Vivere per la proposta di legge Eutanasia Legale

Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

Piano improvisation di Salvatore Maresca Serra

Alba Montori su Facebook

giovedì 12 giugno 2008

NOTIZIARIO GAYA CsF ---12 GIUGNO 2008



FESTA DEI MATRIMONI LGBTQE AQUILANA
La festa dei matrimoni LGBTQE aquilana dell'1 giugno scorso organizzata dalle
Amazzoni di Arcilesbica L’Aquila, dai Verdi Abruzzo, da Arcigay Consoli
L’Aquila e da Stargayte, è stata davvero una esperienza molto bella e
ricca di stimoli alla riflessione per tutta la comunità varia, ma
soprattutto per la comunità abruzzese e non solo, spero. Per me è stato
un modo in più per mettere il mio affetto e la mia esperienza di vita a
disposizione di persone cui voglio bene per la passione che dedicano
alla lotta per i diritti di tutti, a cominciare da una consistente
fetta della società che per lo stato è come non esistesse o quasi.
Qualcuno potrà cercare di denigrare il significato di queste "unioni",
sostenendo che si trattava di una pagliacciata, priva di valore legale
e anche forse politico, una "menzogna mediatica", anzi credo che
qualcuno lo stia già facendo. Altri dopo aver gridato e tuonato allo
scandalo hanno scelto le "preghiere collettive" per scongiurare gli
effetti nefasti di questa indegnità...

Molti però dei presenti che assistevano erano e dichiaravano di essere
felici di esserci e si auguravano che queste "nozze finte" potessero presto
essere celebrate come "nozze vere " in Comune, come per tutti gli
eterocittadini che lo chiedono all'ufficio apposito e cui è consentito di "fare le
pubblicazioni".
Il 30-11-2003 scrivevo a Massimo Consoli: --Sono anni che dico ( e pratico,
anche) il concetto che l'unione matrimoniale regolata per legge (soprattutto
se religiosa) è una solennissima cazzata buona per le menti deboli e prive
di fantasia... Visto che in ogni caso qualunque forma -legalizzata- di
"matrimonio" è legata assolutamente al "patrimonio", meglio sarebbe
senz'altro usare la legge, che c'è già e permette molte deroghe alla tradizione
cattolicoromana ( non-automatica comunanza dei beni,non-automatico
obbligo di convivenza sotto lo stesso tetto, mantenimento del proprio
cognome, aggiungendo magari l'attribuzione di entrambi i cognomi ai
figli, eccetera, ad esempio) come puro canovaccio per progettare
ciascuno il proprio -a due- progetto di matrimonio e magari, se non è
previsto o prevedibile da leggi buone per la maggioranza dei casi,
rivolgersi a un notaio per stendere il patto tra persone ( di qualunque
sesso siano) anziché al delegato del sindaco ! Credo che su questo
principio dovremmo muoverci ,a mio modesto parere.-- Aggiungo oggi (6
giugno 2008) che personalmente, assieme al mio amico e compagno di vita
da ormai 37 anni, nel lontano 1971 decidemmo di utilizzare la legge
"matrimoniale" vigente e unire le nostre esistenze con un patto di
reciproca solidarietà e affetto, da L e G quali eravamo e perfettamente
consapevoli di esserlo, visto che ci eravamo conosciuti proprio
fondando quel movimento di liberazione sessuale da cui nacquero tutti
gli altri. Facendoci forti del "nuovo Diritto di Famiglia" ( che fu
ampliato e reso più rispettoso della parità poi nel 1975, anche se non
ancora abbastanza) e rassicurati dall'approvazione della legge sul
divorzio, decidemmo di tentare questa avventura dell' "unione civile",
in Campidoglio con l'assessore anziano a officiare e senza veli
bianchi, né io, né lui. Scandalo n.1: niente chiese e niente preti.
Nella cattolicissima Italia( la religione cattolica era ancora
religione di stato) e sotto il naso del papa. Nel mondo ( anni settanta
e successivi), dove comunque potevamo "apparire" come una qualunque
coppia etero, ma non lo eravamo di fatto, abbiamo affrontato molte,
moltissime difficoltà nella società "civile", poiché pretendevamo di
muoverci nel lavoro e nella società e in famiglia con la nostra
identità e in assoluta parità, senza nasconderci o mentire, e questo
rappresentava lo scandalo n.2 come sarebbe apparso forse logico, ma che
comunque ci ha portato a radicalizzare le nostre posizioni politiche.
Ma la cosa che non avevamo assolutamente previsto è stato lo scandalo n.
3, quello suscitato fin da subito proprio all'interno della nostra
stessa comunità, dove molte persone, che sono tuttora considerate tra
gli "ideologi" GLBT italiani, non riuscirono a comprendere la
rivoluzionarietà del nostro atto e spesso cercarono e cercano tutt'ora
( anche con successo) di emarginarci, ciascuno ed entrambi,
misconoscendolo soprattutto politicamente come una posizione "di
destra" o reazionaria, con una sorta di "ostracismo" che in realtà è
probabilmente una forma più o meno cosciente di omo/lesbo-fobia
interioriorizzata. Mi/ci ha provocato molti dispiaceri, sentirci
emarginati proprio tra quelli che meglio avrebbero dovuto comprenderci,
ma siamo andati avanti, dopotutto sapevamo fin dall'inizio che il
percorso non era di quelli agevoli, né avremmo avuto sconti da nessuno,
amici o avversari che fossero. Massimo Consoli rimase sempre, anche a
distanza di oceani e di gruppi, amico e compagno nella lotta per la
libertà: non fu mai tra quelli che ci emarginavano o ci prendevano in
giro o addirittura ci denigravano; anche se all'inizio rimase sorpreso
della nostra scelta fu uno dei pochissimi non solo a non
scandalizzarsi, ma piuttosto a cercare di capire. Anzi amicizia e
rispetto reciproco ne uscirono rafforzati. Dopotutto la diversità vera
è una ricchezza, l'amore e la libertà sono fatti di rispetto
dell'altro: di ciò ne eravamo così convinti che proprio su questo
abbiamo costruito la nostra lunga amicizia E forse è proprio per la sua
curiosità circa il nostro progetto di unione e alle relative
discussioni, se prese ad interessarsi all'argomento. Rileggendo la
formula messa a punto proprio da lui per le Unioni o Patti d'Amore (fin
dal 1976 Massimo Consoli officiava i "Patti d'amore" con "Rito Pagano
Antico ed Accettato" alle coppie che lo desideravano) trovo sempre più
pregnante ciò che scrisse poi in occasione del Kiss2Pacs del 14
febbraio 2004 - San Valentino che voglio riproporvi qui di seguito dal
sito della Fondazione(*). Massimo Consoli:

"Lo Stato deve capire che quando non e' capace di fare il suo dovere,
le comunità al suo interno prendono iniziative autonome e vanno avanti
per conto loro. Cosi' e' sempre stato nel corso della storia.
Cosi' mi sembra giusto pensare che continuerà ad essere."

UNIONI MORALI: LA NOSTRA COMUNITA' RISCHIA DI STACCARSI DALLO STATO ITALIANO: UNO "STRAPPO" DALLE CONSEGUENZE IMPREVEDIBILI TRA I GLBT E LA REPUBBLICA CHE NON LI RAPPRESENTA NE', TANTOMENO, LI DIFENDE
Quando lo Stato e' in ritardo rispetto alla
società civile, quando frange estremistiche ed intolleranti che trovano
ospitalità all'interno delle istituzioni cercano di imporre la loro
visione del mondo al resto della collettività, quando i diritti
fondamentali dell'individuo diventano un optional condizionato
dall'interesse politico, le comunità piu' discriminate rivendicano la
loro autonomia e vanno avanti per la loro strada indipendentemente dal
potere centrale. L'indifferenza e l'ostilità dello Stato italiano nei
confronti della sua comunità piu' numerosa e qualificante, con una
tradizione storica di grande spessore culturale e umano, e' ormai
giunta al suo punto di rottura. Visto inutile ogni sforzo di poter
esprimere la propria identità sociale, sessuale, culturale in maniera
pacifica ed all'interno di questa società, la comunità varia procede
ormai per conto suo. E' dal 1976 che, di fronte alla nostra comunità,
celebro unioni morali tra persone che si amano, indipendentemente da
vincoli legali o da costrizioni giuridiche. Il 2 settembre ed il 21
ottobre di quell'anno, presso l'Ompo's di Roma, si svolse una cerimonia
tra due ragazze (la prima volta) e tra due ragazzi (la seconda volta).
In tale occasione si prese atto di fronte alla comunità dell'amore
esistente tra questi giovani. Un'altra volta, l'unione venne celebrata
fra due ragazze ed un ragazzo. Quella tra Riccardo e Paolo (1977) venne
anche ripresa da Luigi Comencini in un suo documentario a puntate,
trasmessa dalla TV di Stato l'anno successivo e poi raccontata su un
libro, "L'Amore in Italia", edito da Mondadori nel 1979. Molti giornali
si occuparono di queste unioni che ho continuato a celebrare nel corso
degli anni. Il più intelligente fu, proprio agli inizi, il settimanale
"Amica", del 23 dicembre 1976, che con Antonella Amendola affrontò con
grande delicatezza l'argomento. Una pagina di quest'articolo è stata
ripubblicata, con le sue tre foto, su "Bandiera Gay" (Edizioni Libreria
Croce, Roma, Novembre 1999). Le ultime unioni che ho celebrato sono
state tra Barbara e Maya, il 27 luglio 2002, e tra Paolo e Nicola, il
25 agosto successivo (addirittura, in un angolo nascosto di un ospedale
dei Castelli Romani…!) "

"(*) La Fondazione Luciano Massimo Consoli è una associazione nata
per conservare la storia GLBTQ, progetto da lui portato avanti per
quasi cinquant'anni e metterla a disposizione della collettività.

Chiunque può iscriversi e collaborare al progetto.
Nel sito della fondazione potete trovare moltissime informazioni e anche il
link per poter pagare la vostra quota di iscrizione direttamente con
PAYPAL .
Senza memoria non c'è futuro.
Arrivederci al GayPride
FONTE Fondazione Luciano Massimo Consoli
INVIATO DA Alba Montori



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