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martedì 5 febbraio 2008

digiuno di dialogo con il Ministro Livia Turco

Carissimi,

dalla mezzanotte di giovedì 31 gennaio, Mina Welby, Lucio Bertè, Dominique Velati e io stesso siamo in digiuno di dialogo con il Ministro Livia Turco. Non assumiamo cibo e ci limitiamo all’apporto calorico di tre cappuccini al giorno per trasferire un po’ di energia a Livia Turco affinché assuma decisioni immediate per i diritti delle persone disabili, dei portatori di malattie genetiche e di tutti i cittadini. Si tratta in alcuni casi di “atti obbligati”, in altri di provvedimenti pronti ormai da mesi sui quali vi è consenso generale e che attendono solo la firma del Ministro:

1 - l’aggiornamento del nomenclatore tariffario, cioè l’elenco delle strumentazioni rimborsabili che consentono di recuperare facoltà perdute, in particolare quella di parola e comunicazione;

2 - l’adozione delle norme che obbligano le aziende ospedaliere a dotarsi di Unità di Gestione del Rischio Clinico e di Servizi di Ingegneria Clinica per tutelare la sicurezza degli impianti e limitare gli errori clinici;

3 - l'aggiornamento delle linee guida della legge sulla fecondazione assistita, scadute il 4 agosto 2007, con particolare riferimento ai diritti dei portatori di malattie genetiche;

4 - emanare il decreto attuativo della Convenzione del Consiglio d' Europa sulla biomedicina, ratificata nel 2001 (cosiddetta Convenzione di Oviedo)

Con la nostra iniziativa nonviolenta non vogliamo condizionare il Ministro nel merito dei singoli provvedimenti, ma vogliamo aiutare Livia Turco a rispettare la legge e a superare resistenze di ogni tipo. Ci pare che ciò sia necessario in un momento in cui la crisi di Governo rischia di distogliere ogni attenzione dai problemi delle persone malate e disabili, che meno agevolmente di altre possono organizzarsi per far sentire la propria voce.

Se sei interessato a dare una mano a questi obiettivi, puoi:

- scrivere al Ministro Livia Turco
- scrivere ai giornali-radio-tv della tua città
- contattare associazioni e persone potenzialmente interessate

Anche la partecipazione all’azione nonviolenta è “aperta”, ma è innanzitutto importante comunicare all’esterno l’iniziativa.
Un saluto,

Marco Cappato

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