 giorni, data in poche righe da “Avvenire” e non ripresa da nessun altro giornale, malgrado i miei insistenti tentativi con i pochi giornalisti ancora sensibili su questi temi: una vergogna. Intanto il Papa - durissimo su aborto, eutanasia e unioni civili fra omosessuali (ma non aveva detto: “chi siamo noi per giudicare?”) - salva solo la famiglia. E Alfano, servile e poco originale, tenta di lanciare un “family act”. Entrambi ignorano che queste due settimane ci hanno regalato una serie di dati fortemente negativi sulla condizione delle donne, dei gay, dei disabili e dei malati, quasi del tutto privi di terapia del dolore. E Alfano, ministro degli Interni, non sa che fare dinanzi alla violenza squadrista contro gli immigrati e i loro bambini, cui si vieta di andare a scuola.
Aggravano lo sconforto le notizie che vengono da molte parti del mondo, e che riguardano sempre le donne: le mutilazioni genitali in Egitto, le sterilizzazioni in India, un Erdogan che nega parità di diritti alle donne turche.
Un po’ di luce dalla Francia: la legge Veil sull’aborto, che compie 40 anni, sarà adeguata ai tempi così da fare dell’aborto “un diritto fondamentale”, con possibile abolizione della obiezione di coscienza dei ginecologi. E sulla eutanasia la percentuale dei francesi favorevoli sale al 90%.
Sdegnata la reazione della madre di Brittany ai commenti del Vaticano: “E’ stato come prenderci a calci nel momento del lutto”.
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