18-11-2013
"La débâcle del sistema giudiziario italiano ha raggiunto proporzioni tali da minare le fondamenta dell’ irrinunciabile principio democratico dello “stato di diritto”. A dirlo è stato il Consiglio dei Ministri del Consiglio d’Europa in una risoluzione del 2 dicembre 2010 a seguito della quale l’Italia veniva sottoposta ad “osservazione speciale” per i tempi eccessivi dell’amministrazione della Giustizia.
Non va meglio, il nostro Paese, per i “trattamenti inumani e degradanti” negli istituti penitenziari. Secondo i dati “ufficiali” in ogni 100 posti vengono dislocati 147 detenuti. Ma, se si tiene conto dei reparti chiusi per ristrutturazioni, delle celle inagibili e di quelle inutilizzate per mancanza di personale, il sovraffollamento è più che emergenziale: in 100 posti, le nostre istituzioni accalcano ben 178 detenuti. Tra i 47 Stati membri del Consiglio d'Europa solo 5 hanno superato la soglia dei 130 detenuti per 100 posti disponibili: Cipro, Ungheria, Italia, Grecia e Serbia. L'Italia è anche al terzo posto per numero assoluto di detenuti in attesa di giudizio, dopo Ucraina e Turchia.
Secondo un recente rapporto del Servizio Studi del Senato italiano (maggio 2013), che limita il confronto ad “alcuni Paesi europei che si ritengono più significativamente comparabili con l'esperienza italiana, per popolazione, territorio e appartenenza all'Europa continentale”, l’Italia destina alla “giustizia” (senza le carceri) la stessa percentuale di PIL, cioè lo 0,4 per cento, di Germania e Spagna e molto di più della Francia che si attesta allo 0,2 per cento del PIL. Se poi consideriamo l'amministrazione penitenziaria, la nostra percentuale di PIL è dello 0,2 per cento, che è identica a quella di Spagna e Francia e doppia rispetto a quella della Germania (0,1 per cento). Questa débâcle del sistema giudiziario italiano, dunque, non è nemmeno giustificabile con minori stanziamenti che l’Italia destina al “sistema giustizia” rispetto ad altri Stati Europei."
(Roma, 27
dicembre 1952) è una politica italiana, già deputata della delegazione
Radicale nel Partito Democratico durante la XVI legislatura. Il XII
Congresso di Radicali italiani l'ha eletta segretaria del movimento.
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