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venerdì 15 febbraio 2008

"Ci vorrebbe una lista

...con il mio nome"

. da L'Opinione del 14 febbraio 2008, pag. 3
di Aldo Torchiaro

Emma Bonino non la manda giù: i riformisti si mettono insieme,
nei proclami
congiunti di Veltroni e Di Pietro, intorno ad accordi
e a candidature che
fanno discutere.
Pilastri del Pd alle urne saranno quelli del garantismo
dell'ex
pm di Mani Pulite, quello della laicità di Paola Binetti, quello del

rinnovamento generazionale, ben incarnato da Antonio Bassolino,
ricandidato
a Napoli.

Il Partito Democratico ha stretto l'accordo con Italia dei Valori ed escluso
i radicali.
E pure questa ci toccava sentire: l'asse riformista in Italia è quello tra
ex popolari, ex Ds e il magistrato di Mani Pulite. Nessuno mi toglie dalla
testa che quando fai il magistrato e ti occupi di tangenti ai partiti,
acquisisci evidentemente un potere particolare nei confronti dei partiti
stessi.

Vuole dire che Di Pietro ha un potere ricattatorio verso qualcuno?
Dico solo quello che tutti sanno. Cioè che da magistrato ha indagato il
finanziamento illecito dei partiti, di tutti i partiti, incluso l'allora
Pci-Pds. E non a caso per lui viene sempre riservato un trattamento speciale
e diverso dagli altri.

Delusa dal mancato apparentamento?
Cosa devo dire? Ciascuno sceglie la compagnia che preferisce. Io penso che
il Pd avrebbe fatto meglio a scegliere una Lista Bonino, come
accompagnamento. Sarebbe stato più coerente con quanto detto e fatto anche
durante l'esperienza di governo.

A questo punto urge un'alternativa. Una Lista Bonino con radicali e
socialisti?
Io avrei voluto una Lista Bonino alleata con il Pd. In realtà dopo il
discorso di Spello, Veltroni non è passato dall"andiamo da soli" all'andiamo
liberi', bensì all"andiamo un po' meno soli", è in quest'ottica che mi
permetto di consigliare che la compagnia della Lista Bonino sarebbe un'utile
compagnia. Quanto ai nostri compagni socialisti hanno fatto di tutto per
rompere l'alleanza con noi, inseguendo il sogno dell'unità socialista.
Abbiamo provato a spiegare loro che era un gran peccato, uno sciupìo mettere
da parte la Rosa nel Pugno. Loro niente. Inamovibili. Hanno persino
insistito per cambiare nome al gruppo parlamentare. A questo punto è
difficile rimettere insieme i cocci.

Ma il rischio estinzione per radicali e socialisti è dietro l'angolo. Ne
siete consapevoli?
Sì, ma ricordo che noi radicali fuori dal parlamento nazionale siamo rimasti
per dieci anni e abbiamo sempre continuato a fare politica, a elaborare, a
mobilitarci, a creare iniziativa. Non so se i socialisti sapranno fare
altrettanto, perché loro hanno un altro approccio.. Come si dice? Tengono
molto al radicamento territoriale. Mi sembra che si dica così.

Però ad un Partito Democratico voi pensate da sempre?
Certo. Noi abbiamo chiarissimo in mente il modello che vogliamo: quello
anglosassone, all'americana, con un sistema presidenziale e un bipartitismo
vero. Infatti ribadiamo al Pd di casa nostra che con noi radicali l'identità
di visione è grande sulle scelte di natura economica, sulle riforme
istituzionali, sulla politica internazionale. Non si capisce davvero la
natura della preclusione verso i nostri confronti.

Qualcuno vi accusa di spaventare i cattolici, di eccesso di laicità.
Adesso dicono: laicismo. Noi parliamo di rispetto, per tutte le religioni e
tra la religione e lo Stato. E parliamo di diritti civili. Se evocare questi
temi desta imbarazzo, io davvero non so verso cosa stanno andando.

Nessuna richiesta di "ospitalità" a destra.
Abbiamo detto di non essere accattoni. A destra hanno altri problemi, la
situazione non è meno complessa. Hanno deciso di ricompattare la coalizione,
così come Pd e Idv danno vita in sostanza ad una minicoalizione a due. E poi
mi lasci dire una cosa, a proposito della destra.

La dica.
Io non capisco questa deriva della politica, così poco democratica, così
semplicemente incivile, di chi dà vita a partiti scendendo dalla macchina,
forma coalizioni in diretta nello studio di Vespa, fa e disfa alleanza tra
una telefonata e una dichiarazione alle agenzie di stampa. Ma che modo di
fare politica è questo?

E su tutto, piomba la novità della lista antiabortista di Ferrara.
Appunto, se ne sentiva un gran bisogno. Le liste civetta sono utili, con
questa legge. E' semplice disonestà intellettuale, che nessuno la faccia
passare per battaglia culturale perché è un mezzuccio per racimolare qualche
voto, e niente di più.

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