Oggetto: Pasolini: Un Sogno in Forma di Rosa
Data: Lunedì 3 novembre 2003, 10:33
Oggi vi manderò almeno tre e-mail. Vi prego di scusarmi per l'invadenza e
prometto che, per un po' di giorni, da me non riceverete più niente.
Domenica 2 novembre 2003, appuntamento all'Idroscalo di Ostia, lì dove Pier
Paolo Pasolini, 28 anni prima, è stato barbaramente assassinato da Giuseppe
Pelosi.
Quest'anno siamo riusciti a ripetere quello che facevamo tanto tempo
fa: cantare tutti in coro la "Ballata per la Morte di Pasolini". Io,
purtroppo, ho avuto alcune difficoltà nel corso dell'ultimo mese, e non ce
l'ho fatta a seguire l'avvenimento come avrei voluto ma devo dire che sono
contento lo stesso, anzi, forse perfino un po' di più, perché chi ha preso
in mano l'iniziativa si è dimostrato perfettamente capace di andare avanti
anche senza di me. E sto parlando soprattutto di Alba Montori, che ho avuto
il piacere e l'onore di avere come amica fin dai lontanissimi anni Sessanta.
E poi Claudio Mori (del quale conservo perfino un filmato in super8 di
quando manifestammo per le vie di Roma nel primo anniversario della morte di
Pierpaolo, nel 1976, prendendoci pure qualche denuncia!). E Maria Paulucci,
e Vinicio Diamanti e tutti quelli dei quali non ricordo i nomi, ma che mi
hanno voluto fare gli auguri per telefono, dopo aver cantato la "Ballata" a
mezzogiorno proprio davanti al monumento realizzato da Mario Rosati in
ricordo del nostro poeta e scrittore e regista.
Io sono riuscito a farci un salto a mezzanotte, insieme alla stessa Alba, a
Fabio Croce, a Roberto Schena, per quella che, da ormai dieci anni, e'
conosciuta come "Operazione Notte Buia".
Quello che segue e' il resoconto che ha scritto Alba in questa occasione.
Spero che l'abitudine di ricordare chi ci ha preceduto possa continuare
anche se non ci sarò più io a stuzzicarvi, a spronarvi, a ricattarvi!
E' importante conservare la memoria e l'affetto per chi ha lottato anche per
noi, per il nostro futuro, per la nostra libertà.
E penso soprattutto a Dario Bellezza, Anselmo Cadelli, Amerigo Marras, Karl
Heinrich Ulrichs ai quali sono legato da vincoli particolari di riconoscenza e
amore, ma ognuno di voi avrà altri nomi da aggiungere a questo elenco, nomi
che hanno lo stesso diritto di essere ricordati con altrettanta riconoscenza e pari
amore.
Massimo Consoli
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UN SOGNO IN FORMA DI ROSA
di Alba Montori
Mi riesce difficile mettere un po' d'ordine nella somma di emozioni, di
sensazioni, che si sono messe in movimento e hanno risuonato dentro e
intorno a me nelle ultime ventiquattr'ore, per darne almeno un'immagine che
renda l'idea dell'atmosfera nella quale questo evento ha preso forma.
Anzi, posso senz'altro dire che fin dall'idea lanciata da Massimo Consoli
ha preso vita ed è venuto man mano assumendo sempre più una sua forma
autonoma e indipendente, in un certo senso, da tutti quelli e quelle che
hanno in qualche modo contribuito alla sua realizzazione.
La volontà di rendere omaggio ad uno dei pochi grandi del pensiero culturale
e politico, che ci sono stati donati in questo nostro strano paese, quello
di cui egli stesso ci ha fornito (28 anni fa) un'analisi impietosa, chiara,
e preveggente come solo l'amore profondo e vero può consentire, e assieme
ricordare l'uomo, con tutte le sue caratteristiche più umanamente
affascinanti nella loro contraddittorietà, e assieme l'amante dell'umanità
che per molti di noi è stato anche scomoda guida spirituale senza volerlo
essere, nei difficili e drammatici percorsi delle nostre vite diverse dagli
schemi previsti, sono state solo alcune delle motivazioni personali che mi
vengono in mente in questo momento.
Nessuno di coloro che si sono tuffati tra mille perplessità e timori e
timidezze personali da superare ha avuto dubbi nel decidere di "fare", di
esserci per celebrare qualcosa di antico e assieme semplice, un coro per
cantare la semplice e orrenda storia della sua morte orrendamente e
umanamente primitiva.
L'unica vera difficoltà era il "come riuscire" ciascuno a superare la
propria ritenutezza, la propria ritrosia a fare una cosa così apparentemente
puerile... la paura di essere giudicati, proprio noi, una volta di più delle
infinite che ci son toccate in sorte per la nostra diversa diversità di
diversi dalla norma.
La chiave che ha intonato le voci è stata solo l'amore: l'affetto ha messo
le note sulla nostra indignazione, ancora e sempre viva ogni volta che
qualcuno mette fine a una vita, che è sempre unica e irripetibile,
l'emozione profonda di essere insieme ha fatto volare le parole, così dure e
semplici da essere inequivocabili e la consapevolezza di essere vivi e
coscienti di essere ha reso il canto, stonato, improvvisato, un tremendo
messaggio dal profondo dell'anima, che ha attraversato le barriere del tempo
e dello spazio.
Ringrazio Massimo Consoli che ha sognato fortemente di realizzare tutto
questo.
E ringrazio tutte e tutti coloro che, ciascuno al suo modo, hanno
risposto all'appello del sogno.
Sognare è contagioso e gli effetti nella realtà possono essere molto più
alti di quel che può apparire a prima vista.
Mentre eravamo in silenzio, nel buio, in quattro amici accanto al monumento
a Pasolini, poche ore prima, a ricordare, a chiederci ancora perché, perché
proprio lui, ero pronta ad accettare che il mezzogiorno successivo sarebbe
stato inutile aspettarsi di cantare un coro a più di tre o quattro voci...
magari sotto una pioggia scrosciante, perché il giorno dei morti (così si
dice) piove sempre.
E' stata una vera, stupenda sorpresa ritrovarmi la mattina del giorno dei
morti con tanti vecchi e nuovi amici, anche quelli che non erano lì
fisicamente, a cantare tutti insieme appassionatissimamente tutta la rabbia
e l'indignazione per un delitto antico come l'uomo, nel luogo dove uno di
noi è morto per sempre, per mano di un altro uomo, per stupidità e
incapacità d'amore.
Il sole splendeva e ci scaldava coi suoi raggi affettuosi e l'emozione e la
rabbia che mi facevano tremare le gambe erano le stesse che sentivo cantare
intorno a me.
Così continuo a coltivare i sogni, sono preziosi e, anche se so che la
realtà è diversa da quella che sogno, so che un giorno o l'altro i sogni si
avverano, sempre.
Alba Montori 2 nov 2003
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