Metti un caldo pomeriggio di fine maggio a Roma, sul tardi.
Metti un nuovo Sindaco e una nuova giunta della Città Eterna, appena eletti dai cittadini in una compagine politica considerata( da chi non li ha votati, ovvio) "di destra", ergo reazionaria, autoritaria, violenta, clericale, fascista, omofoba insomma.
Metti tutte le rappresentanze delle associazioni LGBT della Capitale, che tra due settimane concluderanno tante celebrazioni della fierezza della loro identità con un corteo variopinto come le loro fantasie, le loro appartenenze politiche, culturali, religiose, e le loro identità di genere (sessuale).
Metti i pregiudizi coltivati con cura, come ideologie contrapposte e inconciliabili, al posto del rispetto tra persone, tra idee, tra stili di vita, tra aspirazioni alla serena convivenza civile tra tutti.
Metti la diffidenza dettata da troppe disillusioni, dai troppi tentativi frustrati di non essere considerati altro che cittadini come tutti, da parte delle istituzioni e come tali titolari di diritti alla pari con tutti gli altri cittadini della città.
Metti la tentazione di qualcun* di farsi forte del numero e della rabbia per conquistare potere contrattuale, anzichè della propria coscienza di adempiere correttamente la propria parte per responsabilmente chiedere che l'istituzione faccia la sua...
Metti che ci sia qualche gruppo convinto di essere più forte degli altri, di avere più potere, di saper contrapposi più fortemente e quindi di poter contrattare per tutti a suo vantaggio...
Metti tutte queste persone insieme, ad interagire, sedute intorno ad un tavolo, sotto l'occhio vigile dei media, in uno dei grandi saloni del Campidoglio.
Metti che riusciamo a parlarci, gli eletti e gli altri, senza pregiudizi.
O almeno decidendo di non averne.
Col cuore in mano e il cervello attento, a guardarci negli occhi, ad ascoltare ed essere ascoltati.
Metti che scopriamo che siamo persone in stragrande maggioranza animate da rispetto per noi stessi e per gli altri.
Sinceramente disponibili a col-laborare, pur diversi, ciascuno per le sue peculiarità e competenze.
Metti che decidiamo di collaborare per rendere questa Città e la sua gente luogo di diritti e di responsabiltà, di lavoro e di legalità, di cultura aperta e condivisa.
Una Capitale del rispetto reciproco, della nonviolenza, dell'amore civile.
Ci vuole coraggio, buona memoria e nessun pregiudizio per costruire una nuova Storia.
Alba Montori
Nessun commento:
Posta un commento