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martedì 11 marzo 2008

TIBET LIBERO: Dharamsala, 10 marzo 2008


• Dichiarazione di Matteo Mecacci, Sergio D’Elia e Marco Perduca, membri della delegazione radicale che partecipa alla marcia del 10 marzo

Nella serata di oggi le autorità di polizia locale indiana hanno comunicato, agli oltre 100 partecipanti alla marcia del 10 marzo, “un ordine di detenzione” con il quale si intima di non proseguire la marcia oltre il distretto di Kangra, dove attualmente si trovano. L’ordine sarebbe motivato dalla violazione di un’intesa tra il governo indiano e il Dalai Lama sulla non conduzione di attività anti-cinesi sul suolo indiano.

A questo proposito, Mecacci D’Elia e Perduca hanno dichiarato: “L’iniziativa del governo indiano di vietare la continuazione della marcia rappresenta una gravissima violazione della libertà di manifestazione e speriamo sia smentita al più presto dalle autorità governative.

Per quanto ci riguarda, in accordo con gli organizzatori, continuiamo a marciare a fianco dei monaci e degli attivisti tibetani anche nei prossimi giorni, e siamo pronti anche ad azioni dirette di disobbedienza civile per la difesa dello stato di diritto, a questo punto non solo in Cina, o in Italia, ma anche in India, dove continua il Satyagraha mondiale per la Pace, la libertà e la democrazia.

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