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lunedì 28 gennaio 2008

da maistat@zitt@ per un 8 marzo non rituale


Ricevo e diffondo da maistat@zitt@

AUTODIFESA DELLA VITA: L¹ULTIMA PAROLA E' LA NOSTRA!
Proposta alle compagne milanesi per un 8 marzo non rituale

Con gonnelloni o pantaloni, porporati o ingrigiti, inginocchiati o dai
pulpiti, sono sempre uomini a pontificare sui nostri corpi. Quelli che
appoggiano le guerre e i massacri in nome dello "scontro di civiltà",
che accettano e giustificano l'inquinamento, le produzioni nocive e le
morti sul lavoro come "effetti collaterali" del profitto e del progresso,
sono gli stessi che non dicono una parola sulla violenza contro le donne
in famiglia ma ­forti anche delle complicità di alcune donne di potere
­additano come assassine le donne che scelgono di interrompere
gravidanze
non desiderate.

Questi feti-cisti farneticano di seppellimenti di feti, cimiteri di
feti, feti-cyborg tenuti in vita a forza: mucchietti di cellule inconsapevoli
vengono così resi portatori di diritti che poi non sono garantiti a
donne e uomini adulte/i e consapevoli.
Il vero assillo di questi feti-cisti è il controllo delle nostre
sessualità e possibilità riproduttive.
Ciò che ipocritamente chiamano "difesa della vita" è in realtà uno
strumento ideologico di controllo e di repressione delle pratiche
di autodeterminazione delle donne, così come la violenza
femminicida diventa un pretesto per sdoganare politiche securitarie e
razziste e tenere le donne imprigionate fra le mura domestiche,
riducendoci a soggetti da "proteggere".

Ci vorrebbero terrorizzare o criminalizzare per gestire le nostre vite,
per ridurre le possibilità di scelta e di movimento, per addomesticarci.

L¹assemblea delle donne di Roma ha stabilito una due giorni di confronto
(23-24 febbraio) e la costruzione di mobilitazioni in tutte le città
per l'8 marzo.

Proponiamo di costruire un'iniziativa di piazza a Milano che continui
il percorso aperto dal corteo del 24 novembre scorso, in cui come donne
abbiamo gridato la nostra VERA "difesa della vita" e la nostra
VERA sicurezza: l'AUTODIFESA DELLA VITA.

In un contesto in cui la precarietà non è solo lavorativa ma è ormai
una condizione di vita, dove la famiglia rappresenta al contempo una
gabbia femminicida e spesso il solo ammortizzatore sociale, rendere
pubbliche le nostre pratiche di AUTODIFESA DELLA VITA ci sembra uno
strumento politico efficace non solo per demistificare le ipocrisie
ma anche per valorizzare i percorsi di autonomia reale delle donne
che hanno scelto di rompere col vittimismo e con le complicità
col dominio patriarcale.

Proponiamo, quindi, un'iniziativa pubblica per l'8 marzo che non si
riduca a un rituale né semplicemente ad una manifestazione, ma che sia
un'occasione per rendere pubbliche le nostre denunce e pratiche
politiche in difesa della qualità della vita: in poche parole
manifestare la nostra AUTODIFESA DELLA VITA, che accomuna il nostro
agire politico nel quotidiano coi percorsi delle donne nelle lotte
territoriali contro guerre e nocività ­ No Tav, NoDal Molin, ecc. -
e con le pratiche di rottura delle complicità delle logiche di
rappresentanza.

Vorremmo individuare insieme degli obiettivi e trovare modalità
comunicative per presentare i nostri punti di forza, cioè nel
mostrare positivamente i nostri percorsi e l'autonomia degli
stili di vita che pratichiamo, esplicitando le nostre strategie
di resistenza a tutte le forme di prevaricazione e di negazione
del diritto di autodeterminazione e di scelta, in famiglia,
nel lavoro, nella vita.

Invitiamo le compagne interessate a questo percorso a partecipare
ad una riunione lunedì 28 gennaio, alle 21 (puntuali), c/o CDM,
corso Garibaldi 91 MM2 Moscova (citofonare Collettivi Donne Milanesi),
per un primo momento di confronto.

Collettivo femminista Maistat@zitt@ (Milano)

1 commento:

AMg ha detto...

La notizia di stampa non è tanto chiara: è il marito che ha l'amante o la moglie?
Quello che è chiaro è che la situazione familiare era per così dire, di forte disagio...e che la donna ha tentato ( molto maldestramente) di difendersene, col risultato di trasformarsi in una "criminale"...

.....
Catania, sesso solo con l'amante
e "antiviagra" al marito: arrestata

CATANIA - Non voleva fare sesso con il marito: quello era un'esclusiva dell'amante. E allora, giù con il sedativo. Per due anni, ne ha sciolto
uno potente nella minestra del marito. Una specie di "antiviagra" che lo teneva lontano da ogni desiderio. Il gioco però le ha preso la mano e per colpa di quella medicina il marito è
finito all'ospedale. Stava così male che si era convinto di avere un tumore. Ma i medici non
riuscivano a formulare nessuna diagnosi. Fino a quando non è saltato fuori che da tempo la
moglie gli somministrava a sua insaputa un forte sedativo.

A Catania sono finiti in prigione Angela Costanzo, 46 anni, accusata di lesioni personali gravi, e il suo amante di 53 anni, del quale gli investigatori hanno reso note solo le iniziali, L. A., indagato anche per maltrattamenti alla
moglie e ai figli.
Perchè i carabinieri, intercettando le sue conversazioni, hanno scoperto che quando arrivava a casa, l'uomo se la prendeva con la famiglia colpevole di rinfacciargli la relazione extraconiugale.

A dare il via alle indagini è stato il marito tradito. Dopo tanti ricoveri e mille esami,
aveva scoperto la verità. Negli ultimi due anni, sua moglie l'aveva imbottito di "inibitori del desiderio sessuale". Secondo i medici, erano farmaci che nel lungo periodo potevano rilevarsi
pericolosi anche per la vita.