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giovedì 20 settembre 2007

socio del "Mario Mieli" fermato a ramallay col suo amico palestinese

(ANSA) - Roma, 13 settembre

Un socio del Circolo di cultura omosessuale “Mario Mieli”, a Gerusalemme per motivi di studio, è stato fermato un paio di giorni fa a Ramallah, insieme ad un suo amico palestinese, da poliziotti in borghese che li hanno caricati con la forza in macchina e portati in commissariato.
Lo rende noto il Circolo, aggiungendo che l'attivista gay ha presentato al Consolato italiano a Gerusalemme - e per conoscenza alla Farnesina - un resoconto dettagliato della sua disavventura.
Il ragazzo - secondo quanto riferito da Andrea Berardicurti del Circolo Mario Mieli - è stato circondato da una decina di persone, che non vestivano uniformi, e sia lui sia il suo amico palestinese sono stati caricati a forza in macchina e portati a una centrale di polizia.

“È stato chiaro fin dall'inizio - sostiene Berardicurti - che la motivazione era un controllo dovuto all'orientamento sessuale dei due giovani; ma quello che più stupisce sono le modalità con cui esso è stato condotto: non un semplice controllo documenti o un interrogatorio formale, ma un vero e proprio atto di forza (il ragazzo è stato infilato a forza in macchina contro la propria volontà e ha naturalmente resistito alla violenza, che gli ha procurato lividi, ecchimosi e graffi su tutto il corpo) e che si è risolto solo dopo molte ore passate dal nostro socio in commissariato” .

Il Circolo Mario Mieli si dice “molto allarmato per quanto accaduto, non solo per la personale vicenda del nostro associato, che possiamo dire essersi conclusa relativamente bene, ma soprattutto per il cattivo segnale in merito alla situazione sociale e al rispetto dei più elementari diritti civili e libertà individuali in una parte dei Territori palestinesi, Ramallah, che non è neppure tra le più remote, e vede un cospicuo numero di cittadini stranieri in visita o presenti, per esempio per motivi di studio nella nota università di Beirzet o nelle numerose agenzie internazionali presenti”.

Già in passato il “Mario Mieli” era venuto a conoscenza di episodi gravi e aveva dovuto seguire dall'Italia la fuga da Ramallah di alcuni giovani perseguitati e minacciati:
“pare che la situazione sia ulteriormente degenerata - concludono - e riteniamo oltremodo opportuno un intervento anche diplomatico in sostegno dei diritti umani e civili e delle libertà individuali nei Territori palestinesi, la cui autorità è così generosamente sostenuta dal Governo italiano e dall'UE”.

risposta di Chayiah ( GLBTperIsraele)

Il ragazzo e il suo amico devono vivere sulla luna. Cos'altro si aspettavano dai cosiddetti "palestinesi" ? Chi usurpa un nome e una terra, chi vede le donne solo come uteri per fabbricare shahid, chi minaccia e uccide i propri fratelli islamici che vogliono far conoscere la verità al mondo, chi persegue solo l'odio e la distruzione di chiunque non la pensi come lui, chi diffonde menzogne e manda donne e bambini a fare da scudi umani dove sanno benissimo che una centrale terrorista sarà distrutta per poi lamentarsi di quanto siano cattivi la polizia e l'esercito israeliano.. ..da questa gente, come ci si può aspettare che si comportino con i gay? ....Al "Mario Mieli" forse devono svegliarsi un po' e consigliare i loro iscritti: di solito i nemici di Israele sono anche acerrimi nemici dei gay...ma tant'è, le teste sono dure ...e i pregiudizi anche.
Chayiah

1 commento:

AMg ha detto...

ho ricevuto questo commento su
http://it.groups.yahoo.com/group/fuori da paolo-semplice

Caro Yehudi,

Ho letto con rammarico ciò che è capitato a "Mario Mieli" e al suo
amico..
Hai ragione quando critichi il clima di violenza che pervade nei
territori palestinesi.
Io vengo dalla Siria (residente in Italia). Posso capire cosa vuol dire essere gay in Medio Oriente..
E' vero che lo stato Israeliano, a volte, si comporta male con i suoi vicini.
Resta Israele però, a mio parere, lo stato più evoluto in tutto il Medio Oriente!

I palestinesi in Israele possono contestare il governo, fanno le
manifestazioni, per non parlare dei kamikzi...
I palestinesi non
avrebbero osato ad alzare la loro voce se fossero residenti in Siria, Libano, Giordania, Egitto, ecc.

Forse conviene a Mario e al suo amico lasciare Ramallah e trasferirsi nel territorio israeliano.

Quanto mi piacerebbe visitare Isarele! In modo particolare Nevé
Shalom/ Wahat al salam! Spero che un giorno mi sia permesso
realizzare questo sogno!

Un bacio a Yehudi, Mario, al suo amico palestinese e tutti i gay in Medio Oriente!
Salam/Shalom