6 febbraio una giornata come tante: risveglio, il caffè che esce mentre lavo i piatti della sera precedente, rimasti lì, a mollo.
Perchè la sera prima subito dopo cena si è andati davanti a palazzo Chigi a tener compagnia a Mina, a Rita, a Benedetto, a Marco, a Marco, alle donne e agli uomini di buona volontà che man mano si aggiungevano, nella piazza illuminata dai lampioni e sempre più fredda ad aspettare che NON ne uscisse un decreto liberticida.
In un certo qual modo affettuoso a " fare il tifo". Una sorta di preghiera collettiva, laica.
Perché papà Beppino riesca dopo 17 lunghi, lunghissimi anni, a far rispettare la libertà di sua figlia Eluana.
Perchè ciascuno di noi possa conservare il sacrosanto diritto di scegliere di che morte morire senza che chicchessia si permetta di imporgli qualcosa di diverso dalla sua propria volontà.
Perchè ciascuno di noi, cittadini di una repubblica fondata sul lavoro ( il nostro) sia libero di scegliere la vita e la morte che ritiene giusta per sé, con la responsabilità di non imporre la propria scelta a nessun altro che a sé stesso, e ai suoi cari di farla rispettare se non può farlo da solo...
Malgrado i veti e le bestialità e le oscenità che si moltiplicano come un diluvio inarrestabile e che farneticano sulla sacralità della vita, del delitto di " toglier pane e acqua" a una povera giovane che "potrebbe persino fare figli" ( e non voglio osare di pensare come, visto che è in coma da 17 anni) .
Eluana è morta.
E' morta 17 anni fa e lo sa bene papà Beppino. Anche troppo.
Perché per 17 lunghi, lunghissimi anni, delle persone chiamate medici e suore e preti vari in strutture private " religiose" appositamente pagate dal servizio sanitario nazionale ( ovvero da noi tutti) si sono adoperate in ogni modo per alimentare nei suoi cari la speranza di un risveglio impossibile e surrettiziamente a mantenerne il corpo in una parvenza di "vita".
Una vita alla cui qualità, solo pochi maniaci supertiziosi e lontani anni luce da quell'ideale cristiano che ci sbattono in faccia ogni minuto, possono ormai seriamente attribuire un valore umanamente accettabile.
E con quale sfacciata arroganza c'è chi si ostina a chiamarla vita basta aprire giornale o veder tggi
di stato e non...
Che un governo della Repubblica pretenda di varare un decreto lampo per impedire ancora che sorella morte faccia il suo corso e il povero corpo martoriato che è stato di Eluana trovi pace finalmente come chiese e come desiderava, è cosa talmente contraria alla legge suprema della Repubblica che sancisce il diritto d'ognuno a decidere per sé vita e morte e esige che tale diritto sia da tutti rispettato, talmente contraria e inaccettabile che il Presidente ha deciso di non firmare nulla del genere, ammonendo nel contempo i proponenti di rispettare la Costituzione e il diritto civile alla libertà di sé dei cittadini italiani.
Bravo Napolitano!
Pennarello, cartello, siamo andati, due cittadini, una famiglia, a comunicarglielo, davanti casa: il Quirinale non è distante dalla nostra.
Quando qualcuno fa qualcosa di giusto, di questi tempi è bene dargli appoggio, apprezzarlo: è così difficile talvolta anche ottenere le cose più semplici come il rispetto del diritto di ciascuno a vivere e a morire come vuole.............
alba
Nessun commento:
Posta un commento