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Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

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giovedì 31 maggio 2007

russi ingrati

Roma, 29 maggio 2007, martedi’
Gli utili idioti che sabato scorso, 26 maggio, si sono permessi di aggredire delle persone che sono andate a Mosca per affermare e difendere i diritti fondamentali di gay, lesbiche e trans russi, devono sapere che, non fosse stato proprio per quegli stessi gay, lesbiche e trans che nell’agosto del 1991 sono stati quasi unici nel difendere la democrazia nell’ex-Unione Sovietica, loro, oggi, continuerebbero a vivere sotto un regime ferocemente dittatoriale che non gli permetterebbe nemmeno di esporre quelle icone con le quali cercano pubblicamente giustificazione alla loro inutilita’.
Ho affrontato piu’ di una volta questo argomento, spiegando come Eltsin sia riuscito a sconfiggere il tentativo di golpe dei reazionari grazie al computer ed alla stampante che gli avevano messo a disposizione i militanti del giornale gay Tema, e non ci tornero’ sopra. Pero’, voglio farvi conoscere il testo del discorso fatto dalla rappresentante di New York nel luogo piu’ istituzionale degli Stati Uniti, il Congresso, e dove e’ stato confermato quello che noi avevamo gia’ sostenuto e pubblicizzato fin dal 1993, e senza sapere, ovviamente, di quel discorso, finalmente pubblicato su di un libro curato da Robert B. Ridinger, Speaking for Our Lives. Historic Speeches and Rhetoric for Gay and Lesbian Rights (1892-2000), Harrington Park Press, New York , 2004.
Massimo Consoli
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22 novembre 1991
In onore di Roman Kalinin
di Nancy Pelosi
traduzione di Massimo Consoli

Queste considerazioni sono state fatte nell’aula del Parlamento USA dall’on. Nancy Pelosi, di New York, e sono entrati negli atti parlamentari (Congressional Records) il 22 novembre 1991.


Signor Speaker, il tentativo di colpo di stato sovietico dello scorso agosto 1991 e’ stato lo scenario adatto ad una forte dimostrazione di coraggio e di attaccamento alla causa della liberta’. Roman Kalinin, editore del primo giornale gaysbico russo, insieme ad un gruppo di gay e lesbiche, si e’ impegnato a lottare contro il colpo di stato stampando e distribuendo i decreti del Presidente Boris Eltsin.
Roman Kalinin ha saputo del tentativo di golpe da alcuni amici di San Francisco. Dalla sera tardi del 18 agosto fino a quando il colpo di stato venne sconfitto, il 21 agosto successivo, Kalinin apri’ una linea telefonica attraverso la Finlandia e San Francisco. Aveva formulato un piano per comunicare con quelle persone nell’Unione Sovietica che sarebbero potute diventare i primi bersagli da intimidire e, possibilmente, da eliminare fisicamente, per le loro preferenze sessuali e per la loro attivita’ nel movimento democratico. La paura ed il panico erano particolarmente sentiti, mentre si veniva a conoscenza di rapporti sulla possibilita’ di ondate di arresti. Il 20 agosto la clinica aids di Mosca presento’ una richiesta ufficiale per avere liste di persone con aids e con hiv.
Kalinin e’ l’editore di Tema, il primo giornale gay e lesbico dell’URSS. Il suo sistema di stampa e la sua fotocopiatrice divennero virtualmente la sola disponibile possibilita’ per stampare e distribuire informazioni contro i leader del golpe. Per circa 60 ore, i gay e le lesbiche di Mosca coordinarono le loro forze in una incredibile dimostrazione di coraggio.
Il Presidente Boris Eltsin firmo’ una lista di decreti che divenne il documento della resistenza contro le forze dell’oppressione. I gay e le lesbiche negli uffici di Tema elaborarono le informazioni al computer. La fotocopiatrice stampo’ i decreti di Eltsin senza interruzione, con il logo del ben noto giornale gay in calce. Kalinin voleva che il pubblico sapesse che la comunita’ gay stava lavorando per sconfiggere il putsch, anche se rischiava l’arresto rivendicando pubblicamente quello che stava facendo.
Poi, questi eroi distribuirono i volantini con i decreti stampati per le strade di Mosca, lavorando con gli altri leader del movimento per la democrazia. I decreti vennero diffusi attraverso la citta’ ed apparvero ad ogni fermata della metro, consegnati a confusi moscoviti. Vennero perfino dati ai soldati nei carri armati diretti all’edificio del Parlamento Russo. Questo loro eroismo rappresenta un impegno progressivo per combattere l’oppressione e la discriminazione nell’Unione Sovietica. Per parecchi anni hanno guidato la lotta per ridurre proprio la discriminazione che dovevano affrontare i gay e le lesbiche nell’URSS.
Si sono anche uniti ad altri in tutto il mondo per dare informazioni e materiale informativo al popolo russo allo scopo di lottare contro la sempre crescente minaccia dell’aids e delle infezioni da hiv. I loro sforzi sono stati sostenuti attraverso l’International Gay and Lesbian Human Rights Commission, un’organizzazione che, in appena un anno, e’ diventata una sorta di consolato gay. La vittoria nell’Unione Sovietica ha dato l’opportunita’ di aprire le porte alla liberta’ di gay e lesbiche mai sognata prima, in quel paese.
Il coraggio e l’impegno per la liberta’ e la democrazia di Roman Kalinin verranno onorati il prossimo dicembre 1991, quando verra’ nominato “Uomo dell’anno”, da Advocate, la piu’ diffusa pubblicazione gay e lesbica degli Stati Uniti.

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