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Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

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mercoledì 15 ottobre 2008

da manliok: SCANDALO

venerdì 17 ottobre

aula Congressi del Palazzo degli Uffici dell'Ateneo
via Cortese 29

"I Femminielli Napoletani: riflessioni preliminari"

Per info: http://www.news. unina.it/ dettagli_ area.jsp? ID=5855


1 SCANDALO AL SOLE

Ho visto con i miei occhi finalmente il punto iniziale della commistione politica.camorra, l'esatto momento in cui si perde il rapporto naturale tra popolazione e rappresentanti e si creano legami inscindibili con l'anti.stato. L'ho visto e non sono ancora sicuro di volere davvero raccontare cosa è successo: preferisco ragionare per astratto e capirete presto il motivo.

All'origine dell'organizzazione democratica sociale c'è l'iscrizione ad un partito politico, l'aggregazione successiva ad una sua corrente politica o in ogni caso l'aggregazione in gruppi che scelgono di volta in volta dove dirigere l'attività politica e quindi la gestione dello stato. Siamo in democrazia e ad ogni cittadino è dato il diritto oltre che di votare anche di essere iscritto ad un partito, essendo l'attuale sistema bipolare ormai fuori dalle ideologie che hanno sconvolto il secolo passato (comunismo, nazi.fascismo, democristianismo) .

La classe borghese a Napoli, lo sappiamo, non è affatto organizzata e non è molto numerosa, essendo la plebe in numero maggiore nonché prolifica come le si attiene. Di questa plebe a Napoli la massa è corruttibile, per motivi ovvi di povertà avita, per la delinquenzialità assurta a modello di vita ed infine per essere tal quale alla forza lavoro della camorra. Il voto è in vendita, come ogni altra parte del loro corpo e delle loro vita, così come è accettabile rubarlo o comperarlo, secondo le regole del libero mercato da una parte e della miseria tribale e latifondista dall'altra.

E' responsabilità dei notabili e dei borghesi napoletani, che nulla fanno per cambiare la condizione esistenziale della plebe, integrarla o meglio addurla in cambio di vil denaro dentro l'organizzazione democratica sociale, cioè l'iscrizione ad un partito politico o al voto. Il numero delle tessere o dei consensi così acquisiti peseranno sulla distribuzione delle correnti o comunque sul potere di scegliere dove dirigere l'attività politica.

La plebe avrà goduto veramente del suo diritto traendone immediato beneficio, il notabile che ha acquistato i voti si rifarà successivamente attraverso i canali della gestione del potere (lecito, ma a questo punto sicuramente illecito), gli onesti borghesi saranno invece d'intralcio o utili idioti.

Non credo nel paese dei balocchi e penso che in democrazia valga sempre la libera scelta di tutti i cittadini (plebe, notabili e borghesi) e che sia il numero totale maggiore a dover governare questo strano paese. Mi chiedo solamente come mai da nessun lato mai si evoca lo scandalo (essendo pratica comune questa a tutte le grandi strutture di potere), e quanto sia giusto o sbagliato il comportamento arrendevole della plebe, l'unica il cui piccolo beneficio immediato viene sempre scontato con la certezza di ogni futura mancata assistenza.

Il sospetto grave è invece che capibastone della camorra siano i notabili che traggono profitto dal peccato veniale del mercato delle tessere, e che la direzione presa dalla politica sia scelta in favore comunque dell'anti.stato! ma allora come mai i Soloni che inveiscono contro la casta, i giornalisti tutti e quanti miserrimi si legano ad una sinistra sempre più estrema ed isolata non ne parlano mai?

L'onesto borghese, isolato, ingombrante o idiota che fosse, non può pensare di organizzare la politica di questo paese al di fuori di strutture autoreferenziali, come alcune associazioni alla moda, se prima non si assume la responsabilità di quanta plebe a Napoli, oppressa e senza futuro, non trova che nella camorra una risposta organica, capace di realizzare impresa e quindi opportunità, seppure in nero di cronaca o lavoro. La borghesia alta, quella dei notabili insomma, è già proprio del tutto compromessa, secondo alcuni, oppure è, secondo pochi altri, l'unica che sa gestire le fratture sociali napoletane, in assenza di possibilità migliori.

Gli effetti disastrosi della gestione attuale del potere è d'altronde ovvia e la plebe, attenta e sveglia come sempre, ha già capito che nessuna parte gli porterà un beneficio migliore nel tempo e appunto vende quanto ritiene non avere nessun valore all'immediato compratore. La borghesia, vera mediatrice del bene comune, demonizzata da tutte le ideologie del secolo passato, non ha in sé alcuna capacità di coesione coerente e i suoi progetti continuano a restare nel vuoto pneumatico delle stanze del potere, scambiate per poche e scarse retribuzioni altrettanto immediate, ma di maggiore valore, come fanno ormai pure le associazioni per i diritti gay, capaci di annullare anche una manifestazione nazionale. I notabili per definizione sono autoreferenziali e, a differenza di altri stati democratici, particolarmente poco illuminati dalla scienza e dal diritto, vedono pure loro nel profitto immediato di affari ancorché leciti il congruo premio ai propri sforzi, economici, di conquista del potere politico.

Non c'è alcuna differenza negli altri paesi o nelle diverse culture politiche moderne, anzi, laddove come negli USA o per l'iscrizione ai partiti o in certe associazioni si debba pagare una quota anche solo simbolica, l'abuso è un obbligo, perché la plebe napoletana o americana, che più ha bisogno di politiche reali in suo favore, non potrà altrimenti partecipare davvero alla costruzione delle dinamiche politiche, se non come "vittima" della corruzione imperante.

L'unica certezza partenopea è il persistere della voce borbonica di questo vivere mediterraneo, che curi i latifondi oppure un orticello, capace di piazzate oppure di silenzio, soltanto a patto che ci sia il sole in cielo e che lo struscio sia superficiale e comodo, lasciando nella polvere ogni altro sentire ed ogni dignitosa ragionevolezza.

La strega maligna

Manliok

2 UN SONDAGGIO RIVELA: NEGLI STATES I GIOVANI CATTOLICI SOSTENGONO L'ABORTO E I MATRIMONI GAY

KANSAS CITY. Su molti temi i giovani cattolici statunitensi sono più progressisti dei loro genitori, ma anche dei loro coetanei appartenenti ad altri gruppi religiosi. Lo rivela un sondaggio (intitolato The Young and the Faithful) sponsorizzato dal gruppo Faith in Public Life ed effettuato a livello nazionale da Public Religion Research (società leader nel settore delle ricerche e delle analisi in campo politico religioso) su un campione di 2.000 giovani cattolici dai 18 ai 34 anni (e su un ulteriore campione di 974 giovani adulti) in occasione delle elezioni presidenziali. Il sondaggio è stato condotto tra il 28 agosto e il 19 settembre, nel periodo, cioè, in cui erano in corso le grandi convention democratiche e repubblicane, e prima che si diffondessero le notizie sul crollo delle borse, che hanno creato negli Usa un clima di forte instabilità.

"Dai diritti dei gay al ruolo degli americani nel mondo all'impegno per il bene comune", ha commentato il presidente di Public Religion Research, Robert P. Jones, i giovani intervistati rappresentano un gruppo che "va oltre le divisioni ideologiche" che hanno caratterizzato il dibattito politico degli ultimi anni. Sembrerebbe, a leggere complessivamente i dati del sondaggio, un gruppo piuttosto eterogeneo dal punto di vista politico-ideologico , anche se, tra tutti gli elettori cattolici, la preferenza va nettamente al candidato democratico Barack Obama (51% contro il 40% delle preferenze accordate a John McCain). È quando si analizza il voto cattolico a seconda dell'età degli elettori, che emergono differenze notevoli. Se, infatti, la preferenza accordata ad Obama dagli over 34 anni è pari solo al 45%, contro il 46% attribuito a McCain, tra i più giovani il risultato si ribalta: ben il 55%, infatti, afferma di voler votare per il candidato democratico, contro un 40% che si è espresso a favore di McCain. Queste cifre, sostanzialmente, equiparano i giovani cattolici alla fascia dei giovani adulti nella loro totalità, che dichiarano nel 59% una preferenza per Obama.

Il gap generazionale all'interno del mondo cattolico, dunque, è più che evidente: se il 42% dei cattolici più "anziani" dichiara di essere conservatore, solo il 28% dei giovani si pone su quella stessa linea. Un significativo 54% dei giovani, infine, si dichiara nettamente democratico, a fronte di un 35% che esprime vicinanza al Partito repubblicano.

I dati si fanno ancora più interessanti quando si esaminano i temi maggiormente dibattuti nel corso della campagna elettorale per le presidenziali. Il 61% dei giovani cattolici, infatti, non considera l'aborto un tema rilevante e il 70% non ritiene decisiva la questione dei matrimoni omosessuali. Il 71% di tutti i cattolici intervistati, d'altronde, ha dichiarato che sarebbe stato disposto a votare per un candidato di cui non condividesse la posizione in merito all'aborto. Proprio sulla questione del diritto ad interrompere la gravidanza, tra l'altro, i giovani cattolici - nella misura del 60% (praticamente la stessa percentuale registrata tra i loro coetanei evangelici e protestanti, favorevoli al 58%) - hanno affermato che esso dovrebbe essere concesso "in tutti o quasi tutti i casi".

Il sondaggio ha preso in esame anche il mondo evangelico, mostrando che la maggioranza dei giovani protestanti è favorevole al matrimonio (24%) o all'unione civile (28%) tra omosessuali, mentre i più anziani esprimono un netto dissenso (61%) rispetto al riconoscimento legale delle coppie gay. Quanto al tema della guerra, il 56% dei giovani evangelici ritiene che la via diplomatica sia la strada migliore per garantire la pace. (l. e.)

3 SCUOLA INCOSTITUZIONALE (Calamandrei)

"Facciamo l'ipotesi, cosi' astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale pero' formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? " Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci) . Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"

Piero Calamandrei
(Discorso pronunciato al III° Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950)

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