Siamo in un momento delicato per il riconoscimento del diritto all'autodeterminazione nella fine vita.
Nella quarta udienza sul tema del suicidio assistito, che si è svolta mercoledì 26 marzo, la Corte costituzionale ha esaminato i casi di Elena e Romano , due persone malate che, non potendo accedere al suicidio medicalmente assistito in Italia per mancanza del requisito del trattamento di sostegno vitale, si sono rivolte a Marco Cappato per essere accompagnato in Svizzera.
La difesa ha chiesto una sentenza vincolante che riconosca come sufficiente, ai fini dell'accesso, anche la prognosi infausta a breve termine , ribadendo che la libertà di scelta non può essere subordinata a tecnicismi che, in certi casi, aggravano inutilmente la sofferenza.
Parallelamente, il GIP di Firenze ha disposto l' imputazione coatta nei confronti di Marco Cappato , Chiara Lalli e Felicetta Maltese per il caso di Massimiliano , 44enne affetto da sclerosi multipla. Secondo il giudice, Massimiliano non sarebbe stato mantenuto in vita da un trattamento di sostegno vitale , nonostante la sua totale dipendenza da terzi, escludendolo quindi dalle garanzie previste dalla sentenza Cappato/Dj Fabo.
In questo contesto urgente e delicato, dal 1° al 13 aprile l'Associazione Luca Coscioni promuove una mobilitazione nazionale sul fine vita, con eventi, raccolte firme e incontri informativi in tutta Italia.
Saremo in tante città italiane con eventi informativi , tavoli per la raccolta firme e incontri con esperti per far conoscere i diritti garantiti dalle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) e chiedere insieme alle Regioni di seguire l'esempio della Toscana e di dotarsi di regole e procedure certe nel rispetto delle sentenze della Corte costituzionale in materia di accesso al suicidio medicalmente assistito. |
Nessun commento:
Posta un commento