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martedì 18 dicembre 2007

La profezia del Dalai Lama

  "Potrei rinascere donna"

di RENATA PISU
E SE il XV Dalai Lama si reincarnasse in una donna?
La possibilità è stata ventilata dal XIV
Dalai Lama, e subito "apriti cielo!"
come se
l'ipotesi fosse inammissibile, come se l'Oceano di Saggezza, questo il
suo titolo, il quale ha
già infranto tanti tabù gettando lo scompiglio nel campo
avverso, cioè in Cina, e spesso anche
tra i suoi fedeli, avesse valicato l'ultima
frontiera, fosse diventato un pericoloso democratico, assertore dei diritti umani
e
dell'eguaglianza tra i due sessi.

Ci mancava anche questa, borbottano a Pechino, vedete che non sa cosa sia la
tradizione, che è
una "testa di serpente", un opportunista vassallo
dell'Occidente e delle sue più
deprecabili teorie?
E, invece, esprime ben altro il Dalai Lama quando dice, che, perché no?
"Se la forma
femminile sarà più utile, il Dalai Lama sarà donna".
Lo ha affermato in risposta a una
domanda che gli è stata fatta da Vanity Fair
e
che, come ha dichiarato un suo portavoce, gli fanno spesso e sono sempre donne
che gliela
pongono. E lui risponde sempre allo stesso modo, senza svicolare.
Perché no?

Già, perché no? Dovremmo domandarcelo anche noi, se credessimo alla teoria
della reincarnazione;
e dovremmo domandarcelo anche se pensassimo che
è tutta una questione di politica, di giochi di forza. Nel secondo caso,
viva il Dalai Lama, ha
capito quale è l'aria del tempo e vi si conforma.
Però, anche nel primo caso, viva il
Dalai Lama perché nel suo antico regno
teocratico ed eremita sulle montagne innevate del Tibet, non si esclude
niente nel gioco
infinito del karma, delle vite che si inanellano nella
continuità di un'idea, di un servitium.

Ha detto Ani Jangsem, monaca anziana e reincarnata (non sa se il suo
predecessore fosse
maschio o femmina, ma non se ne cura) che "non
c'è nessuna legge che stabilisca se la reincarnazione debba avvenire
in un corpo di
uomo o in uno di donna: se una persona ha una mente
illuminata, consapevole, compassionevole,
allora nella prossima vita
rinascerà in una
forma superiore". Già, superiore.

Il Dalai Lama ha infatti dichiarato che la reincarnazione femminile
è la più alta, ma
soltanto posto che sia la più utile. Non quindi
perché "donna è bello", ma perché, in questo mondo di orrori e
prevaricazioni, potrebbe forse
essere più utile che parole di
tolleranza e di
pace, sgorgassero dalla bocca di una donna.
Allora, una donna tibetana? Chi lo sa.

Potrebbe anche essere un'europea, o un'americana, bionda con gli
occhi azzurri. E
allora, quanta fatica costerebbe ai solerti
funzionari della Agenzia per le Religioni di Pechino, andare a
rintracciare questa benedetta
bambina. Si pensi a quanto si
sono impegnati per
identificare la reincarnazione del Karmapa, il
ragazzino che poi fuggì in India; e quanta fatica costò loro il
contestato ritrovamento
della reincarnazione del Panchen Lama.
Se adesso
dovessero non più controllare soltanto i maschi ma anche
le femmine, sarebbe davvero da mettersi
le mani nei capelli.

E se poi la ricerca non si svolgesse soltanto in Cina e in Tibet
ma nel mondo intero, visto che
il Dalai Lama non esclude che la sua
reincarnazione avvenga in esilio? Ci si arrende, si dichiara forfait.
Oppure? Oppure, cosa, se la
si vuole vedere da Pechino?

Il Dalai Lama ha spiazzato la Cina che domina il suo paese ma verso
la quale continua a usare
parole benevole: ma sì, perché mai boicottare
le
Olimpiadi, la Cina è un grande paese.... Eppure, viene da pensare
che ognuno usa le armi di cui
dispone. Il Dalai Lama punta sulla
rinascita di
un desiderio di spiritualità che riscatta da un rozzo
materialismo il secolo da poco estinto e
lo fa da grande uomo politico.
La religione gli
serve per quel tanto che è sempre servita, ma non
la usa come un dogma. La adatta alle
circostanze, senza falsificarla,
e per il Tibet
sapere, come lui sa, che oggi come oggi si può dire
che i "reincarnati" si manifestano non per
un proprio materiale bisogno
ma perché c'è
bisogno della loro presenza in un determinato contesto
sociale, è rivoluzionario, è moderno.

La reincarnazione, dice il Dalai Lama, questo nostro contemporaneo
"Oceano di saggezza", è la
conseguenza diretta del kharma e del contesto
sociale e delle persone fra le quali la reincarnazione si manifesta:
gli esseri
reincarnati vengono al mondo perché in un determinato momento
c'è bisogno di loro. Certo,
la reincarnazione può assumere diverse forme,
uomo, donna, bambino, anziano, addirittura cane o gatto o albero.
Insomma, la reincarnazione non
ha una forma fissa e mai possiamo essere
certi
di chi sia un reincarnato o una reincarnata. Chi dice di esserlo
forse non lo è, chi lo è non sa
di esserlo. Succede.
Ma questa volta, speriamo che sia femmina




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