Car** amic**, sono rientrata da una avventura di salute finita bene e ho appena finito di creare una nuova cartella di 12 digital-paintings, che ho intitolato FIORI.
Per giocare, ovviamente, con colori e forme, e per la gioia degli occhi ( vostri oltre che miei) o più semplicemente per celebrare il rigoglio di questo maggio 2012 che sarebbe stupendo se non ci avesse portato ancora una volta tremenda distruzione in tanta parte d'Italia.
Per far sentire il mio affetto e dare un messaggio di speranza a chi si trova in mezzo alla strada con la casa e il lavoro distrutti e la paura che non si placa.
Il terremoto, anche distruttivo, non dovrebbe essere sorprendente in un paese ad alta sismicità qual è l'Italia.
Invece a quanto pare ha sorpreso tutti, a cominciare da buona parte dei tecnici che si son fidati delle mappe di sismicità aggiornate (!?!) dieci anni fa per dare le agibilità ai capannoni industriali. Che non hanno retto tutti, alcuni son crollati con perdite economiche e purtroppo anche umane
E' vero, grossi terremoti nella zona padana non se n'erano verificati da secoli, ma è pur vero che si è cominciato a compilare mappe di sismicità, aggiornandole costantemente, solo su quanto verificatosi da un secolo e mezzo o poco più. Poco, per poter avere un livello di attendibilità previsionale, credo !
Ma in ogni caso le costruzioni più vecchie di un secolo, la stragrande maggioranza di quelle che compongono il nostro stupendo paesaggio storico diffuso, non sono antisismiche, possono al massimo sopportare 1,5 Richter, resistenza che diminuisce con l'aumentare della vetustà, a meno che non siano state consolidate e restaurate migliorandone sensibilmente l'antisismicità, cosa quest'ultima che comporta strumenti e costi pubblici e privati notevolmente elevati oltre a un sistema di analisi e controllo diffuso e aggiornato costantemente.
Così da noi, illudendosi che dove il terremoto ha colpito basti al massimo ricostruire tal quale, si risparmia sulle uniche misure realmente antisismiche, ovvero quelle che permettano a tutte le costruzioni, storiche o moderne, pubbliche o private, abitative o industriali e agricole che siano, di resistere alle scosse anche forti senza sbriciolarsi come biscottini da the. E non ci si rende neanche conto che non solo è possibile ( in Giappone ma non solo sono maestri), ma che i costi anche elevati della effettiva messa in sicurezza sismica sono abbondantemente ammortizzabili e in ogni caso assolutamente inferiori a quelli della distruzione, vite umane comprese, causata da eventi comunque inevitabili, poichè legati a fenomeni naturali.
Ma le esperienze in questo paese servono soltanto per essere rimosse e dimenticate prima possibile: L'Aquila ne è solo l'ultimo esempio in ordine di tempo e risale solo a tre anni fa.
Gli italiani non sono originali in questo atteggiamento, ma certo ne sono un esempio assolutamente unico per incapacità di fare tesoro delle esperienze ed evitare che si ripetano costantemente con gli stessi risultati, accompagnati dagli stessi sfoghi di rabbia contro "lo stato" , di deresponsabilizzazione personale, dagli stessi piagnistei, dalle stesse forme di autocommiserazione.
Se non si hanno le possibilità economiche di mettere in sicurezza le proprie case, si deve in ogni caso esser consapevoli che si rischia la vita. Bisogna spiegarlo alle persone e bisogna attivarsi in ogni caso per aiutarsi reciprocamente quando questi eventi si verificano.
Bisogna prendere atto della realtà anche se non riesco proprio ad accettare il dover correre rischi simili semplicemente per non spendere denari, anche propri, per la prevenzione: forse si può rinunciare a cose meno necessarie e impiegare i risparmi per abbattere i rischi.
Invece gli umani continuano stupidamente a illudersi di essere ormai in grado di realizzare grazie alle loro scoperte scientifiche tutto ciò che vogliono su questo Pianeta e anche fuori. Continuano a illudere e illudersi dela propria potenza invincibile, convinti che Madre Natura sia al servizio del genere umano, con le sue risorse che sembrano inesauribili.
Invece basta un uragano, un terremoto o addirittura un semplice temporale, per mettere in evidenza tutta la fragilità di ciò che sono in grado di costruire, convinti che possa durare per sempre.
I fiori sbocciano, e da molto più tempo di qualunque nostra costruzione, anche dopo un inverno freddissimo sono sbocciati smaglianti con tutti i loro colori ...
Li ho raccolti e reinterpretati, per voi tutti.
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