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Alba Montori su Facebook

sabato 25 novembre 2017

Basta violenza sulle donne...PAROLE D'AMORE

Se non l’avete fatto, prendetevi due minuti per guardare questo video.

Parole d’Amore è il corto ideato da Pietro Baroni e prodotto da LUZ: le persone intervistate non sono attori e le battute vengono fuori da situazioni realmente vissute.
. E’ la discriminazione in tutta la sua banalità, quell’ordinaria tendenza a svilire le donne che purtroppo non sappiamo riconoscere e quindi non riusciamo a combattere

Ma che bella bambina, sembri proprio una principessa. Non ti arrabbiare troppo se ti alzano la gonna a scuola, sono cose da maschi. Comportati da femminuccia. Le signorine non alzano mai la voce. I capelli corti li hanno solo i maschi. I videogiochi sono cose da maschi. Le cucine giocattolo sono da femmina. Stai zitta. Puttana. Non sei ancora fidanzata? Sei fidanzata? Ho saputo che fai il pompini al tuo ragazzo, troia. Dovresti essere contenta se ti guardano.

Ovvio che ti molestano, guarda come ti vesti. Vestita così sembri una suora. Non ti sembri volgare? Ma non è che sei ninfomane? Ma non è che sei frigida? Che c’hai le tue cose? Non parlarmi così davanti ai miei amici. Sei una bella puledra da domare. Balli così per provocarmi. C’è posto nel tuo culo? Devi essere più dolce e ubbidiente.

Sei mia. Sei troppo intelligente. Che donna con le palle. Chissà con quel bel culo che carriera farai. Ho visto il suo curriculum, ma lo sa che lei ha proprio un bel faccino? A me serve una cozza intelligente. Oltre alla vista delle tue tette, hai altro da offrirmi? In ufficio sei stata qualificata come più che chiavabile. Sei stressata perché hai bisogno di una bella scopata. Signorina ci porterebbe un caffè? Non puoi andare a lavoro con quella gonna corta, distrai i colleghi. Perché ti vesti come un maschio? Perché ti vesti così sexy? Perché non ti vesti più sexy? Perché non ti copri un po’? Sei una figa di legno.

A pari livello preferiamo assumere un uomo. Scusa ma ci sei solo tu, non posso parlare con un uomo? Meglio i medici uomini. Meglio i capi uomini. Domani incontro dal cliente, mettiti bella scollata. Non vuoi avere figli? Sei una cattiva moglie. Sei una cattiva madre. Iniziano a venirti le rughe, ritocchino? Hai fatto stirare mio figlio? Che c’è per pranzo? Che c’è per cena? L’uomo è infedele per natura, la donna non può e non deve. Non metterti quella gonna se non ci sono io. Scopi con tutti, puttana. Ti amo piccola, per questo ti proteggo. Lasciami e ti ammazzo.

Sono frasi vere. Che ogni donna ha sentito anche solo una volta nella vita, che è comunque una volta di troppo. Non bisognerebbe aggiungere altro, basterebbe anche solo lasciarle così, nere su bianco, in tutta la loro evidenza, nella loro leggera e quotidiana violenza. Una prigione, semplicemente.

Se c’è bisogno di ricordarlo con le immagini, ancora, significa che le discriminazioni sui ruoli stereotipati e le trincee maschi contro femmine esistono in questo tempo e in questo luogo, più forti che mai.


Le persone intervistate in questo video ideato da Pietro Baroni e prodotto da LUZ non sono attori e le battute vengono fuori da situazioni realmente vissute. È il sessismo in tutta la sua banalità, quell’ordinaria tendenza a svilire le donne che purtroppo non sappiamo riconoscere e quindi non riusciamo a combattere. Continuiamo a subire ogni giorno, raccontando storie di donne ammazzate, di violenze fisiche, di lotte per la parità e guerre ostinate per conquistare diritti fondamentali sul lavoro e nella vita, ma ignoriamo quanto possa essere devastante un linguaggio sessista, fintamente innocuo. Non conosciamo quale drammatico effetto possa avere su quello che siamo e su quello che diventeremo.

Bisogna ripartire dall’educazione, basta toni irrispettosi e frasi ignobili.
Basta anche essere esposte a lunghe catene di insulti, decine di volte, più volte al giorno.
Da nessuna bocca dovranno più venire fuori umiliazioni e vessazioni: le parole formano i pensieri. E ai pensieri seguono le azioni.
Per combattere la cultura sessista, è necessario cambiare le nostre parole. Da adesso in poi non dite una parola che non sia d’amore, di vero amore.

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