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mercoledì 24 gennaio 2018

Settimana della Memoria della Shoa. Roma attende il suo memoriale dedicato alle vittime gay della shoa



"Qual è il più grande servizio che la conoscenza della storia ci può fornire? Quello di metterci sull'avviso.

I nazisti hanno voluto uccidere gli ebrei semplicemente perché essi erano ebrei, gli zingari perché erano zingari e gli omosessuali perché erano omosessuali: venivano tutti visti come dei devianti che dovevano essere eliminati.


 In ciò consisté la soluzione finale.

Bisogna ricordare che insieme ai sei milioni di ebrei, sono morti anche centinaia di migliaia di zingari, di omosessuali, di intellettuali e anche di oppositori politici del regime nazista, sia religiosi, sia laici.

Ci si deve rendere conto di cosa rappresenta la presa di potere di un regime dittatoriale e si deve amare e conservare questa democrazia che con tanta fatica abbiamo riconquistato.


Dovremmo cercare di trarre delle conclusioni da un'esperienza che ha travolto milioni di esseri umani e capire perché si debba conoscere questa storia, nonché quale lezione potremmo avere da questo passato".

Tullia Zevi

UN MEMORIALE  DEDICATO ALLE VITTIME OMOSESSUALI DEL NAZISMO, FU INAUGURATO  A BERLINO GIA' NEL 2008 


"L'evento avviene così tardivamente che nessuna delle vittime è presente ad assistervi".
 Così il ministro tedesco della cultura Bernd Neumann ha deplorato a fine maggio 2008 l'assenza di sopravvissuti all'inaugurazione del memoriale, nel centro di Berlino, dedicato ai Triangoli rosa, ovvero alle vittime omosessuali del nazismo.
Rudolf Brazda, vecchio Triangolo rosa di 95 anni, appresa quel giorno dalla televisione questa notizia decise subito di rompere il suo silenzio. Sua nipote si mise in contatto con l'associazione dei gay e lesbiche tedeschi (LSVD) che invitò l'anziano uomo a Berlino per raccontare la sua storia.
Nato in Sassonia da genitori cechi nel 1913, aveva 20 anni esatti quando Hitler salì al potere. Condannato nel 1934, mentre viveva con il suo compagno, a sei mesi di casa di correzione per omosessualità a norma dell'articolo 175 del codice penale. Fu quindi espulso in Cecoslovacchia, dove trovò lavoro in una troupe di teatro d'operetta facendosi notare per le sue interpretazioni di Josephine Baker.
Nel 1938, dopo l'annessione dei Sudeti, il giovane venne deportato nel campo di concentramento di Buchenwald dove fu ai lavori forzati tra il 1941 e il 1945.

"Ho avuto fortuna", confida ad Eva Bruckner dell'associazione LSVD, e spiega che la sua sopravvivenza è stata facilitata grazie ad un legame che aveva con un kapò comunista.
Ma Rudolf Brazda confessa di "aver sempre paura dei nazisti", quelli di allora e quelli di oggi, i neonazisti che perseguitano gli omosessuali in nome della razza e della purezza dei costumi.
 Dopo la guerra, liberato dal campo lasciò la Germania e si spostò in Francia, insieme al suo nuovo compagno con cui ha condiviso la sua vita per più di cinquant'anni, fino alla sua morte.

La mattina prima del Pride 2008  ha reso omaggio al memoriale dei Triangoli rosa a Berlino assieme al Sindaco.
"Noi eravamo come loro", ricorda commosso l'anziano uomo, guardando i due uomini a torso nudo che si abbracciano allacciati stretti sulla lapide del memoriale…

L'articolo 175 fu abrogato in Germania solo nel 1969, più di un secolo dopo la sua introduzione nella Legge tedesca.
L 'omosessualità invece è stata totalmente depenalizzata solo nel 1994, dopo la caduta del Muro e la riunificazione della Germania.

Nel 2002 il Governo tedesco ha deciso l'annullamento di tutte le condanne comminate durante il Terzo Reich, dimenticando quelle che vanno dal 1945 al 1969 (50mila in totale).

Poi il Governo diAngela Merkel ha deciso di fare giustizia nei confronti dei cittadini gay condannati ingiustamente a causa del Paragrafo 175 e ha proposto il 22 marzo 2017 un disegno di legge per cancellare le sentenze contro l’omosessualità emesse durante l’epoca nazista. 

 Per i cittadini tedeschi, condannati per esser gay, il Governo tedesco ha fissato l’indennizzo a 3mila euro (cifra forfettaria) oltre alla somma di 1.500,00 euro per ogni anno di reclusione.

                                                         ******

Nel 2018  ROMA ancora attende il suo Memoriale dedicato alle vittime omosessuali del nazismo, come chiesto anche da me personalmente già dal 2003.

Mi auguro, assieme a tutte la gente omolesbotransbisex, che il memoriale della shoah degli ebrei e di tutti gli altri oggetto della "soluzione finale" nazista sia presto una realtà anche a Roma.

AMg

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