Riflettiamo un attimo, se a Bologna 10 associazioni su 18, a cominciare dalle ACLI , pretendono che il Comune escluda dalla Consulta della famiglia le associazioni e i gruppi delle famiglie omosessuali, minacciando in caso contrario di "adire alle vie legali", mi auguro proprio che il Comune di Bologna ignori tali minacce di stampo razzista e discriminatorio.
Mi auguro anche che in tal caso Acli &C adiscano, come minacciano, alle vie legali, così la Magistratura ordinaria potrà dimostrare di essere in grado di rispettare e far rispettare la Costituzione.
Se invece il Comune di Bologna si volesse inchinare alle pretese razziste e discriminatorie di costoro, penso proprio che farò di tutto perchè si becchi una bella denuncia da parte delle associazioni discriminate.
Ovviamente per complicità in reato di razzismo, mica per comportamento omofobo, perché l'omofobia in Italia non è ancora considerata reato, ma il razzismo sì, per la Legge Mancino che è già in vigore.
Alba Montori
Capitanate dalle Acli, dieci associazioni (su 18) hanno scritto al Comune avvertendo che alla prima riunione non dovranno essere ammessi i gruppi delle famiglie omosessuali: "Altrimenti adiremo a vie legali". Il presidente Caviano (Idv) rimanda l'appuntamento a data da destinarsi. Concia (Pd): "Insensato escludere quelle realtà"
Soffia la bufera sulla Consulta della Famiglia. Dieci associazioni sulle diciotto che ne fanno parte diffidano il Comune dall'ammettere le due associazioni collegate alla mondo gay, Agedo e Famiglie arcobaleno, all'interno dell'organismo. Nel pomeriggio, dopo una giornata di alta tensione all'interno della maggioranza, il presidente della commissione Politiche sociali Pasquale Caviano, decide di rinviare "a data da destinarsi" la seduta, fissata inizialmente per domani, che avrebbe dovuto stabilire l'ingresso o meno delle due associazioni afferenti alla sfera gay.
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