Ma non possiamo mandare a scuola da lui e dai suoi socialisti la nostra classe politica, giuridica, docente, insomma tutti quelli che comandano?
Non ho mai saputo cosa fosse l'invidia, ma comincio a invidiare alla Spagna il suo Zapatero....
Zapatero ai vescovi "Non comandate voi"
• da La Stampa del 7 gennaio 2008, pag. 7
di Gian Antonio Orighi
Zapatero dissotterra l'ascia di guerra contro la Chiesa in difesa del
primato della politica sulla religione. Ad una settimana dalla
manifestazione del 30 dicembre scorso a Madrid, quando gli arcivescovi di
Madrid e Valencia, Rouco Varela e Agustin Garcia Gasco, avevano accusato il
governo «di allontanare la democrazia e non rispettare I diritti umani» per
le sue leggi del 2005 su nozze gay e divorzio lampo, il premier
socialista (ed agnostico) ha risposto ieri: «Nessuno può imporre né la
fede, né la morale, né I costumi. Si può imporre solo il rispetto delle
leggi. È il Dna della democrazia».
L'intervento di Zapatero è la seconda frustata dei socialisti in appena 4
giorni. Già mercoledì scorso un comunicato ufficiale del partito della Rosa
aveva ricordato alla Conferenza episcopale (e indirettamente al Papa,
intervenuto alla manifestazione di Madrid in favore della «familia
cristiana» con una videoconferenza dal Vaticano in cui difendeva il
matrimonio etero-sessuale) : «Solo la società ha la potestà, attraverso I
suoi rappresentanti, di ordinare I principi di libertà individuale e la
convivenza dei cittadini. Chi ignora questi principi si allontana dalla
democrazia».
Ma ieri il capo dell'esecuti vo si è spinto molto più in là.
«Dissento assolutamente ed in modo profondo dalle parole di Rouco Varela e di Garcia-Gasco - ha detto Zapatero nel Palazzo Reale di Madrid durante un incontro con la stampa subito dopo la tradizionale festa militare in
occasione dell'Epifania -. Il governo si pronuncerà con forza quando non è
d'accordo con la Chiesa perché questo è un dovere di uno Stato democratico.
Noi difendiamo l'aconfessionalità dello Stato garantita dalla Costituzione e il primato della società civile e democratica».
Non pago di affermazioni che gettano benzina sul fuoco delle sempre tese
relazioni con il clero, Zapatero ha precisato: «Le mie parole si
riferiscono a quei due vescovi. Fortunatamente il presidente della
Conferenza episcopale, Ricardo Blàzquez, ha usato parole sensate dicendo
che I prelati non devono guardare a destra o a sinistra per risolvere I
problemi».
Dalla padella alla brace: il cardinale Rouco, ex presidente dei
vescovi due volte e candidato alla rielezione nel rinnovo delle cariche del
prossimo marzo, rappresenta l'ala dura di un cattolicesimo lancia in resta
contro il «laicismo zapaterista».
Il premier, che nella campagna elettorale del 2004 amava ripetere lo slogan
«Meno religione, più ginnastica», ha poi proseguito sostenendo che manterrà
le relazioni con il Vaticano ed i vescovi «nel rispetto delle divergenze»
e sottolineato che «I Paesi più avanzati sono quelli che estendono I
diritti e le libertà individuali».
La Chiesa, da parte sua, non è rimasta zitta. In mattinata, dalle colonne dell'anti-governati vo
El Mundo, il segretario dei vescovi, Martinez Camino, ribadiva: «Riconoscere le nozze
gay significa snaturalizzare il concetto al punto che non è esagerato
affermare che in Spagna il matrimonio ha smesso di esistere legalmente».
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