quella che segue è un'importante iniziativa promossa da una coppia gay di
Savona che ha lo scopo di porre all'attenzione della classe politica la
necessità di superare i limiti di diseguaglianza purtroppo ancora esistenti
in Italia.
E' un segnale di civiltà e di forza morale contro le ingiustizie e le
discriminazione nei confronti delle coppie gay che chiedono di essere
riconosciute nell'ambito della loro unione.
Grati per l'attenzione che vorrete dedicare all'iniziativa, invio cordiali
saluti,
Sergio Rovasio
Segretario Associazione Radicale Certi Diritti
www.certidiritti.it
Prosegue la battaglia di Francesco Zanardi e Manuel Incorvaia per il
riconoscimento giuridico della loro unione.
Dopo l'invio al presidente della Repubblica Napolitano e la pubblicazione
su Facebook che ha registrato una valanga di consensi, la coppia omosessuale
di Savona ha inviato una lettera (tradotta in francesce e inglese) ad oltre
700 eurodeputati.
A sostegno della lotta di civiltà di Manuel e Francesco, importanti
associazioni nazionali e internazionali.
Segue copia della lettera, con preghiera di pubblicazione.
Questa lettera è stata spedita oggi a 737 tra eurodeputati italiani
ed europei.
Lettera APERTA agli eurodeputati italiani e a tutti i deputati europei
Signor deputato,
Le scrivo per porgere alla Sua attenzione un caso significativo, per il
quale la nostra Nazione è già stata più volte richiamata, uno dei tanti che
offusca da anni il prestigio della Repubblica Italiana agli occhi degli altri
Paesi dell'Europa unita.
Io, cittadino italiano, omosessuale, vorrei potermi sentire davvero
fiero di questo mio Stato, ma stando così le cose non riesco a sentirmi tale
poiché non vedo riconosciuti alcuni dei miei fondamentali diritti costituzionali
come quello di potermi unire in matrimonio con la persona che amo e di poterla
tutelare, diritto tra l'altro giustamente concesso e riconosciuto praticamente tutto
il resto dell'Europa.
Il mio nome è Francesco Zanardi, ho 39 anni, sono di Savona. Il mio
compagno è Manuel Incorvaia, 22 anni, anche lui di Savona.
Non scriviamo per chiedere un riconoscimento legale dovuto ad un capriccio
personale o ad un'altra futile scusa, ma perché ne abbiamo realmente
bisogno, e come noi tantissime altre coppie dello stesso sesso.
Una sera, durante un viaggio in Grecia io, Francesco, sono stato quasi
ridotto in fin di vita e Manuel, il mio amato compagno, ha rischiato di
perdere, non solo me, la persona che ama, ma gran parte del rapporto
concreto costruito in anni di convivenza.
Ma non solo: Manuel perdendo me, suo unico bene e punto di riferimento,
avrebbe perso il senso stesso della sua vita.
Infatti , se fossi deceduto in seguito ad un'aggressione omofobica subita,
Manuel si sarebbe trovato in mezzo alla strada e la casa dove abbiamo
vissuto assieme per tanto tempo, non avrebbe potuto più essere sua,
poiché sono io il titolare di tutti i contratti ad essa relativi e lui, giuridicamente,
"non esiste".
Noi non chiediamo niente di più, rispetto agli altri, vorremmo solo il
riconoscimento legale del diritto al matrimonio, peraltro già sancito dalla
carta Costituzionale e applicabile ad ogni cittadino italiano.
Vorremmo infatti farLe notare, anche se Lei li conoscerà benissimo, quanto
contenuto in alcuni articoli della Costituzione Italiana e della carta dei
diritti:
Art. 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'unione europea vieta ogni
forma di discriminazione:
COMPRESA QUELLA BASATA SULL'ORIENTAMENTO SESSUALE.
La risoluzione dell'8 febbraio 1994 del Parlamento Europeo raccomanda di
far cessare la proibizione a contrarre matrimonio alle coppie dello stesso
sesso e invita a garantire loro tutti i diritti e benefici dell'istituto matrimoniale
e i correlati obblighi e doveri.
Da allora ci sono stati ripetuti solleciti e raccomandazioni in merito:
l'Italia è stata anche richiamata, ma non ha fatto NULLA.
L'Italia ha sottoscritto il trattato di Lisbona, che prevede tutela per le
minoranze discriminate, anche per gay lesbiche e trans. Ovviamente anche su
questo l'Italia è inadempiente.
Articolo 3 della Costituzione.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica
e sociale del Paese.
Articolo 7 della Costituzione.
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti
e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei
Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione
costituzionale.
Quindi mi ritrovo a chiedereLe, egregio deputato, per quale motivo certe
importanti leggi italiane o dell'Europa unita, non vengano applicate.
Non servirebbero referendum o votazioni di massa, in quanto tali leggi sono
all'interno della Costituzione, accettata e voluta dall'Assemblea
Costituente. È un po' come la bibbia dei laici: che piaccia o meno, nella
Costituzione è scritto che la famiglia esiste già, indipendentemente dal
sesso dei due individui primi, è anche scritto (articolo 3) che la Chiesa o
chi per essa deve restare fuori dalla sfera politica.
Alla luce di questi fatti la domanda è: perché tanto egoismo e cecità verso
l'amore, visto che riconoscere la nostra unione civile non comporterebbe
alcunché se non l'applicazione di sacrosanti diritti?
Le ovvie ragioni parlano direttamente al cuore: solo chi ha visto in faccia
la morte, chi è arrivato al tragico punto di desiderare di non svegliarsi
il giorno dopo, ritenendo inutile e meschina la propria esistenza, solo
costoro possono capire appieno certe cose.
Solo chi ha sofferto può conoscere la sofferenza.
Il nostro rapporto è unico e speciale e poiché nella nostra storia ci sono
anche implicazioni serie di salute, pensiamo sia giusto offrirci
reciprocamente la possibilità di vedere riconosciuti diritti pari a tutti
gli altri cittadini di questo Paese.
La nostra vita non è facile, non è stata facile e probabilmente non lo sarà.
Noi siamo tutto ciò che abbiamo. Vorremmo poterci aiutare e soccorrere, in
salute e malattia, ricchezza e povertà come tutte le coppie del mondo che si
amano.
A nome mio, di Manuel e dei molti cittadini omosessuali e non che sostengono
la nostra causa, porgo i più sinceri e cordiali saluti.
Francesco Zanardi e Manuel Incorvaia Savona 10/11/2009
Savona che ha lo scopo di porre all'attenzione della classe politica la
necessità di superare i limiti di diseguaglianza purtroppo ancora esistenti
in Italia.
E' un segnale di civiltà e di forza morale contro le ingiustizie e le
discriminazione nei confronti delle coppie gay che chiedono di essere
riconosciute nell'ambito della loro unione.
Grati per l'attenzione che vorrete dedicare all'iniziativa, invio cordiali
saluti,
Sergio Rovasio
Segretario Associazione Radicale Certi Diritti
www.certidiritti.it
Prosegue la battaglia di Francesco Zanardi e Manuel Incorvaia per il
riconoscimento giuridico della loro unione.
Dopo l'invio al presidente della Repubblica Napolitano e la pubblicazione
su Facebook che ha registrato una valanga di consensi, la coppia omosessuale
di Savona ha inviato una lettera (tradotta in francesce e inglese) ad oltre
700 eurodeputati.
A sostegno della lotta di civiltà di Manuel e Francesco, importanti
associazioni nazionali e internazionali.
Segue copia della lettera, con preghiera di pubblicazione.
Questa lettera è stata spedita oggi a 737 tra eurodeputati italiani
ed europei.
Lettera APERTA agli eurodeputati italiani e a tutti i deputati europei
Signor deputato,
Le scrivo per porgere alla Sua attenzione un caso significativo, per il
quale la nostra Nazione è già stata più volte richiamata, uno dei tanti che
offusca da anni il prestigio della Repubblica Italiana agli occhi degli altri
Paesi dell'Europa unita.
Io, cittadino italiano, omosessuale, vorrei potermi sentire davvero
fiero di questo mio Stato, ma stando così le cose non riesco a sentirmi tale
poiché non vedo riconosciuti alcuni dei miei fondamentali diritti costituzionali
come quello di potermi unire in matrimonio con la persona che amo e di poterla
tutelare, diritto tra l'altro giustamente concesso e riconosciuto praticamente tutto
il resto dell'Europa.
Il mio nome è Francesco Zanardi, ho 39 anni, sono di Savona. Il mio
compagno è Manuel Incorvaia, 22 anni, anche lui di Savona.
Non scriviamo per chiedere un riconoscimento legale dovuto ad un capriccio
personale o ad un'altra futile scusa, ma perché ne abbiamo realmente
bisogno, e come noi tantissime altre coppie dello stesso sesso.
Una sera, durante un viaggio in Grecia io, Francesco, sono stato quasi
ridotto in fin di vita e Manuel, il mio amato compagno, ha rischiato di
perdere, non solo me, la persona che ama, ma gran parte del rapporto
concreto costruito in anni di convivenza.
Ma non solo: Manuel perdendo me, suo unico bene e punto di riferimento,
avrebbe perso il senso stesso della sua vita.
Infatti , se fossi deceduto in seguito ad un'aggressione omofobica subita,
Manuel si sarebbe trovato in mezzo alla strada e la casa dove abbiamo
vissuto assieme per tanto tempo, non avrebbe potuto più essere sua,
poiché sono io il titolare di tutti i contratti ad essa relativi e lui, giuridicamente,
"non esiste".
Noi non chiediamo niente di più, rispetto agli altri, vorremmo solo il
riconoscimento legale del diritto al matrimonio, peraltro già sancito dalla
carta Costituzionale e applicabile ad ogni cittadino italiano.
Vorremmo infatti farLe notare, anche se Lei li conoscerà benissimo, quanto
contenuto in alcuni articoli della Costituzione Italiana e della carta dei
diritti:
Art. 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'unione europea vieta ogni
forma di discriminazione:
COMPRESA QUELLA BASATA SULL'ORIENTAMENTO SESSUALE.
La risoluzione dell'8 febbraio 1994 del Parlamento Europeo raccomanda di
far cessare la proibizione a contrarre matrimonio alle coppie dello stesso
sesso e invita a garantire loro tutti i diritti e benefici dell'istituto matrimoniale
e i correlati obblighi e doveri.
Da allora ci sono stati ripetuti solleciti e raccomandazioni in merito:
l'Italia è stata anche richiamata, ma non ha fatto NULLA.
L'Italia ha sottoscritto il trattato di Lisbona, che prevede tutela per le
minoranze discriminate, anche per gay lesbiche e trans. Ovviamente anche su
questo l'Italia è inadempiente.
Articolo 3 della Costituzione.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica
e sociale del Paese.
Articolo 7 della Costituzione.
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti
e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei
Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione
costituzionale.
Quindi mi ritrovo a chiedereLe, egregio deputato, per quale motivo certe
importanti leggi italiane o dell'Europa unita, non vengano applicate.
Non servirebbero referendum o votazioni di massa, in quanto tali leggi sono
all'interno della Costituzione, accettata e voluta dall'Assemblea
Costituente. È un po' come la bibbia dei laici: che piaccia o meno, nella
Costituzione è scritto che la famiglia esiste già, indipendentemente dal
sesso dei due individui primi, è anche scritto (articolo 3) che la Chiesa o
chi per essa deve restare fuori dalla sfera politica.
Alla luce di questi fatti la domanda è: perché tanto egoismo e cecità verso
l'amore, visto che riconoscere la nostra unione civile non comporterebbe
alcunché se non l'applicazione di sacrosanti diritti?
Le ovvie ragioni parlano direttamente al cuore: solo chi ha visto in faccia
la morte, chi è arrivato al tragico punto di desiderare di non svegliarsi
il giorno dopo, ritenendo inutile e meschina la propria esistenza, solo
costoro possono capire appieno certe cose.
Solo chi ha sofferto può conoscere la sofferenza.
Il nostro rapporto è unico e speciale e poiché nella nostra storia ci sono
anche implicazioni serie di salute, pensiamo sia giusto offrirci
reciprocamente la possibilità di vedere riconosciuti diritti pari a tutti
gli altri cittadini di questo Paese.
La nostra vita non è facile, non è stata facile e probabilmente non lo sarà.
Noi siamo tutto ciò che abbiamo. Vorremmo poterci aiutare e soccorrere, in
salute e malattia, ricchezza e povertà come tutte le coppie del mondo che si
amano.
A nome mio, di Manuel e dei molti cittadini omosessuali e non che sostengono
la nostra causa, porgo i più sinceri e cordiali saluti.
Francesco Zanardi e Manuel Incorvaia Savona 10/11/2009
5 commenti:
Da: alba montori
Oggetto: x Orgoglio e... pregiudizi
A: "gaya.cronisti_nf"
Data: Giovedì 30 giugno 2005, 19:34
---Una premessa: questo pezzo è stato scritto, come sempre, con qualche giorno di anticipo, ma ve lo mando lo stesso nella sua stesura originale, pechè spero che sia di buon augurio, non solo a Doriano e Vittorio, ma a tutti quell** che hanno "intelletto d'amore".
Con questo spirito vi prego di leggerlo e di diffonderlo.
---- segue
---segue
Doriano "SI SPOSA" con Vittorio il 30 giugno prossimo a Roma.
Sono davvero felice che almeno attraverso NGL, GayLib e alcuni giornalisti dell'area LGBT l'azione coraggiosa di "obbedienza civile" di Doriano Galli e Vittorio Dragone abbia la considerazione che merita.
Doriano non è nato ieri, come me del resto, e compirà la sua azione di "ubbidienza civile", non per smania di protagonismo, o alla ricerca di vantaggi economico-sociali particolari (come pure qualcuno ha avuto la sfrontatezza di insinuare) ma perchè crede fermamente che sia un suo dovere, oltre che diritto, comunque metterla in pratica, come atto d'amore.
Certo sarà senz'altro una vittoria importante per tutti, a cominciare dalla intera comunità LGBTQ italiana, se attraverso NGL, GayLib, le mailing list, il web ( anni fa non c'era, ahimé) sarà possibile coinvolgere la stampa di tutte le tendenze e i colori, per riuscire a per far conoscere, poter diffondere l'informazione sugli aspetti legali utili a tutti di questo atto: informazione censurata, anzi negata per anni dalla sinistra, come da tutti gli altri, radicali compresi, salvo alcuni, troppo pochi.
Meglio, per tutta la comunità LGBTQ varia e variegata, ma non solo: ogni cittadino per sentirsi tale non può prescindere dal conoscere le regole, le leggi; è indispensabile per decidere e per agire responsabilmente, e chi ha nascosto, scientemente, informazioni importanti, chi al loro posto fornisce da anni favole o peggio, si è caricato di una gravissima responsabilità politica, sociale ed etica, che inficia la sua credibilità e quella dei politici in generale.
Come è arcinoto non mi va più da anni di dover scegliere di "parteggiare" per l'uno o per l'altro gruppo iscrivendomi ad una o a un'altra associazione (sono antiproibizionista e basta) desidero solo liberamente cercare di riunire concorde-mente le stelle sparse della galassia LGBTQ, perchè brillino assieme alle altre in un bel sistema solare per la gioia di tutti...
---segue
----segue
Su "matrimonio" /pacs credo di aver da un pezzo divulgato all'interno della comunità tutta l'informazione (legale) di cui ero a conoscenza, suscitando quasi sempre incredulità, scetticismo (addirittura risate, recentemente in un seminario LGBTQ a Roma), quasi sempre un atteggiamento di sicumera degno di miglior causa.
Ma... anche la comunità LGBTQ è umana e perciò non immune da pregiudizi: chi ha una fede di qualunque genere, politico compreso, non gradisce dimostrazioni della vacuità delle sue "sacre " posizioni. Ciò che non conosce non esiste e pertanto si rifiuta anche di provare a controllare.
Così ho ripreso a parlarne in web e in pubblico dall'apparire del "problema Pacs", ma la questione nacque nell'ormai lontano 1976 e proprio all'interno del gruppo Fuori!/Roma. Tra l'altro inventammo allora, Claudio Mori ed io, il primo consultorio LGBTQ con tanto di esperti a disposizione -che adesso si chiamerebbe counseling- , che poi Doriano Galli (quando abbiamo chiuso per stress da superlavoro di volontariato vero) ha proseguito al FuoriAurelio.
Penso anche di aver citato fino allo spasimo a tutti, Santandrea e Grillini compresi, oltre che al Presidente Ciampi, l'art.3 e 27 della Costituzione, nonché gli articoli del codice civile sulla famiglia e sul matrimonio.
E Grillini ha pure tentato di spiegarmi che ci vuole proprio il Pacs, manca la legge "applicativa, per l'appunto il Pacs".
Ma perchè la Costituzione "non esiste" e il codice Civile "è pura fantasia" ?
Vogliamo scherzare?
Oltretutto il Pacs ( a cominciare dal progetto Grillini-DS) sancirebbe proprio la disuguaglianza tra cittadini in base al "con chi" vogliono metter su famiglia"!
Assolutamente improponibile in un paese civile.
----segue
---segue
Ma testardamente continuo ad insistere, non credo che smetterò con buona pace di Arcigay e compagni, finchè non avremo raggiunto l'obbiettivo di "fare una famiglia" con chi vorremo farlo, con tutte le tutele legali, già riconosciute dalla legge, per tutti, uguali a quelle degli altri, omosessuali e trans compresi e finchè tutti non ne saranno al corrente.
Da tutto ciò che ho scritto e detto al riguardo in questi anni non può non risultare evidente che volevo rendere impossibile per chiunque non fosse in malafede non evincere che la "questione Pacs", ovvero "matrimonio gay", cavallo di battaglia politica di Arcigay, Grillini&Affini, è una questione squisitamente capziosa.
Essa serve cioè a creare un obbiettivo "bello e impossibile" su cui far confluire ( leggi attrarre) le forze ( nel caso quelle LGBTQ ) che rivendicano il rispetto di diritti civili, specie nell'area della sinistra, ma assolutamente falso, o meglio vano perchè già in possesso di chi lo persegue, per controllare e usare (anche a scopo elettorale o peggio di lucro) le potenzialità politiche del popolo omosex insomma.
Un falso obbiettivo, insomma, psicologicamente attraente, ma che dimostra a mio avviso la scarsa considerazione umana in cui si tiene il cittadino LGBTQ, che si considera massa da usare, ancorchè "diversa". Come le donne del resto.
Un tipo di strategia "politica" molto in voga da sempre in Italia, in varie aree di colori diversi, e premiata da molti successi elettorali di cosiddetto "centro-sinistra"; frutto probabilmente delle sottigliezze dottrinarie anni '60 di cui si sono nutriti i rampolli della intellighenzia politica nostrana nelle scuole e collegi dei gesuiti oltre che di partito, ha prodotto brillanti carriere (politiche, mei media e nei grandi enti pubblici) che fruttificano tuttora rigogliosamente.
Come funziona? semplice: si catalizza l'attenzione ( e qui il controllo e la connivenza dei media sono fondamentali) su un "bisogno" (anche in-civile ma possibilmente ad effetto) "sentito" da una bella fetta della popolazione, poi si inserisce come "obbiettivo politico" nel programma del partito la "legge per risolvere il medesimo", su cui chiedere voti. Si costruisce l'"oggetto del desiderio" e su quello il consenso.... e poi la legge "ad hoc" !
A voti ottenuti, la legge viene sì presentata, ma l'iter parlamentare è così lungo, l'opposizione la contesta e ne blocca il percorso, non si riesce ad approvarla nella legislatura, slitta alla successiva, tra emendamenti, revisioni, finanziamento, costituzionalità, eccetera, diventa ben prima che venga promulgata tutt'altra da quella che avrebbe potuto celermente risolvere il "bisogno" di quelli che hanno votato il partito o il gruppo politico che aveva promesso di farlo.
Cito ad esempio la Legge 194: laddove bastava semplicemente depenalizzare l'aborto, come richiesto dalle donne e non solo, la legge prescrive l'aborto nelle strutture pubbliche...
Nel caso del "matrimonio gay" la legge c'è già, incredibile... e basta esigere che venga applicata, "senza se e senza ma".
--- segue
---segue
Pertanto sono assolutamente convinta del fatto che nessun Pacs, manco un pateracchio tra le varie proposte delle diverse parti politiche, verrà approvato a breve, tantomeno quello Grillini, e non perchè il governo e la maggioranza e il vaticano e Benito16 sono contrari, ma solo perchè è assolutamente inutile: c'è già, da un pezzo, basta solo usarlo, se si vuole.
Doriano e Vittorio il 30 giugno prossimo venturo,alle ore 9, a Roma in via Lepanto 4, renderanno pubblica la loro unione d'affetti " secondo il costume degli sposi" .
Dimostreranno a tutti coloro che vorranno esserci che la legge per "fare famiglia" c'è già, funziona, e chiunque può usarla.
Auguri e felicitazioni ad entrambi e a tutta la comunità varia e variegata.
Che sappia presto raccoglierne l'esempio !
Naturalmente queste parole volevano e vogliono essere un omaggio alla fierezza e al coraggio di vecchi e cari amici, compagni di molte lotte, che così pretendono di affermare, rendere vivi, quei principi di uguaglianza per cui ci battiamo su molti fronti da ormai quasi quarant'anni...
Ma il lieto fine ancora non c'è...
Basta un funzionario che oggi, 30 giugno 2005, si rifiuta di applicare la legge e fa a modo suo "obiezione di coscienza" : il "matrimonio, quel matrimonio, non s'ha da fare !"
Naturalmente la questione non finisce qui. Vi terremo informati.
Alba Montori giugno 2005
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