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martedì 6 novembre 2007

Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne

Ho ricevuto questa comunicazione che vi diffondo.
Firmate l'appello!


Ciao, a tutte,
vi invio il testo della convocazione della manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne che si terrà a Roma il 24 novembre ore 14 partenza da Piazza repubblica.

E' una manifestazione convocata da tantissime donne ma non ha apparati che la preparano.

E' importante il protagonismo di tutte.
Se la condividate diffondete il testo della convocazione e firmate l'appello sul sito www.controviolenzadonne.org .
Ci vediamo in piazza il 24
Marta Magini


MANIFESTAZIONE NAZIONALE
CONTRO LA VIOLENZA
MASCHILE SULLE DONNE
L'assemblea di singole donne e di realtà associative femminili,
femministe e lesbiche, provenienti da tutta Italia, che si sono riunite
in assemblea pubblica domenica 21 ottobre a Roma
presso la Casa Internazionale delle Donne
sulla base dell'appello diffuso dal sito
www.controviolenzadonne.org

In occasione della
Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne
convoca una
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
SABATO 24 NOVEMBRE 2007 - ORE 14


Le donne denunciano le continue violenze e gli assassini che avvengono in contesti familiari da parte di padri, fidanzati, mariti, ex e conoscenti.

E' una storia senza fine che continua a passare come devianza di singoli, mentre la violenza contro le donne avviene principalmente all'interno del nucleo familiare dove si strutturano i rapporti di potere e di dipendenza.

Ricordiamo che l'aggressività maschile è stata riconosciuta (dati Onu) come la prima causa di morte e di invalidità permanente per le donne in tutto il mondo.

Il tema, soprattutto in Italia, continua a essere trattato dai mezzi di informazione come cronaca pura avallando la tesi che sia qualcosa di ineluttabile, mentre si tratta di un grave arretramento della relazione uomo donna.

La violenza contro le donne non deve essere ricondotta, come si sostiene da più parti, a un problema di sicurezza delle città o di ordine pubblico. La violenza maschile non conosce differenze di classe, etnia, cultura, religione, appartenenza politica.

Denunciamo la specifica violenza contro le lesbiche volta a imporre un modello unico eterosessuale.

Non vogliamo scorciatoie legislative e provvedimenti di stampo securitario e repressivo.

Senza un reale cambiamento culturale e politico che sconfigga una volta per tutte patriarcato e maschilismo non può esserci salto di civiltà.

Scendiamo in piazza e prendiamo la parola per affermare, come protagoniste, la libertà di decidere delle nostre vite nel pubblico e nel privato.
Scendiamo in piazza per ribadire l'autodeterminazione e la forza delle nostre pratiche politiche.
www.controviolenzadonne.org

1 commento:

AMg ha detto...

Un solo paese extracomunitario rappresenta, nella sua totalità, un pericoloso nemico per tutte le donne: il Vaticano.

Con le sue battaglie patriarcali contro l¹autodeterminazione e i diritti delle donne e delle lesbiche in tutto il mondo; con le sue incontenibili ingerenze nei confronti del governo italiano, sempre prono ai diktat papali; con il suo continuo ribadire l¹indissolubilità e centralità della famiglia, luogo primario della violenza contro donne e contro bambine/i; con le sue posizioni sempre più integraliste (e filo-fasciste), il Vaticano sta cercando di affossare il percorso di liberazione intrapreso dalle donne e dalle lesbiche in tutti i continenti, allo stesso tempo ridimensiona o nasconde la realtà degli stupri di donne e bambini/e da parte dei preti.

Il governo Prodi, incapace di qualunque scelta dignitosa di sinistra, si fa esecutore delle imposizioni papali in tema di diritti di tutte/i e nella difesa dei privilegi vaticani. Allo stesso tempo usa i corpi delle donne violati e massacrati dalla violenza maschile per legittimare una repressione di stato che è l¹esatta riproposizione di quella violenza: ridurci tutte al ruolo di vittime bisognose di protezione, giustificare derive securitarie e fasciste, legittimare la logica razzista delle deportazioni di massa di donne e uomini migranti.

Non ci lasciamo abbindolare dall¹ipocrisia criminale di chi parla di sicurezza delle donne, mentre combatte guerre nelle quali le donne sono le prime vittime: stuprate, ammazzate dai bombardamenti umanitari, massacrate dagli occupanti e dagli occupati.

Aderiamo al corteo del 24 novembre ³Contro la violenza maschile sulle donne² anche per testimoniare la nostra volontà di non essere complici della degenerazione sociale e politica in cui vorrebbero trascinarci.

Più autodeterminazione, meno Vaticano!

Le compagne del coordinamento Facciamo Breccia
http://www.facciamobreccia.org