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venerdì 18 febbraio 2011

Wikileaks: Anche l’Onu derideva l’attivista gay ucciso a martellate in Uganda

Il titolo della notizia di GIORNALETTISMO.COM è davvero MISTIFICAZIONE dell' informazione.
Tuttavia leggendo bene si trova che non era l'Onu a farsi beffa di David, ma un rappresentante ugandese ad un convegno organizzato con i soldi dell'Onu. E non è proprio la stessa cosa.

Il fatto che proprio i rappresentanti del governo ugandese, in quella sede, sbeffeggiassero David Kato che era lì a protestare in sede internazionale contro la persecuzione di cui è oggetto la comunità omosessuale ugandese da parte del suo governo, rende ancora più evidente il clima omofobo nel paese africano, "istituzionalizzato" a tutti i livelli ...

on particolare, dall'articolo di giornalettismo:
"Durante il suo discorso un membro della Commissione Ugandese per i diritti umani “scherzava apertamente e prendeva in giro” ( Kato)  con i promotori della legge, secondo il diplomatico. Il “meeting consultivo” nel dicembre 2009, organizzato con fondi ONU, doveva discutere la legge, che avrebbe imposto la pena di morte per l’”omosessualità aggravata” e l’imprigionamento a vita per gli adulti consezienti che praticano sesso omosessuale."


18 febbraio 2011
Un nuovo cable di Wikileaks denuncia: il paese africano è visceralmente omofobo, il principale combattente pro-LGBT fu prima preso in giro da tutti e poi ammazzato.

Un’ombra ulteriore si leva sull’omicidio di David Kato, attivista LGBT ugandese che è stato pugnalato a morte solo il mese scorso. Era stata la conclusione di una parabola che lo aveva visto in prima linea contro la legge ugandese che puniva in maniera severissima l’omosessualità praticata, arrestato in via preliminare, scarcerato dal tribunale in quella che era stata definita una sentenza storica per lo stato africano, mentre i giornali del paese chiedevano in prima pagina la sua uccisione.
MORTO – Che era, puntualmente, arrivata.
Era noto come “il nonno dei kuchus”, come le persone gay si definiscono in Uganda, un coraggioso e combattivo attivista che ha guidato la battaglia dei diritti per più di una decade. David Kato è andato in galera per ciò che credeva, e in tribunale, vincendo la sua più grande battaglia tre settimane fa contro un giornale che aveva chiesto che fosse impiccato. Ma mercoledì pomeriggio ha pagato il prezzo più grande: è stato picchiato a morte con un martello nella sua casa di Kampala, sconvolgendo la comunità gay e dei diritti umani locale e all’estero. SEGUE

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