In un lavoro recente, Louis-Georges Tin, rivela che altri ricercatori occultavano alla meno peggio: la cultura eterosessuale non è sempre stata in odore di santità.
di Edna Castello
febbraio 2009
Ma cos'è questa mania dell'eterosessualità che non si stanca si esaltare l'amore tra uomini e donne in ogni modo? E di riempirci le orecchie continuamente di gondole a Venezia, di uomini, di donne, di intrecci amorosi etero? E di volerci far credere che tutto ciò è naturale.
Ebbene non lo è, siamo seri. Se le pratiche eterosessuali sono sempre esistite, l'espressione del sentimento dell'innamoramento eterosessuale non è stato ancora preso come valore. È ciò che apprendiamo ne l'invenzione della cultura hétérosexuelle, un lavoro di Louis-George Tin, fondatore della Giornata mondiale contro l'Omofobia e direttore del dizionario dell'omofobia. Le sue ricerche prendono avvio dal XIIe secolo, epoca dove inizia a svilupparsi la tradizione cortese, accolta piuttosto male dalla cultura dominante dell'epoca. “Nella società medioevale, virile e guerriera, gli affetti possono svilupparsi soltanto in un quadro maschile„, spiega Louis-George Tin con la sua voce soave, impostata, riconoscibile tra tutte. “Chi potrebbe prendere in considerazione una donna, oggetto socialmente disprezzato?„ Occorre perciò mettersi a vedere coppie omo ovunque? Certamente, no! Diciamo che questo culto dell'amicizia era vicino alla sentimento dell'innamoramento senza esserlo, un'ambiguità deliziosa insomma.
L'interesse del lavoro è in particolare di mostrare come l'etica cavalleresca, la chiesa e la medicina hanno opposto e istigato per secoli il concetto del rifuggire dall'esaltazione amorosa. La chiesa che arriva a considerare l'eterosessualità come un veicolo di malattie, quindi come una malattia essa stessa: “Ha cercato di evitare il pericolo del peccato carnale citando i medici per cui l'amore è una malattia.„ È allora interessante constatare che oggi la chiesa sostiene pervicacemente una cultura che ha a lungo denigrato. E insiste a cercare di farci credere che pratica eterosessuale e cultura omosociale sarebbero antagonistiche.
E il vincitore è…
Alla fine del XIX°secolo, gli psichiatri inventano una parola per designare una patologia psichica temibile: l'eterosessualità!
“Tuttavia, la passione eterosessuale è riuscita ad imporsi per ragioni che non si possono spiegare ma di cui si può rilevare il paradosso e l'inatteso.„ Imporsi, si può dirlo! Al punto da trionfare e bandire qualsiasi altra forma di cultura dell'innamoramento. “L'eterosessualizzazione di alcune opere di Shakespeare, ad esempio, è abbastanza spettacolare. I suoi sonetti contengono 126 poesie indirizzate ad un giovane uomo e 24 indirizzate ad una donna. E tuttavia, si sono dispiegati tesori d'immaginazione per nascondere il carattere bisessuale della raccolta. È una delle opere più importanti del XVI° secolo, ma la si cita molto poco.„ Occorrerebbe almeno rallegrarsi di vedere le donne così onorate? “Sicuramente no, risponde Louis-Giorgio Tin. Nella stessa epoca coesistono l'amore cortese e la caccia alle streghe. Si dice loro che sono inarrivabili a condizione che si conformino ad un ideale, altrimenti sono immonde. Quando si vogliono promuovere la donna e non le donne, è sempre sospetto.„ Ancora oggi la stragrande maggioranza delle società antropologicamente osservate non ruota attorno alla celebrazione della coppia uomo-donna. “Ma tutto è in contatto con la cultura europea„, aggiunge Louis-Giorgio Tin, “il nostro modello si è sparso in tutto il mondo.„
L'autore, che si aspettava una levata di scudi da parte di alcuni ricercatori conservatori, è stato un po'sorpreso. “Il libro ha ricevuto soltanto critiche positive. So che alcuni sono colpiti e che cercano il difetto. Ma finora, nessun'obiezione al lavoro è stata presentata.„ Il difetto è il fatto che Louis-George Tin lo ha individuato, aprendo una discussione nella storia delle sessualità: lo studio dell'eterosessualità. Un argomento fin troppo serio per essere lasciato ai soli eterosessuali…
L’invention de l’hétérosexualité de Louis-Georges Tin, Editions Autrement
Image: L’amour courtois. Miniatura del Codex Manesse, Zurich, XIV° secolo
Nessun commento:
Posta un commento