Vivere per la proposta di legge Eutanasia Legale

Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

Piano improvisation di Salvatore Maresca Serra

Alba Montori su Facebook

mercoledì 22 dicembre 2010

Vietato in Cina l'uso della lingua inglese sui media

 
Notizia ANSA     

CINA: PECHINO VIETA USO LINGUA INGLESE SU MASS MEDIA
Per preservare la 'purezza' della lingua cinese, giornali, riviste, libri e siti web in Cina non potranno più utilizzare parole inglesi. E' quanto hanno deciso le autorita' pechinesi sottolineando che l'uso degli inglesismi 'distrugge uno sviluppo linguistico e culturale sano e armonioso, ed esercita un influsso negativo sulla società'.

da http://www.bbc.co.uk/news/world-asia-pacific-12050067

China bans English words in media

A newsstand vendor in China China's state press and publishing body says the use of foreign words is eroding the purity of Chinese
 
 
China has banned newspapers, publishers and website-owners from using foreign words - particularly English ones.
China's state press and publishing body said such words were sullying the purity of the Chinese language.
It said standardised Chinese should be the norm: the press should avoid foreign abbreviations and acronyms, as well as "Chinglish" - which is a mix of English and Chinese.
The order also extends existing warnings that applied to radio and TV.
China's General Administration of Press and Publication said that with economic and social development, foreign languages were increasingly being used in all types of publications in China.
It said such use had "seriously damaged" the purity of the Chinese language and resulted in "adverse social impacts" on the cultural environment, reported the People's Daily newspaper.
If words must be written in a foreign language, an explanation in Chinese is required, the state body said.

LINGUE E PROIBIZIONI

Media cinesi, divieto d'inglese 

Pechino: va «preservata» la purezza della nostra lingua

LINGUE E PROIBIZIONI
Media cinesi, divieto d'inglese
Pechino: va «preservata» la purezza della nostra lingua


Inglese vietato sui media cinesi, per preservare la «purezza» della lingua dei mandarini. Lo ha annunciato un ente governativo di Pechino, (riecheggando peraltro analoghi provvedimenti, anche se meno coercitivi, introdotti in altri Paesi come la Francia). Il crescente utilizzo di parole e sigle in inglese «mina seriamente la purezza della lingua scritta e parlata cinese», secondo una direttiva emanata lunedì dall'Amministrazione generale della stampa e pubblicata oggi dai giornali. L'uso degli inglesismi «distrugge uno sviluppo linguistico e culturale sano e armonioso, ed esercita un influsso negativo sulla società», rende noto l'istituzione. Pertanto, «è vietato introdurre parole straniere in pubblicazioni scritte in cinese e creare neologismi di significato poco chiaro». Le aziende che violano la direttiva si esporranno a «sanzioni amministrative», che però non vengono specificate. Una serie di acronimi inglesi sono utilizzati regolarmente dai media cinesi, come la Lega americana di basket Nba, o il Pil per il prodotto interno lordo.
CI VUOLE LA TRADUZIONE - L'Amministrazione generale della stampa ha comunque lasciato la possibilità di utilizzare le parole straniere, «se necessario», ma solo se seguite da una traduzione o una spiegazione in cinese. L'Amministrazione generale per la stampa e le pubblicazioni (Gapp), l'agenzia governativa incaricata di controllare il settore, citata dalla stampa, scrive che «le parole straniere mischiate con quelle cinesi danneggiano gravemente la purezza della lingua cinese e turbano l'altrimenti sano e armonioso ambiente culturale». L'uso di alcune parole come «cool» («forte», «alla moda») o di abbreviazioni inglesi come Cpi (indice dei prezzi al consumo, la misura dell'inflazione) o Gdp (Prodotto interno lordo) sono frequenti nella lingua parlata cinese e sono largamente usati anche dalla stampa e nei libri, in particolare in quelli di economia. Dong Sheran, un professore dell'Università di lingue di Pechino, citato dal quotidiano Global Times, esprime un giudizio critico sul decreto: «Viviamo in un mondo - sostiene - nel quale le parole nuove arrivano così in fretta che non si fa a tempo tradurle... la comunicazione globale non è un linguaggio chiuso alle parole straniere».

22 dicembre 2010

1 commento:

AMg ha detto...

Se qualcuno poteva avere qualche dubbio sull'autoritarismo dittatoriale e neoimperialista della Cina, in sintesi dittatura ( nel più collaudato stile nazifascista e/o staliniano), credo che questa notizia possa chiarirlo definitivamente.
Auguri ai cinesi...e anche a noi, visto che la Cina è probabilmente lo stato puù popolato e più potente del pianeta.