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mercoledì 15 ottobre 2008

La fretta di sposarsi prima del 4 novembre

Pro e contro sono alla pari

La battaglia per l'uguaglianza di diritti sta entrando nel vivo in California. Da una parte ci sono i giudici della Corte Suprema della California, che hanno deliberato a favore del diritto al matrimonio per le coppie dello stesso sesso e il Governatore della California, Arnold Schwarzenegger.

Brad Pitt ha donato centomila dollari e altrettando ha fatto Stephen Spielberg, a supporto della causa per il diritto al matrimonio per tutti.

Sull'altro fronte, sono schierati gruppi di fanatici, come la Alliance Defense Fund, una società di estrema destra, di stampo religioso, anti-gay e anti-ebraica. Al suo fianco i Knights of Columbus, i Cavalieri di Colombo, e molte altre organizzazioni religiose che non credono nel principio di separazione tra Chiesa e Stato, tra fede e legge, e sono convinti che estendere i diritti di cittadinanza a gay e lesbiche si scontri con i principi religiosi.

Nelle ultime settimane, mia moglie Molly ed io abbiamo esposto centinaia di cartelli con la scritta «Vota No alla Proposition 8 - Uguaglianza per tutti» e diffuso centinaia di adesivi con lo stesso messaggio.
La Proposition 8 è il nome del referendum che il 4 novembre chiederà ai californiani di annullare il diritto al matrimonio per gay e lesbiche, di tenerlo riservato esclusivamente a

un uomo e una donna, e di scrivere tutto questo nella costituzione dello Stato, così da rendere impossibile qualsiasi legge in materia.

Noi ci stiamo battendo perché vogliamo difendere il nostro matrimonio e quello di tanti nostri amici e colleghi. Vogliamo dare speranza ai ragazzi gay e farli crescere in un mondo che li accetti per quello che sono, affinché possano anche loro celebrare le loro storie d'amore.
Tutti noi di Marriage Equality Usa (vedi www.noonprop8.com), la coalizione Lgbt e i nostri alleati eterosessuali stiamo lavorando molto duramente per conservare i nostri diritti di uguaglianza e difendere i principi che i mesi scorsi la Corte Suprema della California ha riconosciuto come
protetti dalla vigente Costituzione dello Stato. Stiamo parlando con tutti, cerchiamo di far conoscere a tutti il vero significato della proposta referendaria.
E a tutti chiediamo di votare no.

Facciamo feste nelle nostre case, cerchiamo fondi per sostenere la campagna referendaria, andiamo a parlare ovunque, in tutti i luoghi di vita quotidiana, dai supermercati alle stazioni dei treni.
Cerchiamo di spiegare le ragioni del no, diffondendo scritti e riflessioni. Indossiamo tutti i giorni spille e adesivi, chiediamo alle persone e ai negozianti che ci sostengono di mettere in mostra
le scritte per il no al referendum. Per di più, siamo invitate a molte cerimonie di matrimonio di coppie dello stesso sesso, perché tante coppie stanno cercando di sposarsi prima del 4 novembre.
Cerchiamo di raccogliere, di chiamare le persone chiedendo loro di votare. E dalle risposte che riceviamo, siamo davvero fiduciosi che la maggioranza dei californiani farà la cosa giusta, in nome
dell'uguaglianza dei diritti.

A questo punto, non possiamo che pensare positivo e restare concentrati sull'informazione e sulla comunicazione. Non possiamo permetterci di avere paura, ora. Solo lavorare per vincere.
Ma noi sappiamo quanto i nostri avversari, prima di tutto la Chiesa Cattolica e le chiese mormoni, stiano spendendo in milioni di dollari, con l'obiettivo di toglierci i nostri diritti e farci soffrire, piuttosto che investirli nel dar da mangiare e da vestire ai senzacasa, nei programmi sociali per aiutare davvero la gente a non morire.
Il denaro che stanno gettando per cercare di cancellare dei diritti di cittadinanza, dovrebbe essere usato per aiutare chi soffre. Così, molta gente si sente davvero frustrata e umiliata da
tutto ciò. Penso che molti hanno paura di affrontare i prelati e i pastori che stanno promuovendo l'ineguaglianza dai loro pulpiti, ma stanno anche vedendo che il loro denaro non va in aiuti ai
bisognosi, ma per promuovere una campagna contro le persone gay e lesbiche.
Molte persone con cui parliamo si dicono favorevoli a riconoscere uguali diritti per tutti, pensano che il referendum sia irragionevole, e che specialmente i giovani non vedono differenza tra coppie omosessuali o eterosessuali, così come trovano normale vedere coppie interazziali o della stessa origine.
Quello che la maggior parte di gay e lesbiche stanno dicendo è: «Dobbiamo vincere. Non dobbiamo tornare indietro!». Molly ed io parteciperemo, fra qualche settimana, ad un altro matrimonio di una coppia lesbica: i loro bambini sono così eccitati alla notizia che le madri saranno sposate.
I figli delle famiglie gay e lesbiche sono felici ora che le loro famiglie possono avere gli stessi diritti e la stessa dignità delle altre. I sostenitori del sì al referendum giocano sulle paure e sulle bugie. «I gay che si sposano feriscono la nostra libertà religiosa», dicono. Oppure: «I gay che si sposano
confonderanno i nostri bambini». Ma almeno così, dicendo questo, dimostrano ai più giovani che non tutti sono eterosessuali e che ci sono persone che amano altre dello stesso sesso e che possono meritare di essere felici, piuttosto che essere discriminate.
Credo che in California sia giunta l'ora della giustizia e dell'eguaglianza. Se tutti quelli che credono nell'eguaglianza alzassero la propria voce potremo battere questo referendum diabolico in nome del diritto all'amore.

(Traduzione di Fabio Bozzato)

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