Massimo è stato anche per 5 anni il principale collaboratore della
rivista Guidemagazine.
Nessuna testata lo ha ospitato puntualmente ogni mese per un periodo così
lungo e si deve alla sua presenza più fraterna che amichevole, alle lunghe
telefonate quasi quotidiane Milano-Frattocchie se nonostante le molte
difficoltà ho continuato a curarla come direttore responsabile.
Ai tanti che sostenevano l'inidoneità di un free-paper diffuso nei locali ad
accogliere interventi a carattere identitario-culturale, rispondevo che quella
era invece l'unica ragione valida per seguire la testata: la diffusione gratuita
consentiva infatti una popolarizzazione degli argomenti altrimenti impossibile.
Nell'archivio della rivista ci sono parecchie decine di suoi articoli a
carattere storico, tutti straordinari, il cui valore - come del resto i
suoi libri - non è stato sempre compreso né dalla storiografia accademica,
né stupidamente dal giornalismo nostrano, né purtroppo dal movimento
gay nel suo insieme.
Lo sarà via via maggiormente nei prossimi anni, quando ci si accorgerà
che i suoi scritti - senza limiti temporali e geografici - sono unici, precisi,
sono il frutto di una vita dedicata come nessuno al suo pari. Hanno
riempito un vuoto terribile nell'espressione della cultura gay
internazionale e più ancora italiana, di quest'ultima sono anzi essi stessi
traccia e fondamento.
Ne curerò personalmente la ripubblicazione in un volume di futura
pubblicazione.
Devo la sua conoscenza all'editore Fabio Croce, che non finirò mai di
ringraziare.
L'uomo Massimo Consoli resterà come una delle persone chiave
per la quale è valsa la pena di vivere.
Bob
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