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Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

Piano improvisation di Salvatore Maresca Serra

Alba Montori su Facebook

martedì 13 gennaio 2009

Oggi, 13 gennaio 2009, alle 13 a piazza san Pietro.

Sono entrata dal colonnato, passando attraverso i varchi, ormai ci sono le transenne e i varchi per oltrepassarle, grazie all'11 settembre e al fatto che lo SCV è uno stato territoriale, straniero, piazzato nel cuore della mia città, Roma, Italia.

Al centro della piazza il teatrino del santo presepe, residuato del rito, ormai concluso da giorni nel suo consumismo buonista, del natale o compleanno di un figlio di dio, dio stesso pure umano, inventato e raccontato da circa 1700 anni; a stravolgerne la perfetta geometria dello spazio, a nasconderne il grande obelisco egizio vecchio di millenni, a ridurlo ad appoggio di una brutta capanna popolata di pupazzi....

E lì accanto, l'enorme pino nero strappato alle montagne con tutte le radici agghindato di luci e brillocchi, collocato da 10 anni sempre con precisione proprio nel posto dell' autodafe', del rogo di Ormando....

Il dolore, che è fatto di indignazione e pietà, per la morte di Alfredo è vivo nel mio cuore, anche dopo 11 anni, lo sento amico e non l'ho mai incontrato dal vero.
Anzi, più il tempo passa, più la mia indignazione aumenta e non riesco proprio a rassegnarmi.
Che una persona, intelligente e sensibile e amorosa, si sia sentita così disperata di poter esser mai amata e rispettata, soprattutto da quelli che credevano nel dio in cui lui credeva, dio d'amore gli avevano raccontato, per tutti, ma non per lui, indegno e osceno, perchè omosessuale...
Così disperata e offesa da decidere di bruciarsi proprio lì nel cuore mondiale della religione di quel dio che lui amava, ma che non lo amava e non consentiva fosse amato..
Così offeso e disperato da decidere ( ah, il libero arbitrio!)di partire dalla sua casa, dalla sua gente, traversare mezza Italia, per arrivare qui in questa piazza in una mattina di gennaio come questa, e venire qui, accanto all'obelisco, allora libero da alberi e capanne, con una tanica di benzina comprata con le ultime lire, scegliere il posto, versarsela addosso e darsi fuoco...
Non riesco a rassegnarmi al fatto che nessuno sia riuscito, e forse non abbia neanche tentato, di dargli aiuto, dargli affetto, dargli comprensione e rispetto, nessuno e nulla finché non è stato troppo tardi...
Neanche la magia di questa piazza, capolavoro unico al mondo, frutto della creatività e dell'intelligenza artistica della tecnica e della scenografia architettonica congiunte a presentare, sottolineandone forma significante e gigantesca, la gigantesca scultura architettonica della basilica dedicata alla più longeva potenza teocratica degli ultimi due millenni, la Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
O forse è stato proprio lo scenario magnifico e magniloquente del potere totalizzante di una religione, costruita e mantenuta per secoli su una teoria di invenzioni accattivanti e terrorizzanti, propagandate, imposte come verità assoluta e santa, alimentando negli esseri umani l'ignoranza e la sudditanza, attraverso la paura e il senso di colpa, la violenza organizzata, psicologica e fisica, dell'autoritarismo spirituale e temporale, assoluto.
Distruggendo irrimediabilmente negli esseri umani la dignità, la naturalità, il senso della gioia di vivere, la libertà e la responsabilità, in cambio della mistificazione del "libero arbitrio", che niente ha di libero.
Oggi eravamo in pochi, forse per la ricorrenza infrasettimanale, ma bandiere e fiori c'erano, come c'era un gentile "servizio d'ordine pubblico" probabilmente più numeroso di noi.
Una volta tanto ci sono state parole amichevoli, tra noi, niente discorsi ufficiali. E ho avuto la gioia di potere una volta tanto di poter mettere un paio di fiori proprio lì, nel posto di Alfredo, senza doverli solo lanciare oltre la transenna ( si perché il maxi pino e il presepe sono circondati da transenne). Dopo aver traversato da sola la piazza, ho trovato due o tre operai che stavano coccolando il famoso abete e così gli ho chiesto la cortesia di poggiarmeli lì, accanto alla base, dove non avrei potuto arrivare. E molto gentilmente si son passati fiori e quello che era proprio accanto al tronco li ha infilati tra le doghe in modo che fossero visibili dalle finestre di fronte...
E una volta tornata nel piccolo gruppo fermo nella parte anteriore della piazza, in Italia, tutti hanno lanciato i loro fiori oltre la recinzione: all'improvviso una folata di vento ha afferrato una delle bandiere dall'asta e l'ha fatta atterrare proprio in mezzo...

Un segnale, forse....

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