Vivere per la proposta di legge Eutanasia Legale

Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

Piano improvisation di Salvatore Maresca Serra

Alba Montori su Facebook

venerdì 18 gennaio 2008

IL PAPA E LA SAPIENZA...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

In Coppie_di_fatto@yahoogroups.com, GalAmaY ha
scritto:

Considerazioni sulla vicenda della mancata visita di Ratzinger
all'Università "La Sapienza"


Purtroppo i 67 docenti scagliatisi contro Ratzinger, hanno preso un
abbaglio, tirando in ballo un suo scritto del 1990 come casus belli;
se si fossero limitati a dire che, in quanto le religioni sono la
nemesi della scienza, poichè si basano su dottrine dogmatiche e non su
prove obiettive, la presenza di un'autorità religiosa alla cerimonia
di apertura di un istituzione laica non era opportuna, sarebbe stato
di gran lunga meglio....


Ecco il testo di Ratzinger su Galileo

Joseph RATZINGER

La crisi della fede nella scienza

tratto da Svolta per l'Europa? Chiesa e modernità nell'Europa dei
rivolgimenti, Paoline, Roma 1992, p. 76-79.

"Nell'ultimo decennio, la resistenza della creazione a farsi
manipolare dall'uomo si è manifestata come elemento di novità nella
situazione culturale complessiva. La domanda circa i limiti della
scienza e i criteri cui essa deve attenersi si è fatta inevitabile.

Particolarmente significativo di tale cambiamento del clima
intellettuale mi sembra il diverso modo con cui si giudica il caso
Galileo.

Questo fatto, ancora poco considerato nel XVII secolo, venne -già nel
secolo successivo- elevato a mito dell'illuminismo. Galileo appare
come vittima di quell'oscurantismo medievale che permane nella Chiesa.
Bene e male sono separati con un taglio netto. Da una parte troviamo
l'Inquisizione: il potere che incarna la superstizione, l'avversario
della libertà e della conoscenza. Dall'altra la scienza della natura,
rappresentata da Galileo; ecco la forza del progresso e della
liberazione dell'uomo dalle catene dell'ignoranza che lo mantengono
impotente di fronte alla natura. La stella della Modernità brilla
nella notte buia dell'oscuro Medioevo (1).

Secondo Bloch, il sistema eliocentrico -così come quello geocentrico-
si fonda su presupposti indimostrabili. Tra questi, rivestirebbe un
ruolo di primo piano l'affermazione dell'esistenza di uno spazio
assoluto; opzione che tuttavia è stata poi cancellata dalla teoria
della relatività. Egli scrive testualmente: «Dal momento che, con
l'abolizione del presupposto di uno spazio vuoto e immobile, non si
produce più alcun movimento verso di esso, ma soltanto un movimento
relativo dei corpi tra loro, e poiché la misurazione di tale moto
dipende dalla scelta del corpo assunto come punto di riferimento, così
?qualora la complessità dei calcoli risultanti non rendesse
impraticabile l'ipotesi? adesso come allora si potrebbe supporre la
terra fissa e il sole mobile» (2).

Curiosamente fu proprio Ernst Bloch, con il suo marxismo romantico,
uno dei primi ad opporsi apertamente a tale mito, offrendo una nuova
interpretazione dell'accaduto.
Il vantaggio del sistema eliocentrico rispetto a quello geocentrico
non consiste perciò in una maggior corrispondenza alla verità
oggettiva, ma soltanto nel fatto che ci offre una maggiore facilità di
calcolo. Fin qui, Bloch espone solo una concezione moderna della
scienza naturale. Sorprendente è invece la valutazione che egli ne
trae:
«Una volta data per certa la relatività del movimento, un antico
sistema di riferimento umano e cristiano non ha alcun diritto di
interferire nei calcoli astronomici e nella loro semplificazione
eliocentrica; tuttavia, esso ha il diritto di restar fedele al proprio
metodo di preservare la terra in relazione alla dignità umana e di
ordinare il mondo intorno a quanto accadrà e a quanto è accaduto nel
mondo» (3).

Se qui entrambe le sfere di conoscenza vengono ancora chiaramente
differenziate fra loro sotto il profilo metodologico, riconoscendone
sia i limiti che i rispettivi diritti, molto più drastico appare
invece un giudizio sintetico del filosofo agnostico-scettico P.
Feyerabend. Egli scrive:

«La Chiesa dell'epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo
stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche
e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu
razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne
può legittimare la revisione» (4).

Dal punto di vista delle conseguenze concrete della svolta galileiana,
infine, C. F. Von Weizsacker fa ancora un passo avanti, quando vede
una «via direttissima» che conduce da Galileo alla bomba atomica.
Con mia grande sorpresa, in una recente intervista sul caso Galileo
non mi è stata posta una domanda del tipo: «Perché la Chiesa ha
preteso di ostacolare lo sviluppo delle scienze naturali?», ma
esattamente quella opposta, cioè: «Perché la Chiesa non ha preso una
posizione più chiara contro i disastri che dovevano necessariamente
accadere, una volta che Galileo aprì il vaso di Pandora?».

Sarebbe assurdo costruire sulla base di queste affermazioni una
frettolosa apologetica. La fede non cresce a partire dal risentimento
e dal rifiuto della razionalità, ma dalla sua fondamentale
affermazione e dalla sua inscrizione in una ragionevolezza più grande.
[...]

Qui ho voluto ricordare un caso sintomatico che evidenzia fino a che
punto il dubbio della modernità su se stessa abbia attinto oggi la
scienza e la tecnica".

(1) Cfr. W. Brandmüller, Galilei und die Kirche oder das Recht auf
Irrtum, Regensburg 1982.
(2) E. Bloch, Das Prinzip Hoffnung, Frankfurt/Main 1959, p. 920; Cfr
F. Hartl, Der Begriff des Schopferischen. Deutungsversuche der
Dialektik durch E. Bloch und F. v. Baader, Frankfurt/Main 1979, p. 110.
(3) E. Bloch, Das Prinzip Hoffnung, Frankfurt/Main 1959, p. 920s.; F.
Hartl, Der Begriff des Schopferischen. Deutungsversuche der Dialektik
durch E. Bloch und F. v. Baader, Frankfurt/Main 1979, p. 111.
(4) P. Feyerabend, Wider den Methodenzwang, FrankfurtM/Main 1976,
1983, p. 206.

© Copyright 1990-2008 - Libreria Editrice Vaticana





Nello specifico il riferimento a Bloch su cui Ratzinger articola
buona parte del suo discorso è specioso e fuorviante.

La superiorità del sistema eliocentrico su quello geocentrico non
deriva unicamente da una maggiore "semplicità dei calcoli", ma
soprattutto, come divenne chiaro con Keplero prima e Newton poi, nella
sua mirabile concordanza con la descrizione dinamica (basata sulle
forze mutue tra Sole e pianeti) del sistema planetario.

E' chiaro che i moti apparenti dei pianeti a noi osservatori basati
sulla Terra (moti estremamente complicati nella descrizione
geocentrica, con epicicli, deferenti, etc.) appaiono svolgersi attorno
a noi, ma non c'è verso di conciliare questa visione con la
descrizione dinamica, basata sulle forze reali, cui accennavo sopra:
Mercurio, Venere e gli alri pianeti non ruotano attorno alla Terra,
perché non esistono forze che li vincolano in tal senso, nè lo fa il
Sole, che con buona approssimazione, data la sua enorme massa, è
praticamente immobile (in realtà un pochino si muove), con la coorte
dei pianeti che gli gira intorno.

Queste cose Galilei, all'epoca del suo processo, non le sapeva perché
la dinamica di Newton e la legge di gravitazione universale erano
ancora di là da venire, tuttavia egli intuì, sulla base di
osservazioni profonde e perspicaci, la superiorità del sistema
copernicano che la Chiesa aveva messo all'indice.

L'errore della Chiesa di allora, errore per cui il processo a Galileo
è diventato un archetipo della libertà di ricerca scientifica contro
ogni imposizione oscurantista, fu quello di voler imporre per via
dottrinaria delle verità di fede, dogmatiche, al di là del merito
delle asserzioni scientifiche, che per loro natura sono sempre
discutibili e criticabili su base razionale.

Non credo però che le contestazioni a Ratzinger da parte di alcuni
settori del mondo accademico-scientifico si possano spiegare
unicamente con riferimenti all'affaire Galileo.

Credo che i "mal di pancia" del mondo laico, e segnatamente
scientifico, nei confronti della Chiesa e di questo papa in
particolare siano ben altri.

Dalla legge 40 sulla fecondazione assitita, alla forte contrarietà sui
Pacs; dal fuoco di sbarramento sull'eutanasia (con l'orribile episodio
del divieto ai funerali religiosi per Piergiorgio Welby), alle
posizioni antidarwiniste e antiscientiste; dalle "riforme" del culto
in senso anticonciliare (ripresa della messa in latino, celebrazione
del culto dando le spalle ai fedeli), alle posizioni su sacerdozio
femminile e celibato dei preti; dalla posizioni arcaiche sulla
sessualità e sull'utilizzo dei metodi anticoncezionali,
all'insegnamento della religione nelle scuole statali, per finire con
i favori fiscali (con esenzioni ICI sulle attività commerciali del
Vaticano), tutto questo e altro ancora grida con forza che esiste un
problema scottante dovuto alla forte d'interferenza della Chiesa nella
vita civile del Paese.

I cattolici a volte si lamentano perché si sentono nell'occhio del
ciclone e spesso contestati da parte dei loro conmcittadini non
credenti, ma perché non provano di tanto in tanto a vedere la realtà
dal punto di vista dei laici?




Laici che pur non essendo credenti:

1) non possono procerare tramite inseminazione eterologa e non possono
far eseguire analisi preimpianto su embrioni destinati alla
riproduzione;

2) non possono vedere, se coppie conviventi, riconosciuti alcuni
diritti ragionevoli e fondamentali

3) non possono decidere, al termine della loro vita in una situazione
senza speranza, di abbreviare le proprie sofferenze scegliendo di
morire.

Ora i cattolici si stracciano le vesti per il grave torto che avrebbe
subito il pontefice cui sarebbe stato impedito di parlare
all'Università di Roma, ma relativamente a tutte le coercizioni che,
direttamente o indirettamente, determinano in una parte importante dei
loro concittadini, negandogli di fatto la libertà di decidere
personalmente e autonomamente su tante questioni importanti della
propria vita, i cattolici non hanno nessun mea culpa da fare?



Comunque, Ratzinger non disse alcuna frase contro Galileo, ma si
limitò a citare la frase detta da un altro filosofo, Feyerabend,(per
di più agnostico), per poi tirare le sue personali conclusioni, che
non sono una chiusura alla scienza, purchè questa non si chiuda alla
fede, il che è impossibile.

Ratzinger non lo ammetterà mai, ma fede e ragione (religione e
scienza) sono come l'acqua e l'olio: possono entrare in contatto, ma
non si fondono in quanto non sono compatibili.

Quindi può essere possibile che uno scienziato sia religioso, ma non
che la scienza e la religione abbiano qualcosa in comune: sono cose
diametralmente opposte.

Un credente di per se è irrazionale, (definireste razionale credere
in qualcosa senza aver alcuna prova?) ma, fintanto che la sua fede
resta confinata nel suo privato, o tuttalpiù vissuta con altri pari a
lui, sono affari suoi.

Qui si trattava invece di ospitare la massima autorità della Chiesa
cattolica, in una università laica appartenente allo stato italiano,
che con la Santa sede e con la Chiesa non dovrebbe avere NULLA a che
fare, visto che è, almeno sulla carta, laico, cioè razionale e
aconfessionale.

Il papa deve parlare solo nei luoghi che gli appartengono, e solo
all'uditorio cattolico; nelle TV statali non se ne dovrebbe neppure
parlare, come non si parla
delle celebrazioni ebraiche, musulmane, buddiste , ecc ecc.

Quindi la domenica la RAI non deve trasmettere la messa.
Se la Chiesa ci tiene, si faccia la sua PayTV.

I luoghi pubblici, e i media statali, che devono essere scevri di
qualsiasi contatto con il sacro e il divino, specie quelli di
proprietà dello Stato, devono essere interdetti alle autorità
gerarchiche di qualsiasi confessione religiosa.

Le idee e le dottrine religiose non possono essere oggetto di
discussione razionale, in quanto si basano su premesse indimostrabili
e si costituiscono in dogmi, che sono per definizione assunti non
criticabili, benché illogici. Quando Ratzinger disquisisce sulla
natura, parla di natura umana, ma per intendere "morale cattolica";
infatti, ad esempio, il matrimonio lungi dall'essere di per se
naturale, è prettamente un fenomeno culturale. Poi volendo possiamo
asserire che, in quando l'uomo è uno degli animali di questo pianeta,
ogni cosa che esso faccia, pensi o dica fa parte integrante della
natura, e quindi che anche il matrimonio è naturale. Ma il matrimonio
cristiano è naturale almeno quanto il matrimonio islamico o quello
induista… sono tutte espressioni culturali della stessa specie
animale. In ogni caso, qualsiasi cosa esista è anche naturale dato
che nulla che sia contro natura potrebbe esistere: la Natura e la
Realtà, sono la stessa cosa.


Le religioni non sono una forma di conoscenza, ma sono un frutto
della immaginazione umana; quindi le autorità che le rappresentano
dovrebbero essere confinate nell'ambito e nei luoghi loro pertinenti,
e non essere neppure invitate in un'università, luogo della
conoscenza, la quale si basa su fatti certi e non su leggende e favole
elevate a sistema dottrinale. Se dio esistesse perché mai si è
rivelato decine almeno 4 volte e come mai i libri sacri che lo
rivelerebbero sono cosi contraddittori e crudeli?

Consiglio la lettura di alcuni libri:

L'illusione di Dio, di Richard Dawkins
Le sante ragioni - Castellacci Carla; Pievani Telmo
Perché non possiamo dirci cristiani e meno che mai cattolici, di
Piergiorgio Odifreddi
La fine della fede: di Sam Harris


La visita del papa in un università statale sarebbe stata una vera
invasione di campo, ancorchè voluta dal rettore. Il dissenso,
purtroppo minoritario, riguardava, per l'appunto, la presenza del papa
in un università statale, per di più nel giorno dell'inaugurazione
dell'anno accademico.

Il dissenso era soprattutto verso una decisione presa dal rettore
che è pari all'invitare Goebbels ad aprire, con un discorso, la pasqua
ebraica.

I contrari alla visita di Ratzinger hanno chiesto al rettore il
permesso di manifestare. Permesso che è stato loro -giustamente-
concesso. Solo perchè abbiamo il papa in Italia, noi laici e
agnostici non siamo liberi di protestare, a quanto pare. Sarebbe
stato lo stesso anche se fosse stato invitato un imam... o un rabbino,
o per un santone buddista….

D'altro canto il papa sarebbe venuto su invito... l'errore è stato
del rettore che non doveva permettersi di invitarlo, visto che
Ratzinger è il capo della Chiesa Cattolica, mica il sindaco di Roma.
Che c'entra lui con una università laica?

Comunque, questa di noi laici è stata solo una vittoria di Pirro.
Finalmente i laici hanno avuto la meglio... peccato però per lo
svarione fatto dai professori attribuendo a Ratzinger un pensiero non
suo.
Che figura di cacca.

Sarebbe stato meglio tacere ed eventualmente contestare Ratzinger
nel merito delle cose che avrebbe detto... Tra l'altro il discorso
alla Sapienza verrà comunque pubblicato...

Il problema è che non si vuol riconoscere, da parte dei cattolici,
che il papa possa essere oggetto di critiche; se lo fai viene tacciato
di essere contro la democrazia... quando invece è la Chiesa, o meglio,
la Curia vaticana, la dittatura da temere nella nostra Società, vista
la sua influenza sui parlamentari cattolici e la loro sollecitudine
nell'imporre i loro valori morali a tutti mediante la legge (come
avvenuto con la legge 40/2004).

"Non approvo ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo
diritto a dirlo"
E' una massima di cui son sempre stato fiero sostenitore.

Ma deve essere bilaterale, o ci si ritrova nella condizione in cui io
faccio di tutto purché
tu ti possa esprimere, mentre tu invece poni veti sulla mia libertà
di parola.
E la chiesa cattolica non è mai stata una grande sostenitrice della
libertà di parola.

Ridicolo poi che una semplice, legittima ed approvata, protesta
venga strumentalizzata per far passare il simpatico Ratzinger come una
povera vittima martirizzata.

Il papa rappresenta una religione. Le religioni sono illusioni;
tutto il contrario della scienza e della conoscenza. Non solo il papa,
ma neppure il più infimo prete può entrare in pompa magna in
un'università a disquisire di checchessia!!!

Il papa è un essere dannoso per la nostra società, un vestigio di un
era passata, dove la democrazia NON ESISTEVA.

Inoltre la teologia è un insieme di dottrine prive di fondamento, dato
che non sono falsificabili nè dimostrabili: sono pure elucubrazioni.

Ratzinger è gravemente sopravvalutato: non dovrebbe essere invitato in
NESSUNA università, se non quelle di proprietà della Chiesa.

Il papa è di per se contro la democrazia, visto che per lui conta
solo la legge di dio e non la legge laica fondata sulla promozione
della qualità della vita. per il papa
è persona anche un ebete, mentre per una persona razionale una persona
è un essere razionale con un cervello funzionante. Per una persona
razionale non c'è spazio per cose indimostrabili: quindi non ce n'è
per la trascendenza.

Terri Schiavo era morta 15 anni prima della morte del suo corpo,
perchèla sua neocorteccia era andata in necrosi. Un embrione umano non
è ancora una persona
dato che non ha nè corpo, nè mente.

Cosa sarebbe andato a fare Ratzinger alla Sapienza? a pontificare
contro l'aborto, in sfregio al diritto delle donne di non essere
trattate come delle incubatrici; per parlare contro i diritti delle
persone (delle donne, delle persone omosessuali, delle persone
transessuali, dei malati che vogliono morire con diginità e in anticipo
e che chiedono che siano terminati inutili trattamenti, come la
ventilazione polmonare) il Papa ha già i suoi spazi e lo sentiamo
tutti i giorni in TV; quando è troppo e davvero troppo!!!



Il laicismo è necessario!!! Il papa ha già i suoi spazi,
l'università deve disconoscere dio, dato che è solo un'invenzione
degli uomini per darsi ragione della loro presenza nel mondo e
dell'esistenza delle cose.
Ma dio non può essere la ragione delle cose dato che se è vero che
niente deriva da niente, allora chi da diritto a dio di derivare dal
niente? Se Dio è, allora si ha il caso
di qualcosa che deriva dal nulla… quindi si cade in contraddizione.

Le religioni non sono conoscenza: sono solo leggende e sistemi
dottrinarii atti al controllo coercitivo degli individui; sono
ideologie illiberali, e devono morire!!!!!!.

Ho sentito Casini che al parlamento ha detto che in Italia ci sono
cattivi maestri che insegnano l'intolleranza; non ha ragione di
parlare di intolleranza, visto che la Chiesa non è mai stata
tollerante con chi non la pensava come lei e osteggia la democrazia
dato che per lei conta solo la legge di dio, cioè la TEOCRAZIA.

La Chiesa ha già il suo ambito: quello spirituale, da esplicare nei
luoghi del culto e dell'elucubrazioni sul culto, la cui influenza deve
limitarsi al novero dei suoi seguaci che a loro volta non possono
imporre le loro dottrine morali a chi non è cattolico attraverso leggi
illiberali che servono solo per far rispettare i loro dogmi (come
quello della sacralità della vita nel caso della legge 40/2004)

E quando Ratzinger dice che non viene a imporre la fede, io dico che
ci mancherebbe altro e che dice un'ovvietà, dato che i tempi del
potere temporale, sono suo malgrado, terminati almeno da quando in
Francia avvenne una rivoluzione, e in Italia avvenne l'unione di una
decina di nazioni , la formazione di uno stato unitario e la fine
dello stato della Chiesa.

Libertà religiosa non significa libertà di imporre la presenza della
religione nella società; non significa pretendere che l'idea di Dio
sia la base del vivere civile; la libertà di religione si risolve
nella libertà di culto, preferibilmente in privato, sia pure in modo
comunitario entro i luoghi adibiti al culto.
E va da se che nei luoghi profani non devono sussistere segni
religiosi di nessun tipo: neppure le croci alle pareti.

La Chiesa non ha il diritto di invadere gli ambiti che non le
competono.

Il Papa non è stato "censurato", perché nel nostro Paese, con tutti
i media impegnati giorno dopo giorno a rendere conto di ogni sua
affermazione, dalla messa della domenica, all'angelus, alle udienze in
sala Nervi, non è possibile, tecnicamente intendo, censurare il
pontefice.

Prendi pure uno qualsiasi dei Paesi cattolici del mondo e non ne
troverai un altro dove viene dato altrettanto spazio alle posizioni
della Chiesa.

Va inoltre aggiunto che il discorso che Ratzinger avrebbe dovuto
pronunciare alla Sapienza, già pronto e stampato, è stato diffuso
dalla sala stampa vaticana a tutti i media nazionali, che, puoi
scommetterci, lo diffonderanno in maniera pervasiva e capillare,
dandogli una rilevanza molto superiore a quella che altrimenti avrebbe
avuto.




Se poi vogliamo allargare un po' il discorso, vorrei chiedere a
tutti quelli che parlano di occasione persa, di dialogo mancato, etc.,
ma di quale dialogo stanno parlando?

Io ho letto integralmente il discorso tenuto da Ratzinger a Ratisbona
e vi ho trovato le solite affermazioni dogmatiche e di principio sulla
limitatezza della ragione scientifica, in contrapposizione
all'ampiezza autentica della razionalità umana, quella che riconosce
nel cristianesimo l'unica religione razionalmente fondata e nella
teologia cristiana la disciplina razionale di base, scientifica niente
meno, in grado di farci giungere a Dio per via di ragione.

Ora mi chiedo, ma uno scienziato come fa a dialogare con una posizione
simile?

La razionalità scientifica è limitata? Beh, se lo dice il Papa,
allora...
Fatto sta che la metodologia della conoscenza scientifica è l'unica
che dimostratamente ha consentito all'uomo di gettare un po' di luce
sul mondo che ci circonda e di raggiungere quel minimo di conoscenze
universali di cui diponiamo come genere umano.

Se per il Papa una tale prospettiva è angusta e limitata, mi dispiace
per Lui, ma la Scienza moderna, che ha una storia plurisecolare alle
spalle, ha sviluppato da tempo i propri specifici modi di approccio
alla conoscenza del mondo, che trascendono completamente il punto di
vista religioso.
Bisognerebbe prenderne atto piuttosto che cercare di capovolgere la
realtà con contorcimenti dialettici degni di miglior causa.



Mi auguro che questa non sia una vittoria di Pirro, ma l'inizio di
una riscossa laica che metta la FEDE e chi la rappresenta alla berlina
nella società e la RAGIONE al centro.

http://www.uaar.it
http://www.nogod.it
http://www.lettera22.it/showart.php?id=8149&rubrica=162


Mio contatto di msn:
yemilgo@...
Link del mio blog:
http://www.ilmondodigalamay.ilcannocchiale.it

Colgo l'occasione per segnalare l'esistenza dell'associazione GLBT
di Cagliari,
di cui rendo noto
Il sito:
http://www.vialeoapardi3/arc
Il My Space:
http://www.myspace.com/associazioneculturalearc




Per finire:
esiste davvero un distinzione tra laicismo e laicità?





Laicismo:laicità= cristianesimo:cristianità


Semplicemente, il laicismo è quella parte del liberalismo che promuove
la laicità dello stato e della società.

La laicità è l'indipendenza degli individui, della società e dello
stato, da qualsiasi ideologia illiberale, religioni comprese.
La laicità è la tutela dei diritti delle minoranze, che deve essere
espletata dallo Stato, arbitro tra le parti.

La subdola distinzione fra laicismo e laicità serve solo ai potentati
religiosi per introdurre surrettiziamente un dominio teocratico sulla
società, attraverso l'operato politico dei parlamentari cattolici.

ciao ! a tutti!!!
A M

Anonimo ha detto...

comunicato stampa

Da poco finito il papa day, Bagnasco torna ad insultare i
cittadini italiani. I suoi duri commenti accusatori al governo, reo
di aver "suggerito" al Papa di non andare alla Sapienza, è solo
l'inizio di un attacco frontale dai toni discriminatori e clerical-
fascisti della peggior specie.

Bagnasco, con la sua solita spocchia arrogante e anti-democratica,
spara a zero su tutta la politica del centro-sinistra; e va oltre,
manifestatamente violento e razzista sulle coppie di fatto,
sull'aborto e sulla questione omosessuale.

Dopo essere stato per mesi in silenzio, rompe il voto di castità
verbale vomitando addosso a tutti gli Italiani il suo livore,
probabilmente anche per la sua paura che anche una piazza come
quella di San Pietro abbia rappresentato solo la parte clericale
peggiore e che le anime dei cattolici sani siano invece più
disponibili all'incontro, alle riflessioni in una società fatta di
persone che cambiano e si evolvono. I giovani cattolici , le nuove
generazioni non fanno parte della Militia Christi o dei Legionari di
Cristo o dei Focolarini e sono più aperti di quanto non si creda
all'idea di uno stato laico che debba rappresentare tutti i
cittadini e meno inclini ad una Chiesa che sempre di più ricorda
quella forte, potente del Medioevo.

Riteniamo vergognoso ed inaccettabile il comportamento della Chiesa
e di questo suo rappresentante che si oppone a qualsiasi legge e
cambiamento che non sia configurato nella "legge morale naturale"
vaticana e di Ratzinger, come se la Repubblica Italiana fosse una
provincia di Città del Vaticano.

Chiediamo fortemente alle istituzioni di far cessare tali
aggressioni politiche da parte della Chiesa; che il Governo risponda
adeguatamente agli insulti di Bagnasco rivolti a gay, lesbiche e
transessuali. Ci auspichiamo inoltre che altri Consigli Comunali,
oltre quello di Roma, non diano solidarietà al Papa per la vicenda
della Sapienza, considerati gli indebiti ed ingiuriosi attacchi che
ne sono derivati.

Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli

Segreteria Politica - Andrea Berardicurti