In tutta Italia l'aiuto medico alla morte volontaria è legale grazie alla sentenza 242/2019 sul caso “Cappato-Dj Fabo”. Una persona dipendente da trattamenti di sostegno vitale, affetta da una patologia fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che trova intollerabili, capace di scelte libere e consapevoli, oggi può chiedere al Sistema Sanitario nazionale di verificare le proprie condizioni e di essere aiutata ad autosomministrarsi un farmaco letale. Da allora, in questi anni, solo 8 persone sono riuscite ad ottenere questo tipo di aiuto.
In assenza di procedura e tempi certi infatti, ci sono persone malate che hanno atteso anche tre anni prima di ottenere una risposta. Solo in Regione Toscana ora esistono regole certe, grazie all'approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare “Liberi Subito” dell'Associazione Luca Coscioni.
Oggi il Governo si è convinto della necessità di una legge, come più volte chiesto dalla Corte costituzionale al Parlamento. Il rischio però è che ora si approva una legge per ridurre i diritti già riconosciuti e tagliare fuori il Servizio Sanitario nazionale, mentre servirebbe una legge che consenta di ottenere l'aiuto alla morte volontaria, eventualmente anche per mano di un medico, anche a chi non dipende da trattamenti di sostegno vitale, così come accade in Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna.
Per questo il 26 giugno abbiamo iniziato la raccolta delle 50.000 firme necessarie a depositare la proposta di legge Eutanasia Legale da noi promossa. Vogliamo depositarla in Parlamento entro metà luglio, in tempo per l'avvio del dibattito sul tema al Senato, nella speranza che si decida al di là delle logiche di partito o di schieramento, proprio come sta avvenendo nel Parlamento francese e inglese. |
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