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sabato 8 maggio 2010

BONINO:un mese dopo le elezioni regionali

 DOPO LA SCONFITTA HO PIANTO

• da Corriere della Sera - ed. Roma del 7 maggio 2010

A più di un mese dalle regionali, Emma Bonino torna a parlare del suo ruolo nella politica del territorio, partecipando al convegno «Roma e Lazio - Un impegno che continua» questo pomeriggio all'hotel dei Congressi dell'Eur, insieme ai senatori del Pd Riccardo Milana e Lucio D'Ubaldo, e all'assessore provinciale al Turismo, Patrizia Prestipino. La vicepresidente del Senato, in un lungo intervento, torna ai momenti successivi al voto e confessa di aver «pianto e sofferto moltissimo. Sono sabauda, il pudore è uno dei miei tratti caratteristici e quindi ho governato i miei sentimenti. Ma ho pianto di pura rabbia perché sono convinta che in realtà abbiamo combattuto una battaglia non democratica». Bonino, poi, ritiene che "la campagna elettorale è stata vinta da Berlusconi, sceso in campo quando ha capito che era in gioco non solo la Roma-Latina, ma un consenso elettorale che gli serviva per i suoi progetti di riforma. Poi è scivolato su Scajola...».
REGIONE, BONINO NON SI ARRENDE. "NON MI DISTRARRÒ, SONO UTILE AL LAZIO"

• da La Repubblica - ed. Roma del 7 maggio 2010

di Laura Serloni


«Ci ho pianto, ci ho pianto moltissimo. E ho provato tanta rabbia per quella sconfitta. Sono di famiglia sabauda e mi hanno insegnato che certe emozioni si tengono dentro».
Confessa la vicepresidente del Senato, Emma Bonino di aver sofferto per il risultato elettorale che ha consegnato alle regionali la vittoria al centrodestra, guidato da Renata Polverini.
«Sono convinta che abbiamo combattuto una battaglia non democratica perché la campagna è stata fatta da Berlusconi in persona che quando ha capito la posta in gioco ha monopolizzato tutti gli spazi possibili,
facendo un'occupazione manu militari delle tv - chiosa la Bonino che a 40 giorni dalle elezioni torna a parlare delle regionali al convegno organizzato all'Eur dal Pd "Roma e il Lazio, un impegno che continua".
E assicura che non si distrarrà dalla Capitale e che terrà alta l'attenzione sul territorio «proprio per questo - dice - ritengo di avere maggiore agibilità stando in Senato in una triangolazione con i consiglieri regionali eletti». E già si è messa al lavoro "la secchiona" Emma. «Abbiamo stanato Alemanno sulla manovra con Tremonti - dice - E abbiamo fatto ricorso alla Corte dei Conti per danno erariale sulla possibilità che il consiglio del Lazio passi da 70 a 73 consiglieri».
Un dibattito organizzato per riflettere sì sul risultato elettorale ma anche per capire quali saranno i futuri passi da muovere sullo scacchiere politico per riportare la gente al voto e per fare una proficua opposizione.
Fa autocritica il senatore Riccardo Milana. «Non abbiamo governato il Lazio nella giusta maniera e non abbiamo fatto quello che le persone si aspettavano. Non c'è una categoria con la quale abbiamo parlato durante la campagna elettorale che parlasse bene degli assessori che avevano governato. Ci chiedevano un segno di discontinuità, un cambio radicale».
Poi ammette: «Basta al balletto dei vecchi nomi o a chi ha fatto il modello Roma, guardiamo ai giovani e ai talenti che abbiamo nel partito». Fa poi un affondo sulla cosiddetta "luna di miele" dei primi 100 giorni di governo: «Ne sono passati poco meno della metà e già la Polverina ha avuto una falsa partenza che vedrà il rimpasto di giunta». E riflette invece sui motivi della sconfitta il senatore, che proviene dalle fila dell'ex Margherita, Lucio D'Ubaldo: «Emma Bonino ha combattuto una battaglia impari. Sbaglia chi pensa sia stato il voto dei cattolici a determinarne la sconfitta. Il vero motivo risiede piuttosto nel grande connubio, senza alcun discrimine a destra, tra Udc e Pdl». Al convegno, diretto dal consigliere municipale
Vincenzo Vecchio e al quale ha partecipato anche l'assessore provinciale Patrizia Prestipino, tutti d'accordo su uno dei punti fermi della battaglia di Emma: la campagna per la trasparenza. «Facciamo un'anagrafe pubblica per i nostri eletti regionali -propone la Bonino e intanto andiamo avanti con una proposta di legge di iniziativa popolare». E siccome il partito non è una chiesa», dice la senatrice, suggerisce ai militanti del Pd di iscriversi anche a quello radicale. «E se lo statuto del Pd lo permettesse, non avrei problemi a prenderne la tessera», ammette Emma com'è nel suo stile, sincera e schietta.

EMMA BONINO: "TRE PROPOSTE PER RILANCIARE ROMA E IL LAZIO"

• da Il Messaggero del 7 maggio 2010


«Dopo la sconfitta ho pianto moltissimo, ci ho sofferto molto ma sono di cultura sabauda e quindi sono stata riservata». La confessione è della vicepresidente del Senato, Emma Bonino, che ieri ha partecipato
all'iniziativa "Roma e Lazio, un impegno che continua" organizzata all'Eur dai circoli dei Pd. «Ho pianto di rabbia, sono convinta che abbiamo combattuto una battaglia non democratica. Abbattiamo gli stereotipi per cui si vince con il programma. Ma per favore. Questa campagna è stata vinta da Berlusconi che, quando ha capito che in gioco non c'era la Roma-Latina, ma un consenso che gli serviva per altri equilibri nazionali ha fatto l'unica cosa che fare: non sa governare ma sa fare campagna elettorale e ne ha i mezzi. Ha occupato manu militari le tv». La Bonino, insieme ai senatori Riccardo Milana e Lucio D'Ubaldo, e all'assessore provinciale Patrizia Prestipino, ha rilanciato anche tre proposte per l'opposizione nel Lazio: «L'istituzione dell'anagrafe pubblica degli eletti, partiamo facendola per i nostri consiglieri e poi lanciamo una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare: un appuntamento alla metà di luglio nel quale fare un punto della situazione su quelle che sono le possibilità di azione su temi come il nucleare, il lavoro e l'occupazione; e all'inizio della prossima settimana andrò a Bruxelles; per due giorni per analizzare cosa vuol dire concretamente Lazio Regione d'Europa, vedendo quali sono i fondi a disposizione».
Il senatore Milana ha lanciato un invito a Fazzone del Pdl: «Emma Bonino ha rinunciato a tutti i privilegi dell'essere stata anche solo per poche ore consigliere regionale, tutti gli emolumenti compresa una pensione da qualche migliaio di euro. Chiedo al senatore Fazzone di fare la stessa cosa».
Al Pd: «La nostra giunta non ha fatto ciò che la gente si aspettava da noi. Io sono stato il coordinatore della campagna elettorale della Bonino, abbiamo ascoltato tutte le categorie e nessuna ci ha parlato bene dell'assessore uscente. Ci dicevano: l'importante è la discontinuità. Nel Pd serve un cambio generazionale».


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