Il 7 novembre scorso si è chiusa la diciannovesima sessione del Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU a Ginevra, dove l’Italia è stata posta sotto scrutinio per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani.
L’Associazione Radicale Certi Diritti - in coalizione con ILGA, ILGA-Europe, Stonewall UK, Centro Risorse LGBTI, Famiglie Arcobaleno, Intersexioni, il Comitato per la promozione e protezione dei Diritti Umani e il CILD - ha seguito il processo dall’inizio dell’anno stilando un documento sulla situazione dei diritti delle persone LGBTI e con delle raccomandazioni, partecipando alle precessioni a Ginevra e instaurando vari rapporti bilaterali con i governi che siedono al Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU e con alcune associazioni attive in quei Paesi.
Le nostre principali raccomandazioni riguardavano:
-la creazione e il regolare finanziamento di un istituto di parità indipendente;
-l’adozione, l’implementazione e l’adeguato finanziamento di una strategia nazionale contro le
discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere;
una legislazione che garantisca piena eguaglianza alle coppie dello stesso sesso e ai loro figli;
-l’immediato rilascio di documenti d’identità conformi al genere dichiarato dalla persona trans che ne faccia richiesta;
-garantire l’integrità fisica, l’autonomia e l’autodeterminazione delle persone intersex.
Benché non tutte le nostre raccomandazioni siano state recepite dagli Stati presenti a Ginevra, siamo molto soddisfatti poiché, per la prima volta, ben cinque raccomandazioni riguardano esplicitamente i diritti delle persone LGBT:
145.95 Stanziare le risorse necessarie alla lotta contro la discriminazione sulla base del genere e dell'orientamento sessuale, in modo da accelerare i progressi in materia (Spagna);
145.96 Accelerare e rafforzare azioni legislative e educative per combattere la discriminazione in tutte le sue forme, in particolare la discriminazione sulla base di sesso e orientamento sessuale (Canada);
145.97 Includere l'orientamento sessuale come motivo di protezione contro i discordi di istigazione all'odio (Canada);
145.98. Adoperare misure concrete per adottare la legislazione necessaria per il follow-up all'annuncio del primo ministro Renzi a lavorare sul riconoscimento delle relazioni omosessuali in Italia, come parte degli sforzi dell'Italia per rafforzare ulteriormente le misure per combattere la discriminazione e la violenza basata sull'orientamento sessuale e identità di genere (Paesi Bassi);
145.99 Garantire la parità di diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT) riconoscendo legalmente il matrimonio tra persone dello stesso sesso e le unioni civili (Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord);
Inoltre, ben 20 Stati hanno chiesto che venga posto in essere e adeguatamente finanziato un istituto nazionale sui Diritti Umani, con la Danimarca che pone addirittura il termine del 2015.
Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti, dichiara: “Il giorno dopo che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la prima risoluzione sul diritto alla vita che fa esplicito riferimento alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere e il giorno in cui s’inaugura l’VIII Congresso dell’Associazione Radicale Certi Diritti sono particolarmente felice di annunciare questo importante risultato dell’instancabile attività transnazionale della nostra associazione. Pur rammaricandomi che nessuno Stato abbia voluto raccogliere le nostre raccomandazioni sulle persone trans e intersex, sono soddisfatto delle raccomandazioni di Canada, Spagna, Paesi Bassi e, soprattutto, del Regno Unito che ha fatto esplicito riferimento al matrimonio egualitario. Ringrazio i governi che hanno accolto le nostre raccomandazioni, Stonewall UK per la collaborazione nel portare le nostre istanze al governo britannico, ILGA che ci ha aiutato a far sentire la nostra voce a Ginevra, tutte le altre associazioni con le quali abbiamo collaborato in questo lungo percorso.
Rimaniamo in attesa delle risposte del Governo Italiano che, entro il marzo 2015, dovrà decidere se accogliere o meno le raccomandazioni. Il governo ha una grande opportunità per portare finalmente l’Italia nell’alveo dei Paesi civili e per passare dalle promesse ai fatti, sprecarla sarebbe un oltraggio ai tanti cittadini italiani che ancora vivono sulla loro pelle fin troppe discriminazioni. Uguaglianza e diritti umani per tutti!”.
Il testo integrale delle raccomandazioni all’Italia emerse dalla UPR working group session tenutasi a Ginevra il 27 ottobre 2014: http://www.certidiritti.org/wp-content/uploads/2014/11/WGR-UPR-Italy.pdf
Il testo integrale delle raccomandazioni all’Italia emerse dalla UPR working group session tenutasi a Ginevra il 27 ottobre 2014, tradotto dal Comitato per la promozione e protezione dei Diritti Umani: http://www.certidiritti.org/wp-content/uploads/2014/11/UPR-raccomandationi-2014-totali.pdf
Il testo integrale della risoluzione ONU: http://www.un.org/ga/search/view_doc.asp?symbol=A/C.3/69/L.47/Rev.1
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