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giovedì 17 febbraio 2011

Palermo, punì alunno:carcere a prof

Potremmo supporre da questo titolo che la prof in questione ha usato mezzi di punizione violenti e inappropriati nei confronti di un povero alunno, maltrattandolo e abusando della sua posizione di educatrice...

Ma la realtà, orribilmente,  è  invece ben altra, come si evince dall'articolo pubblicato oggi, con link di riferimento ai precedenti della vicenda.

Tutta la mia solidarietà personale, ma anche professionale, va decisamente all'insegnante. Della cui sensibilità pare che il giudice non si sia affatto preoccupato, considerandola rea di avere, con gli scarsissimi mezzi a lei disponibili ( la scuola italiana non brilla certo da questo punto di vista) e nella sua funzione professionale ed educativa, cercato di fornire i rudimenti di un'educazione civile al suo alunno per farne un cittadino elementarmente rispettoso della sensibilità e della vita del suo prossimo.

da TGCOM cronaca di oggi

Gli fece scrivere "Sono un deficiente"

Una professoressa di 59 anni oggi in pensione è stata condannata a un anno di carcere per abuso dei mezzi di correzione dalla Corte d'appello di Palermo. Nel 2006 Giuseppa Valido fece scrivere a un alunno che riteneva un bullo, per cento volte, "sono un deficiente" sul quaderno.  E il padre la denunciò. Il ragazzino, all'epoca 11enni, con due compagni aveva impedito ad un altro di entrare nel bagno dei maschi "perché sei una femminuccia, un gay".
Così, quella che per quella donna minuta ma molto decisa doveva essere una lezione di vita a uno studente si è trasformata in una punizione per lei. L'imputata, docente di lettere, non andrà in carcere, essendoci la sospensione della pena e il condono, ma per la difesa è un brutto colpo. Soprattutto dopo l'assoluzione in primo grado. Il giudice aveva stabilito nella sentenza che "   il non intervenire avrebbe significato che condotte vessatorie a danno dei più deboli sarebbero state comunque accettate".

Ma in Appello le cose sono andate diversamente. Per la Corte si è trattato "di un uso non sproporzionato del potere di intervento pedagogico-disciplinare sul minore".

L'avvocato della difesa, Sergio Visconti, annuncia il ricorso in Cassazione. Mentre esulta il padre del giovane costretto alla punizione, Vincenzo C., imprenditore nel settore delle demolizioni di auto, che sulle prime aveva risposto per le rime, dando della "c…" alla professoressa. L'uomo si era molto arrabbiato per la vicenda al punto da far visitare il figlio al quale era stato diagnosticato un vero e proprio shock. Gli psicologi dell'azienda sanitaria avevano segnalato il fatto alla direzione della scuola e alla Procura.

A Giuseppa Valido, che non si è mai pentita del gesto, ora non resta neppure la consolazione di aver dato una lezione di... ortografia. Lo studente ha scritto per ben cento volte "deficiente" senza "i".

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