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lunedì 13 settembre 2010

- I gay cattolici non gradiscono la partecipazione delle associazioni degli atei ai Gay-Pride.

Notizia presa dal sito dell'UAAR .
"""Al Gay Pride vi è una “presenza massiccia di gruppi di atei e di anticlericali che usano il Pride solo come una vetrina per portare avanti un discorso che non ha niente a che fare con l’orgoglio omosessuale”, comportandosi in tal modo come i fondamentalisti cristiani che offrono, in tali occasioni, le proprie “terapie riparative”. 
A sostenerlo è Gianni Geraci, leader degli omosessuali cristiani, intervistato da QueerBlog. Geraci critica gli organizzatori perché, “proponendo questi momenti”, non tengono conto “della sensibilità di quanti, all’interno del movimento LGBT, lavorano per cambiare l’atteggiamento della Chiesa nei confronti dell’omosessualità”: un atteggiamento che costringe i gay cristiani a non aderire alla manifestazione. Geraci lamenta come siano troppo pochi gli omosessuali cattolici a fare coming out."""
Premesso che un credente in qualsiasi versione della MenzognaGlobale ci appare come una persona inganno-dipendente e insieme inganno-diffusore, c’è l’aggravante che i credenti nelle tre religioni monoteiste (e in particolare nelle due che impongono la professione di fede, vale a dire l’obbligo di diffonderla) non possono che essere totalitari in quanto le religioni in cui credono sono intrinsecamente totalitarie e totalizzanti. Per questo pensiamo che giustamente  i gay-cattolici di Geraci con assoluta e ovvia consequenzialità non possano gradire la partecipazione alle manifestazioni del movimento a cui legittimamente appartengono di quanti in qualche modo mettano in discussione le loro credenze. Inoltre ci dispiace che i gay cattolici non gradiscano la partecipazione dell’ UAAR (e anche di No God quando ancora era un’associazione e sfilava nei cortei del Gay Pride) fino al punto di ritenerla motivo di auto-esclusione dalle manifestazioni del Movimento gay. Sia l'UAAR che No God, come altre Associazioni non dichiaratamente ed esclusivamente gay come pure i partiti politici che partecipano alle stesse manifestazioni, lo fanno solo in difesa dei diritti civili delle persone omosessuali. Peraltro, chiedere di escludere solo gli atei e non gli altri dimostra una pochezza di cultura dei diritti veramente avvilente. E ci chiediamo come si può andare in piazza per difendere i propri diritti chiedendo di escludere la partecipazione di quanti si espongono in pubblico proprio per difendere gli stessi identici diritti, anche se non sono portatori della stessa diversità sessuale. Per concludere vogliamo ricordare che ai gerarchi della SS vaticana non gliene frega niente della presenza degli atei al gay-pride ! Quello che non possono tollerare è proprio la presenza dei gay cattolici che li costringe a fare i conti con l'omofobia del loro sistema di potere.
E si rassegni il Geraci, quelli non cambieranno mai ! Comunque certe osservazioni meritano una risposta. Basterebbe che un gruppo di gay atei, indipendentemente dall’appartenenza all’UAAR, sfilasse con questo slogan per rimettere le cose a posto :
CHI CREDE NELLE RELIGIONI OMOFOBE DANNEGGIA ANCHE TE. DIGLI DI SMETTERE LEGGI http://www.nessundio.net/blog/2010/09/07/4389/
 
Giulio C.Vallocchia
Valceg, in clandestinità,
nella Lotta di Resistenza Laica
 
"Né Giove né Geova, né Cristo né Allah.
Tutti gli dei sono invenzioni degli uomini"
 
www.nogod.it
www.nessundio.net

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