Vivere per la proposta di legge Eutanasia Legale

Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

Piano improvisation di Salvatore Maresca Serra

Alba Montori su Facebook

giovedì 11 dicembre 2008

NOTIZIARIO GAYA CsF 5 DICEMBRE 2008

IN NOME DEL SANTO NATALE ARRIVA PUNTUALE IL “PACCO” DEL VATICANO

Sabato 6 dicembre 2008, sit-in delle associazioni gay contro le posizioni del Vaticano, in P.zza Pio IX aRoma

IL VATICANO AVALLA LA PERSECUZIONE DEGLI OMOSESSUALI
Nel mondo 88 nazioni puniscono ancora legalmente l’omosessualità. In 7 di questi – Iran, Arabia Saudita, Yemen, Emitati Arabi Uniti, Sudan, Nigeria, Mauritania – gay e lesbiche sono puniti con la pena di morte. In Iran, proseguono nel silenzio generale del mondo le esecuzioni contro ragazzi
omosessuali, di solito impiccati sulla pubblica piazza. E come non avere davanti agli occhi, al tempo del regime talebano in Afghanistan, i corpi dei rei omosessuali legati ad un muro e schiacciati da camion che in corsa li investivano? E cosa dire delle lapidazioni, con piccoli
sassi per renderle più crudeli, subite da ragazze lesbiche?
Ecco a cosa si oppone il Vaticano: alla possibilità che questi nostri fratelli e sorelle abbiano salva la vita. Che nessuno possa più toccare una persona omosessuale e seviziarla, torturarla, rinchiuderla per anni in orrende prigioni.

Il ministro francese per i Diritti umani, Rama Yade e il suo governo hanno presentato una proposta per la depenalizzazione universale dell’omosessualità all’Assemblea generale dell’ONU. La proposta non ha carattere giuridicamente vincolante ed è stata sottoscritta sia dai 27 Paesi dell'Unione Europea – quindi anche dal Governo italiano – che da molti altri Paesi di tutti i continenti, all'insegna della non discriminazione.
L'osservatore permanente del Vaticano presso le Nazioni Unite, Celestino Migliore, il 1° dicembre 2008 ha spiegato che l'ONU non deve depenalizzare l'omosessualità
“perché ciò porterebbe a nuove discriminazioni, in quanto gli stati che non riconoscono le unioni gay verranno mesi alla gogna”. Si tratta di un vero e proprio atto di condanna a morte contro i milioni di gay e di lesbiche che hanno la sfortuna di abitare in questi paesi sanguinari.
Ci chiediamo perché la Chiesa si preoccupa del giudizio globale nei confronti di quei Paesi che praticano la violenza nei confronti degli omosessuali, anziché della vita di uomini e donne. Ai fedeli cattolici chiediamo solidarietà, chiediamo di esprimervi presso i vostri Consigli Pastorali, parroci, vescovi, affinché la dichiarazione di contrarietà all’abrogazione del reato di omosessualità sia ritirata, nel nome di quell’amore professato nel Vangelo e che annuncia con chiarezza il diritto alla vita, la contrarietà alla coercizione e alla pena di morte nei confronti di tutte le persone. Da oggi lo spartiacque è finalmente stato delimitato e non è necessario essere anti clericali per provare un moto di sdegno contro un'azione che di cristiano, di messaggio evangelico, non ha proprio nulla. Questa è la stessa gerarchia che piange (giustamente) quando i preti vengono uccisi, quando i cattolici vengono perseguitati, ma non fa altrettanto contro tutte le altre
ingiustizie del mondo.

SIT-IN A PIAZZA PIO IX, ROMA
ROMA - Un sit-in in piazza Pio XII, adiacente a San Pietro, al confine tra lo Stato italiano e quello vaticano, alle 17 di sabato 6 dicembre. "Mai più uccisi perché gay", è lo slogan dell'iniziativa promossa da Arcigay roma, Arcilesbica roma e Certi diritti. Per protestare contro l'iniziativa dell'osservatore permanente del Vaticano presso le Nazioni Unite, Celestino Migliore, che ha chiesto all'Onu di non impegnarsi per la depenalizzazione universale dell'omosessualità - proposta promossa dal governo francese. Questa posizione ha turbato fortemente la nostra
comunità, e non solo. Tantissimi sono i messaggi di solidarietà che ci stanno arrivando - afferma il presidente di Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo - il Vaticano continua a offendere la vita di milioni di persone criminalizzandone l'orientamento sessuale. Una posizione contraria a qualsiasi concetto evangelico di amore e fratellanza". Nel mondo ci sono 88 paesi che condannano con il carcere, la tortura e i lavori forzati le persone in quanto lesbiche, gay e trans. In 7 di questi - Iran, Arabia Saudita, Yemen, Emirati arabi, Sudan, Nigeria, Mauritania- è prevista la pena capitale. "Vogliamo rivolgerci - aggiunge Marrazzo - anche ai fedeli cattolici, offesi, come noi, da
parole che negano la vita della persona. A loro chiediamo di riflettere, perché siano al nostro fianco in un momento in cui è importante ribadire con forza che nessun credo religioso può
giustificare l'opposizione alla cancellazione di una barbarie che ogni anno produce incarcerazioni e sentenze di morte".
Un'analoga manifestazione di protesta di tiene oggi a Genova, organizzata sempre dall'Arcigay: dalle 12 alle 14, davanti all'Arcivescovado. Il capoluogo ligure sarà la sede del prossimo Gay Pride.
FONTE Repubblica.it

GRUPPO DEL GUADO: I CRISTIANI OMOSESSUALI, SGOMENTI PER LE DICHIARAZIONI DEL VATICANO
Quando le immagini degli omosessuali che il regime iraniano ha condannato a morte hanno fatto il giro del mondo abbiamo atteso che la Santa Sede dicesse qualche cosa per difendere la vita di questi giovani che venivano impiccati solo perché erano omosessuali. Abbiamo atteso, ma la diplomazia vaticana ha osservato un assordante silenzio. Adesso che i paesi europei hanno presentato alle Nazioni Unite una mozione in cui si raccomanda agli Stati membri di
depenalizzare l'omosessualità ci saremmo attesi, da parte della Santa Sede parole di incoraggiamento e di sostegno. Abbiamo invece letto le dichiarazioni del rappresentante del papa presso le Nazioni Unite in cui si sostiene che una tale mozione è da rifiutare perché porterebbe,
prima o poi, al riconoscimento delle unioni omosessuali. Ha detto in sostanza monsignor Migliore che: o si sta con i paesi che, come la Francia e come la Spagna, hanno fatto del rispetto della persona umana e della sua integrità fisica e psicologica il paradigma di riferimento delle loro politiche; o si sta con i paesi che, come l'Iran e l'Arabia Saudita, ancora puniscono con la pena di morte le persone che hanno rapporti omosessuali. E dopo aver diviso il mondo in due parti ha
dichiarato che il Vaticano, dovendo scegliere tra le democrazie europee e le teocrazie mediorientali, sceglie queste ultime. Noi ci sentiamo Europei e siamo orgogliosi di esserlo. Ci sentiamo omosessuali e siamo contenti di essere così. Ci sentiamo credenti e, pur ringraziando Dio per il dono della Fede, proviamo vergogna per questa Chiesa che confonde il suo potere teocratico con il messaggio del Vangelo e uccide la speranza di tante donne e di tanti uomini a cui il Signore l'ha mandata. Chiediamo allo Spirito Santo di illuminare le menti dei vertici vaticani, ormai ottenebrate dalla paura e ricordiamo al papa e ai suoi collaboratori che un giorno anche loro dovranno rendere conto al Signore delle tante parole sbagliate che hanno pronunciato quando hanno parlato di omosessualità.
Gruppo del Guado – Cristiani Omosessuali - Via Soperga 36 – Milano - Telefono 347 73 45 323 – Email: gruppodelguado@gmail.com


LA PENA DI MORTE PER GLI OMOSESSUALI IN FONDO NON E' UN FATTO GRAVE.
ARCIGAY ARCILESBICA OMPHALOS - PERUGIA
Il 10 dicembre 2008 ricorrerà il sessantesimo anniversario della Dichiarazione internazionale dei Diritti dell'Uomo. Un documento di fondamentale importanza non solo dal punto di vista morale ma anche politico e umano. Per l'occasione il delegato francese presso le Nazioni unite ha presentato a nome dell'Unione europea un testo mirante a depenalizzare l'omosessualità in tutti i Paesi del mondo. Un documento non sterile, non simbolico, non superfluo se si considera che
ancora oggi la pena capitale per il cosiddetto reato di omosessualità è prevista in Mauritania, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Yemen, Sudan, Iran, Afghanistan, Nigeria, Somalia. Il carcere a vita, invece, scatta in India, Pakistan, Birmania, Guyana , Sierra Leone, Uganda, Tanzania,
Bangladesh, Barbados. E non è tutto, visto che in molti altri Paesi ( es.Cuba N.d.R.) sono previste condanne ad anni di carcere e anche ai lavori forzati. Il bisogno che la Comunità internazionale si esprima per il bene di tutti - non solo di gay, lesbiche e trans - contro uno status quo francamente ripugnante, pare evidente. Circolo Arcigay Arcilesbica Omphalos di Perugia convoca una CONFERENZA STAMPA presso la propria sede via della Pallotta 42 Sabato 6 dicembre 2008 - ore 10. Con l'occasione vogliamo: presentare lo stato delle cose in Italia e nel mondo; fornire alla stampa e alle Associazioni impegnate nella difesa dei diritti dell'uomo
il testo integrale, tradotto in Italiano, della proposta europea per una dichiarazione Onu che condanni formalmente le discriminazioni contro le persone omosessuali; fornire alla stampa informazioni di prima mano provenienti da fonti attendibili e certificate; proporre ai media locali materiale fotografico ed audiovisivo esplicito capace di dare alla questione la forza che deve avere; lanciare una raccolta di firme per il sostegno dell'iniziativa francese presso l'Onu. Infatti
c'è ancora qualcuno che riesce a prendere le distanze dalla difesa universale della vita. La Chiesa cattolica nella persona del monsignor Celestino Migliore, rappresentante della Santa Sede proprio presso le Nazioni unite, ha alzato la voce precisando che "con una dichiarazione
di valore politico, sottoscritta da un gruppo di Paesi, si chiede agli Stati e ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette contro la discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni". Le discriminazioni, secondo il Vaticano, non le subiscono le persone torturate e impiccate ma i Paesi che eventualmente non volessero adeguarsi al nuovo standard in materia
di Diritti umani. "Per esempio gli Stati che non riconoscano l'unione tra persone dello stesso sesso come 'matrimonio' - ha precisato monsignor Migliore - verranno mesi alla gogna e fatti oggetto di
pressioni". Quindi le persone con un orientamento sessuale alternativo a quello più frequente si diano pace: tocca essere condannati all'ergastolo o anche a morte pur di non importunare il Palazzo e il Vaticano. Fa specie che l'enorme maggioranza dei Paesi che considerano reato l'omosessualità siano rigidamente islamici e frequentemente cristianofobici, infatti spesso proprio su quelle terre le persone cristiane subiscano persecuzioni e anche la morte. Ma quando si tratta
di discriminare la "pericolosa minoranza omosessuale", il Vaticano sa scendere a patti con tutti. Eventualmente anche col diavolo. Il circolo Arcigay Arcilesbica Omphalos di Perugia esprime il massimo dello sdegno nei confronti di una Chiesa cieca e sorda davanti alle istanze di ogni
figlio dell'Uomo. Una Chiesa che non include, che non accoglie, che non guarda i propri fratelli negli occhi. Contemporaneamente il Circolo Arcigay Arcilesbica Omphalos di Perugia condanna con forza ogni regime in cui la libertà delle persone sia sottoposta a costrizioni e violenze. Pensiamo in particolare ai Paesi con leggi omofoboche ma anche a quelli nei quali qualunque altra minoranza - anche quella cristiana - sia costretta ad abbassare la, testa e versare il proprio
sangue sull'altare di una giustizia del tutto discutibile. Per tutti questi motivi il Circolo Arcigay Arcilesbica Omphalos di Perugia sostiene il relatore francese che a nome dell'Unione europea il
prossimo 10 dicembre presenterà alle Nazioni unite il documento di estensione dei Diritti umani e lo esorta, insieme a tutti i Paesi firmatari, ad andare in fondo a questa battaglia per il rispetto della vita delle persone. Sia che la si consideri dono di Dio, sia che la si consideri frutto dell'amore degli esseri umani.
Roberto Mauri - Circolo Arcigay Arcilesbica Omphalos - Perugia

VATICANO, GAYLIB DOMANI POMERIGGIO AL SIT-IN CONTRO IL NO VATICANO ALLA DEPENALIZZAZIONE DELL’ OMOSESSUALITA IN SEDE ONU
DIALOGO IMPOSSIBILE CON UNA CHIESA VIOLENTA, MEDIEVALE E CONTRO I DIRITTI UMANI”
GayLib (gay liberali di centrodestra) aderisce e parteciperà con le proprie bandiere al sit in
contro l’omofobia e le discriminazioni perorate dal Vaticano in sede Onu votando contro la proposta Ue (sottoscritta anche dall’Italia) di depenalizzare l’omosessualità in tutto il mondo. Senza una mutua legittimazione alla pubblica esistenza non può esserci dialogo” dichiara il presidente di GayLib, Enrico Oliari. La nostra associazione, come prevede il nostro statuto, è già impegnata da tempo in attività d’aiuto per omosessuali perseguitati nelle loro nazioni d’origine. Evidentemente la Chiesa – aggiunge Oliari – porta avanti un’idea di convivenza sociale violenta e mirata allo scontro. Lo fa in raccapricciante concordia con molti altri stati a maggioranza musulmana dove una interpretazione fondamentalista dell’Islam perseguita, in molti casi fino alla condanna a morte, le persone omosessuali. Tutto ciò – conclude il presidente di GayLib - più che mai perché siamo giunti al 2008, ben lungi dalle forche medievali abbastanza familiari
ai tribunali ecclesiastici, ci pone nella necessaria condizione intellettuale e politica di contrastare una posizione retriva e volgare ma soprattutto contraria alla minima tutela dei diritti umani.
L'oscurantismo dimostrato per l'ennesima volta dal Vaticano aggiunge il vicepresidente Daniele Priori - pone una ulteriore pietra tombale sui già difficili rapporti tra la comunità gay e la Chiesa. Di più. In tal modo la gerarchia vaticana colloca il suo presidio territoriale e politico indubbiamente fuori dal consesso dei Paesi civili dimostrando non solo omofobia ma una difficilmente giustificabile arretratezza sul fronte del ben più ampio tema dei diritti umani. Per questo servirà una risposta fatta di libertà e vita per tutti gli uomini. Valori ai quali tengono tanto la comunità gay internazionale quanto i cristiani autentici.
GayLib Il Direttivo
Contatti
Enrico Oliari – Presidente
Cell.335/6622440
Daniele Priori – Vicepresidente
Cell.328/6323820
Marco
Anselmo Jouvenal – Coordinatore Nazionale
Cell.338/7554565

NO DEL VATICANO ALLA PROPOSTA ONU DI DEPENALIZZARE L’OMOSESSAULITA’
Monsignor Migliore ribadisce inoltre il no della Chiesa all'ipotesi di introdurre l'aborto
tra i dirittti umani: "Barbarie moderna che, dal di dentro, ci porta a smantellare le nostre società"

Per il
2009……………………..
A tutti coloro che mi hanno coinvolto in catene che promettevano fortune varie nel 2008, rispondo:
Non hanno funzionato!!!
Quindi per il 2009 mandate direttamente danaro o generi di conforto!
Grazie mille.
BUENA VIDA

GAYA CsF
Movimento di Libera Informazione e Libera Vita
Emai: gaya.cronisti_nf@libero.it – gaya.
cronistisenzafrontiere@virgilio.it
Mobile: 347.3017980

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